Dal Rapporto 2018 di Assofranchising presentato alla Sapienza di Roma si evincono dati positivi, che indicano forte crescita: il giro d’affari complessivo 2017 (24,545 miliardi di euro) è aumentato del 2,6%. Lombardia, Lazio e Campania le regioni italiane con più insegne

Il 2017 è stato l'anno migliore per il franchising italiano. Giro d’affari, occupazione, insegne italiane all’estero e master delle insegne straniere che scelgono l’Italia: tutte queste voci sono accompagnate da indicatori in crescita. È il messaggio che suggella il Rapporto 2018 di Assofranchising, l’Associazione italiana del franchising, presentato oggi a Roma, alla Sapienza, in collaborazione con l’Osservatorio permanente del franchising dell’ateneo, l’unico studio a certificare i dati effettivi di chiusura annuale delle aziende, e con interventi di Bernardino Quattrociocchi, professore ordinario all'Università La Sapienza, e di Mariano Bella, responsabile ufficio studi Confcommercio.

Dalle 929 insegne prese in esame dal Rapporto emerge che il giro d’affari complessivo 2017 equivale a 24,545 miliardi di euro, una cifra aumentata di 260 bp (+2,6%) rispetto al 2016.

I primi 100 (35 dei quali sono soci Assofranchising) fra i 929 franchisor presi in esame rappresentano il 60-70% dell’intero mercato italiano per punti di vendita, giro d’affari e addetti occupati.

Dal 2014 al 2017 il giro d'affari è aumentato del +5,7%, il numero complessivo di negozi è salito nella misura positiva del 3,8%, mentre è calato (-1,3%) solo il numero delle insegne in questi tre anni.

Italo Bussoli, presidente di Assofranchising

"Il franchising si conferma un settore sempre più in crescita e appetibile anche per i più giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro –aggiunge Italo Bussoli, Presidente di Assofranchising–. Crescono gli imprenditori e gli addetti al settore. Con il sistema franchising si riduce notevolmente il rischio di impresa, e gli investimenti iniziali sono in molti casi estremamente competitivi. Affiliarsi a un gruppo già affermato permette anche a chi è alle prime armi di acquisire un know-how di rilievo: in questo modo si impara un mestiere in breve tempo, rimanendo però imprenditori di sé stessi".

È aumentato il numero di punti vendita su tutto il territorio nazionale (+1,9%). Addirittura a doppia cifra (+16,4%) l'incremento numerico dei Master delle insegne straniere che scelgono l’Italia per sviluppare la propria rete; la variazione positiva in termini di aperture di negozi di insegne italiane all’estero non è lontana dal 30% (+28,1%).

Lombardia (256 insegne), Lazio (104) e Campania (89) le regioni italiane con più insegne.

Il Nord-ovest (area Nielsen 1) primeggia per fatturato, addetti e per insegne franchisor (335), mentre il Sud (area Nielsen 4) detiene il maggior numero di punti di vendita in franchising in valore assoluto (15.933).

Occupazione: "franchising settore giovane e per giovani"

Quasi il 90% dei franchisee ha un’età compresa tra 25 e 45 anni, e 1 su 4 rientra nella fascia 25-35 anni. Il 36% dei punti di vendita (dato sostanzialmente stabile) è a conduzione femminile.

Alla fine del 2017 sono 10.079 (+28,1%) i punti di vendita in franchising di insegne italiane all’estero. Di questi, i marchi soci di Assofranchising controllano 4.226 negozi, quasi il 50% del totale. "Il dato conferma ancora una volta -commenta Italo Bussoli- l’attitudine e la vocazione dell’Associazione ai collegamenti internazionali in favore dei propri soci, che possono usufruire di numerosi vantaggi e dei rapporti consolidati di Assofranchising con enti di rilievo come il World Franchise Council (Wfc), l’European Franchise Federation e l’Ice l’Agenzia del Ministero dello sviluppo economico per la promozione delle imprese italiane all’estero".

"Gli appuntamenti di Mosca e New York da poco conclusi, costituiscono occasioni di grande visibilità e sviluppo per i nostri soci, per presentare il valore dei brand italiani a livello globale –aggiunge Bussoli–. Assofranchising supporta e sostiene il loro sviluppo anche attraverso iniziative come queste per favorire occasioni di business all’estero per i franchisor e assisterle in tutte le fasi necessarie. Non va infatti dimenticato che Assofranchising è l’unica associazione italiana del franchising titolata a far parte del Wfc".

Chi sale...

Il food si conferma il settore che cresce di più, includendo nel food sia la ristorazione e i suoi nuovi format, sia la Gdo, quest'ultima grazie al contributo e all'apporto di discount e nuovi format in ambito bio.

Tendenze positive anche per palestre e centri estetici, cliniche e servizi ambulatoriali per la salute, automotive, cosmetica e immobiliare in franchising che, nel 2017, torna a superare il miliardo di fatturato.

...e chi scende

In calo il settore viaggi e turismo per quel che concerne le agenzie di viaggi, penalizzato dai servizi online e dalle nuove forme di hospitality, mentre l’hotellerie in franchising rimane ancora stabile. Segnano percentuali negative anche abbigliamento e servizi per l’infanzia che, a causa del calo delle nascite nel nostro Paese, tornano ai livelli del 2014.

Il Salone del Franchising

Assofranchising è partner chiave del "Salone Franchising Milano" che torna a Fieramilanocity dal 25 al 27 ottobre 2018. Alla 33° edizione dell’evento leader in Italia per il franchising e il retail partecipano l’intera filiera del mondo dell’affiliazione, 200 catene distributive, tutti i player istituzionali e delegazioni internazionali. I visitatori potranno sviluppare occasioni di business incontrando i responsabili delle aziende, seguire corsi gratuiti di formazione, partecipare al Talent Show dedicato a giovani con idee innovative per aprire un negozio in franchising, vivere dibattiti, seminari e momenti di show entertainment, che animeranno la tre giorni dell’evento.

Antonio Fossati

"Le statistiche evidenziano un comparto in piena salute, in crescita e più maturo -commenta Antonio Fossati, Presidente di Salone Franchising Milano-. Il franchising si conferma dunque come modello di impresa, specie in una situazione economica complessa come l’attuale. L’aumento del fatturato del comparto si accompagna ad una riduzione delle catene distributive franchisor a dimostrazione di una rete sempre più sana e che tende a ridurre le formule improvvisate del franchising".

 

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