La crisi c’è anche per l’alimentare, dove calano produzione e profitti

L'ulteriore conferma arriva dai dati riportati da Mediobanca: il segno più davanti alle vendite c'è, ma Ebit e risultato netto sono negativi

Non è tutto oro quello che luccica in tempi di coronavirus. Anche se nella percezione media generale il food, direttamente associato alla positività della gdo, è visto come indenne o quasi dalla crisi, i dati tracciano un quadro diverso. Dopo i numeri Istat sul calo della produzione a marzo e le preoccupanti stime tracciate per il futuro da Ice e Federalimentare (aggiornamento antecedente sotto), la conferma arriva anche dall'ultimo report Mediobanca.

Come si evince infatti dalla tabella a seguire, a fronte di un complessivo aumento delle vendite food & drinks, che nasconde nel macro-dato i problemi di chi ha il proprio business nell'horeca, Ebit e profitti netti risultano comunque in terreno negativo.

Aggiornamento all'11 maggio 2020
Nel corso della conferenza stampa dedicata a Cibus, con relativo annuncio dello slittamento della fiera a maggio 2021 e relative azioni messe in atto, Ice e Federalimentare hanno fatto il punto sull'industria alimentare con relative (preoccupanti) previsioni per il 2020. Intanto, dall'Istat arrivano i dati sulla produzione alimentare di marzo, in caduta del -6,5% a parità di giornate.

MAI PERDITE COSI' IMPORTANTI
"Numeri che pesano anche sul trimestre gennaio-marzo 2020 che ora segna un timido +0,8% rispetto all'anno precedente (sul bimestre, segnava +4,9%)", commenta il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio, che aggiunge: "Questi dati sono la prova di quello che dicevamo da tempo: l'industria alimentare non è esente dalla crisi. Non si sono mai registrate perdite così grandi prima d'ora. Basti pensare che dopo la crisi del 2008 i cali registrati non sono andati oltre a un picco negativo del -1,9%, imparagonabile a quello assai peggiore che purtroppo dovremo registrare a fine 2020".

LE PREVISIONI 2020
- Export in valore: -15%, con rischi al ribasso
- Vendite interne: fra il -15% e il -18% in valore; fra il -12% e il -14% in quantità
- Produzione: -7-8% in quantità, con rischi al ribasso

EXPORT
L’export alimentare, nel 1° bimestre, ha mostrato un passo premiante rispetto a quello dell’export totale. "Ma perderà questo vantaggio contingente. Esso subirà un effetto sinergico perverso, tra la caduta internazionale dello sviluppo e l’arresto specifico del canale horeca, seguito da una sua ripresa molto graduale e comunque insufficiente. In alcuni paesi sono già emersi a marzo e nella prima metà di aprile tagli dell’export fra il -50% e il -80% per i comparti più legati ad esso. Essi hanno colpito  inoltre proprio i segmenti di prodotto medio-alti che caratterizzano questo canale, i quali offrono i margini migliori alle aziende e contraddistinguono la 'personalità' stessa del Made in Italy di settore. D’altra parte, nessuno può prevedere quando questo canale tornerà a pieno regime: l’unica cosa sicura, purtroppo, è che ciò non avverrà certamente nell’anno in corso".

VENDITE INTERNE
"Esaurito il drogaggio dell’effetto scorte emerso a marzo da parte dei consumatori, già palese nelle vendite di metà aprile, le riserve accumulate nelle dispense degli italiani dovranno essere consumate. Ciò, assieme alla raggiunta consapevolezza che la filiera è solida e gli approvvigionamenti sono assicurati, provocherà una flessione degli acquisti domestici. Tanto più alla luce della erosione di capacità di acquisto in atto nel Paese, per la crisi dilagante, e della scomparsa specifica, o quasi, della importante fetta di consumi legata al turismo estero. Si ricorda che il 'fuori casa' è stato l’unico segmento in salute sul mercato alimentare interno, nell’ultimo decennio. Al punto da raggiungere un terzo dei consumi totali, a parziale compensazione della costante discesa di quelli domestici. Il “buco” horeca  impatterà quindi, con grande crudezza, anche sui trend di produzione'.

PRODUZIONE
"La produzione alimentare, anche se ha messo a segno ancora uno spunto espansivo nel 1° bimestre ed è stata poi supportata a marzo dall’effetto scorte, è destinata anch’essa a declinare rapidamente e in modo marcato. Su di essa graverà l’accennato declino del mercato interno non più compensato, come sempre avvenuto finora, dal sostegno dell’export".

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