Antocianine, l’attenzione del mondo sui pigmenti benefici

Ne consumiamo mediamente 140 mg al giorno. A oggi non è stato possibile ottenerne una sintesi chimica o microbiologica economicamente conveniente

Le antiocianine sono pigmenti naturali abbondantemente presenti nella nostra dieta.  “Lo studio Moli-Sani, che dal 2005 monitora una coorte di 24mila persone – spiega Fulvio Mattivi, docente di Chimica degli alimenti dell’Università di Trento affiliato alla Fondazione Mach – ha accertato che ne consumiamo mediamente 140 mg al giorno”. A oggi non è stato possibile ottenerne una sintesi chimica o microbiologica economicamente conveniente. Per la finalità di preparati farmaceutici si possono ricavare, pertanto, solo da prodotti naturali. “La migliore fonte vegetale -fa sapere- risulta l’aronia, che ha rese interessanti e per cui sta crescendo l’interesse dell’industria”. Tra le fonti più importanti ci sono, poi, mirtillo selvatico, ciliegia, sambuco, mirtillo americano, ribes nero, mora, cavolo rosso, carota nera, ibisco, uva rossa, lampone, cavolo viola, radicchio rosso.

L’utilizzo in campo farmaceutico e nutraceutico per il trattamento dell’insufficienza venosa periferica e le malattie dell’occhio

Sul mercato esistono prodotti di alta qualità sia in campo farmaceutico sia nutraceutico, contenenti estratti standardizzati (rispettivamente Myrtocyan e Mirtoselect) da bacche di mirtillo selvatico (Vaccinium myrtillus L.), sviluppati da Indena S.p.A, azienda leader internazionale per i derivati botanici. Sono utilizzati per il trattamento dell’insufficienza venosa periferica e come integratore per il campo oftalmico (per esempio nel miglioramento della funzionalità visiva). La lunga esperienza di utilizzo (più di 30 anni), supportata dalla farmacovigilanza, testimonia un’ottima tollerabilità clinica e la totale assenza di effetti collaterali rilevanti. I dosaggi giornalieri normalmente impiegati sono nel range di 160-320 mg.

L’aronia è il frutto più ricco di antocianine
Pigmenti interessanti

Il mondo della ricerca guarda agli antociani, i benefici pigmenti “rossi” di frutta e verdura appartenenti alla famiglia dei flavonoidi (polifenoli). Recentemente a San Michele all’Adige 130 scienziati da 21 Paesi del mondo si sono dati appuntamento per il decimo congresso internazionale IWA 2019 (International workshop on anthocyanins) per fare il punto su ricerche e innovazioni e possibili utilizzi in campo farmacologico, nutraceutico e cosmetico. Il workshop, biennale, è stato ospitato dalla Fondazione Edmund Mach, il cui Centro Ricerca e Innovazione è molto attivo sul campo.

La colorazione alimentare fra gli utilizzi primari
Coloranti per alimenti funzionali

La tendenza dell’industria degli alimenti è di non utilizzare coloranti artificiali. Gli antociani coprono il 15% dell’intero mercato dei coloranti naturali, che sta crescendo moltissimo sia negli Usa che in Europa. Da anni, però, la regolamentazione europea impone che vengano indicati come E163, sigla che rischia di allarmare il consumatore. Alcune linee guida dell’Ue, non ancora operative ma in stato avanzato di approvazione, dovrebbero però portare a un cambio di registro per una clean label. L’obiettivo è di arrivare a indicare l’estratto di antocianine, con finalità colorante, come ingrediente, se la fonte da cui deriva è un alimento minimamente processato. Il cambio in etichetta potrebbe spingerne l’utilizzo in alimenti funzionali ad alto valore aggiunto. Alcuni prodotti sono già in commercio. “I target pre-clinici – fa notare Mattivi – dicono che possono avere una funzione antiossidante, antinfiammatoria, antiaterogena. E viene suggerita anche un’azione anti-cancro”.

Un convegno internazionale ospitato dalla Fondazione Edmund Mach ha fatto il punto su ricerca e possibili utilizzi
La cosmetica

In arrivo tinture e creme solari con antociani. Le antocianine sono composti piuttosto resistenti, soprattutto al pH acido, dunque come colorante naturale trovano impiego in succhi di frutta, gelatine, confetture, gelati, migliorandone il colore senza alterarne il gusto. Mantengono la funzione anche se sono associate a zuccheri. Il convegno ha raccontato anche dei nuovi utilizzi per la cosmetica. “Sono in arrivo sul mercato europeo tinture di capelli con antociani, soprattutto da studi effettuati in Portogallo – fa sapere Mattivi –. Andrebbero così a sostituire prodotti a rischio di tossicità. Negli Stati Uniti si sta diffondendo il loro utilizzo per filtri e creme solari e altri impieghi nella cosmetica”.

Le sinergie con
i Consorzi per selezionare varietà con maggiore capacità di sintetizzare
i pigmenti

La maggior parte delle piante produce antociani in relazioni soprattutto alle escursioni termiche tra giorno e notte. Ci sono ancora divergenze sul ruolo ecologico di questi pigmenti. Ma sembra assodato che possano avere funzione di fotoprotezione dalle radiazioni. Il contenuto varia però non solo da frutto a frutto ma anche in base alla varietà. La capacità di sintesi può essere molto diversa. Di qui l’importanza dell’attività di indirizzo che la Fondazione Mach svolge, come pre-screening, per i Consorzi ortofrutticoli. Sono spesso loro infatti a decidere quali prodotti arriveranno sul mercato. “Ci sono cultivar di ciliegie (come anche di mirtilli e altri piccoli frutti) che hanno capacità di sintetizzare antociani di molto superiori ai valori medi della specie. Un esempio è il durone di Costasavina in Trentino, più piccolo rispetto a quello chiesto dal mercato. È stato salvato dall’estinzione proprio per il contenuto eccezionalmente alto in antocianine (circa 390 mg/100 g)”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome