Ambiente: un piano green milionario anche per il pomodoro mdd

Energia elettrica da fonti rinnovabili, risparmio idrico e del gas, filiera 5.0: dopo la prima pubblicazione del bilancio di sostenibilità, Emiliana Conserve, tra le più grandi nella produzione di derivati di pomodoro per marchi terzi, accelera gli investimenti per abbattere i costi, a beneficio dell’ambiente

La guerra in Ucraina ha messo al centro dell’attenzione la questione energetica. Molte imprese dell’agroalimentare stanno investendo in soluzioni che possano abbattere i costi. Emiliana Conserve Spa, recentemente entrata a far parte del gruppo Casalasco, fondata nel 1985 a Busseto (Parma), nel cuore della Food Valley italiana, è tra le più grandi aziende nella produzione di derivati di pomodoro per marchi terzi (retail e segmento industriale). Due gli stabilimenti produttivi (Busseto e San Polo di Podenzano, in provincia di Piacenza); circa 260 mila le tonnellate di pomodoro fresco 100% italiano trasformato nella campagna agricola 2021. E un fatturato di circa 100 milioni di euro, di cui circa il 50% maturato con l’export (primo mercato la Germania, seguita da Regno Unito). “I conferitori sono 170 aziende -spiega il Ceo Gian Mario Bosoni-: il 40% del pomodoro che acquistiamo viene trasformato da un soggetto agricolo di riferimento che nasce per dare pomodoro a Emiliana Conserve; poi abbiamo una serie di aziende agricole conferenti, fidelizzate da anni con premialità che suggellano rapporti consolidati. Per tutti vale il rispetto del disciplinare di produzione integrata della Regione Emilia-Romagna”.

Materialità e fotografie

Emiliana Conserve ha pubblicato il primo bilancio di sostenibilità, che ha preso il via da un’analisi di materialità: la prima “fotografia” per una serie di investimenti green. “Ci siamo limitati a fare un punto della situazione, da cui partire: è riferito al 30 giugno 2021, data di chiusura dell’esercizio, che è il momento più vicino alla prossima campagna di trasformazione. Nel frattempo abbiamo messo sotto la lente il raccolto 2021. Pubblicheremo pertanto il secondo bilancio nel 2022 e vedremo finalmente gli effetti delle azioni messe in atto nella campagna 2021, quando abbiamo adottato una serie di accorgimenti. Abbiamo, per esempio, risparmiato 250 mila metri cubi di acqua nei nostri stabilimenti. Un risultato ottenuto con minore emungimento dai pozzi aziendali grazie a investimenti legati a un maggior ricircolo dell’acqua, con l’inserimento anche di strumenti di misurazione. Sul lato agricolo l’irrigazione da anni è già a goccia per il 100%. Abbiamo, poi, iniziato ad attuare la Filiera Sostenibile Certificata Emiliana 5.0: sulla sostenibilità sociale abbiamo cominciato a selezionare le aziende sulla base del rispetto dei nostri principi di eticità in una logica di filiera e anche in base ai principi della completa tracciabilità e riduzione di utilizzo di fitofarmaci. Tutti i fornitori di pomodoro devono essere caratterizzati dall’adempimento di norme che derivano da cinque certificazioni, tra cui la Sa 8000 che è quella dell’etica, per cui devono essere pagati i giusti salari ai dipendenti, non ci devono essere lavoratori in nero e vanno rispettati gli obblighi contributivi previdenziali”.

Energia e risparmi

Gianmario Bosoni - Ceo di Emiliana Conserve

Dal primo gennaio 2022 tutta l’energia elettrica degli stabilimenti acquistata da Emiliana Conserve deriva da fonti rinnovabili e altri investimenti riguarderanno il risparmio del gas. “Visti i nostri dati di consumo, equivale ad aver piantumato 40 ettari di bosco in termini di beneficio ambientale. Dal prossimo raccolto abbiamo deliberato investimenti che porteranno all’entrata in funzione di un primo concentratore di nuova generazione nello stabilimento di San Polo che ridurrà il consumo del gas. Sarà così abbattuta anche la produzione di Co2”. Il concentratore funziona con il principio della termocompressione e sfrutta le leggi di gravità. Anziché ricorrere al gas per scaldare il pomodoro e far evaporare l’acqua, il liquido è portato all’altezza di 32 metri: lasciato cadere, evapora l’acqua e si concentra. “Ci consentirà di risparmiare circa il 25% del gas utilizzato. Per l’anno prossimo è previsto anche l’investimento nell’altro stabilimento di Busseto e un ulteriore concentratore nel primo entro il 2024”.

Valorizzazione degli scarti

Sull’economia circolare continuerà la valorizzazione degli scarti. “Vendiamo le buccette, le pelli del pomodoro per ricavare biogas ed energia elettrica. Abbiamo fatto progetti di ricerca in passato per l’estrazione del licopene ma è una strada difficile: i costi di estrazione con un metodo naturale diventavano insostenibili”.

Con Casalasco nella top 10 mondiale

Casalasco Spa ha reso noto che a luglio è stata perfezionata l’acquisizione del 73,8% di Emiliana Conserve. Si tratta della più importante operazione straordinaria effettuata da Casalasco. Con questo nuovo investimento il gruppo, primo in Italia nel settore della trasformazione del pomodoro da industria, consolida ulteriormente la sua leadership anche a livello internazionale. Con 11.300 ettari coltivati a pomodoro, 5 stabilimenti ed una capacità di trasformazione di oltre 850.000 tonnellate Casalasco Spa si colloca tra le prime 10 aziende al mondo del settore con un volume d’affari previsto di mezzo miliardo di euro.

Un progetto di lunga durata

• A sostegno dei finanziamenti green si punta ai fondi del Pnrr dedicati alle filiere agricole: “Aspettiamo i bandi; sul Psr dell’Emilia-Romagna mettiamo, invece, investimenti più tradizionali. Il piano 2020-2024 è di 25 milioni di euro: ne abbiamo destinati finora 10 e arriveremo a 18 entro il 2023”.

• Molti sono legati all’efficientamento. “Lo scorso anno abbiamo speso oltre 3 milioni per il potenziamento dell’impianto di depurazione acque di Busseto e abbiamo diminuito in modo drastico i Cod (Chemical Oxygen Demand) che erano già nei limiti di legge. Abbiamo migliorato la qualità dell’acqua che utilizziamo nello stabilimento e ci ha consentito di lavorare maggiori quantitativi di pomodoro”.

• Il 2022 presenta diverse incognite per il comparto (non è il solo), a cominciare dai rincari di energia e materiale di imballo. “Primo il cartone, poi banda stagnata (acciaio), alluminio, vetro. E la materia prima: il prezzo del pomodoro aumenterà del 15%. L’inflazione dovrà essere gestita con i clienti”.

• Verrà maggiormente valorizzata la produzione italiana: sarà il leitmotiv delle prossime stagioni. “Il settore negli anni è stato oggetto di concorrenza sleale per le importazioni di pomodoro cinese spacciato per prodotto italiano. Le grandi catene oggi hanno voltato le spalle a certi fornitori che sono stati messi in black list”.

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