Il problema delle eccedenze alimentari è sicuramente precedente al periodo della pandemia e coinvolge il sistema distributivo dei paesi occidentali. In Italia, solo nella filiera distributiva vanno perduti circa 220 mila tonnellate di cibo per un controvalore economico di oltre 3 miliardi di euro. Sommano questi dati allo spreco che avviene tra le mura domestiche e a quello prodotto dall’industria alimentate si giunge alla cifra monstre di 10 miliardi di euro (fonte: Rapporto Waste Watcher 2020). Difficile spaccare i dati con precisione: secondo una stima del Politecnico di Milano, tra le mura domestiche si realizza ben il 43% degli sprechi alimentari complessivi. La sensibilizzazione sul tema ha, in tempi recenti, mobilitato diversi fronti, da quello organizzativo e a quello tecnologico. La grande distribuzione da anni ha messo in campo una campagna per la ridistribuzione delle eccedenze alimentari. Secondo i numeri diramati da Federdistribuzione dal bilancio di Sostenibilità della distribuzione moderna, tutti i soci effettuano la redistribuzione delle eccedenze: il 58% nei propri punti vendita; il 91% delle insegne offre in sconto i prodotti in scadenza; il 79% effettua campagne informative contro lo spreco alimentare. Nel 2019, il Banco Alimentare ha ricevuto in dono 6.000 tonnellate di cibo da redistribuire proprio dalla gdo. Sullo stesso binario è l’iniziativa Life-Food.Waste.StandUp, co-finanziato da Commissione Europea, Federalimentare, Fondazione Banco Alimentare Onlus e Unione Nazionale Consumatori che ha consentito la firma di un’intesa con le regioni.
Sul versante tecnologico si può fare molto, soprattutto nell’era dell’iperconnessione dove ogni consumatore ha sempre con sé uno smartphone. Un esempio è iThanks, un’app sviluppata da una startup italiana che promette di ridurre fino al 50% gli sprechi alimentari nella gdo. Con essa, attraverso uno smartphone è possibile controllare le scadenze in modo automatico da parte dei consumatori in modo che diventi possibile assorbire tutti i prodotti vicino alla scadenza che, diversamente, andrebbero nei circuiti di smaltimento. Alcuni supermercati e ipermercati l’hanno adottata riscontrando una riduzione di oltre il 50% degli sprechi. In particolare le massime performance si sono realizzate in prodotti freschi come latte, yogurt, formaggi, pasta all’uovo ripiena, pasta frolla, e altro. Oltre alla riduzione dello spreco alimentare, vi sono altri vantaggi importanti: riduzione delle perdite del retailer, riduzione del rischio sanzionatorio, meno ore di lavoro per i controlli, riduzione delle emissioni di Co2 dovute al riciclo del rifiuto organico. Infine un prezzo vantaggioso per il consumatore e una conoscenza della piazza di vendita da parte del retailer, mai così profonda, grazie agli analytics collegati all’app. Gli autori di questa promettente app sono Marco Cartolano e Andrea Gasco. Il primo è direttore di un punto di vendita della Gdo, il secondo è un ingegnere elettronico. All'opposto del problema della riduzione delle eccedenze alimentari vi è quella della riduzione delle rotture di stock. In particolare è la velocità con cui cambiano stili e consumi a prendere in contropiede soprattutto la gd e do. Secondo uno studio di McKinsey, la pandemia ha esacerbato la situazione anche se le soluzioni per arginarla sono disponibili, sia organizzative sia tecnologiche. Tenendo in considerazione che ogni categoria ha caratteristiche dinamiche peculiari.
IL PROBLEMA DELLE ROTTURE DI STOCK NELLA NUOVA NORMALITÀ
Secondo un recente studio McKinsey, il cambio delle abitudini di consumo già in atto, accelerato in modo importante dalla pandemia, ha di fatto introdotto delle criticità nella gestione degli stock da parte dei retailer: il fenomeno è mondiale. Per i prodotti di terza e quarta gamma, per esempio, le rotture di stock sono aumentate dal 5% al 15% dei ricavi, impattando in modo significativo sulle marginalità. Attualmente, i calcoli previsionali sui consumi e quindi sul sell-out danno risultati incerti tanto da consigliare il restringimento della finestra di studio a un solo mese. Una nuova normalità che può essere affrontata con una strategia volta a ottimizzare gli asset in essere e costruire presidi digitali, similmente a quelli contro lo spreco alimentare. Di seguito le cinque aree di intervento indicate da McKinsey.
1.PREVISIONE DELLE VENDITE CON ALGORITMI AVANZATI
È sempre il punto di partenza per ottenere il miglior bilanciamento tra rotazioni efficienti e robustezza delle stesse (assenze di rotture). I dati storici non hanno più il valore che tradizionalmente veniva assegnato ad essi, in quanto a causa della pandemia, il carrello medio è cambiato in alcuni casi notevolmente. Per esempio, il consumatore visita il punto di vendita più frequentemente ma acquista volumi inferiori. L’incremento delle preparazioni dei cibi a casa e l’utilizzo del canale elettronico ha cambiato lo scenario complessivo.
2.PROLUNGAMENTO DELLA DURATA DI CONSERVAZIONE
Sono in aumento in tutto il mondo gli investimenti nell’ambito della conservazione. Confezionamento sottovuoto e a bassa temperatura sono misure messe in atto per abbattere le rotture di stock in prodotti di alto valore come quelli nei reparti di carne, pesce e gastronomia.
3.REVISIONE DELLE OPERATION DI FILIERA CONTROLLO QUALITÀ IN INGRESSO AI CEDI
L’ottimizzazione della catena del freddo e l’impiego delle tecnologie di tracciamento e monitoraggio delle forniture è un ambito in cui molti retailer stanno investendo. Si questo versante si possono ottenere miglioramenti consistenti nella gestione degli stock.
4.OTTIMIZZAZIONE DEL LAYOUT E DEI DISPLAY DEGLI SCAFFALI CON CONTINUITÀ
La giusta quantità di prodotto a scaffale è fondamentale per ridurre le rotture di stock. È possibile adottare soluzioni modulari innovative che ridimensionano in modo dinamico il display durante la giornata in modo da affrontare le variazioni di affluenza, soprattutto a fine giornata.
5.APP PER OTTIMIZZARE IL SELL-OUT
Nonostante sia usuale da parte della gdo adottare politiche di dynamic pricing per spingere la vendita di prodotti vicini alla data di scadenza o freschi deperibili, i consumatori spesso non colgono le occasioni per mancanza di visibilità sulle stesse. Vi è la possibilità di utilizzare delle App che forniscono agli acquirenti informazioni circa la disponibilità di prodotti a prezzi ribassati e sconti particolari in riferimento alle date di scadenza. L’app iThanks di cui si parla precedentemente, è un esempio di questo tipo di soluzione.
Oltre a ciò, McKinsey indica come opportunità, l’utilizzo di App di questo tipo che consentano anche l’acquisto, in modo da velocizzare le operation, rendendole ancora più efficienti.