Assolatte: “30 anni di mercato comune. Ancora troppi ritardi”

In occasione del trentennale dall'entrata in vigore del Trattato di Maastricht e del mercato unico della Comunità Europea, Assolatte traccia un bilancio

In occasione del trentennale dall'entrata in vigore del Trattato di Maastricht e del mercato unico della Comunità Europea, Assolatte traccia un bilancio e fa una panoramica del settore. "L’abbattimento delle frontiere interne all’Unione è stato positivo per il settore lattiero caseario italiano -commenta Paolo Zanetti, presidente di Assolatte-, in particolare per il grande impulso che ha dato al commercio estero. Lo snellimento burocratico ha liberato il nostro potenziale, un made in Italy di qualità e varietà, e i nostri formaggi hanno conquistato i mercati europei e reso l’export la grande leva di sviluppo che è oggi".

I risultati

Se nel 1993, stando a quanto sottolinea Assolatte, le imprese italiane esportavano 69.000 tonnellate di formaggi; oggi ne esportano 360.000 con un fatturato salito da 312 milioni di euro ad oltre 2,3 miliardi.

Le considerazioni di Assolatte

"La libera circolazione -dice Assolatte- ha rappresentato un valore cui l’Italia e gli altri Paesi Membri hanno aderito e che ha ispirato i molti accordi commerciali negoziati dalla Commissione Europea con partner esteri fondamentali: Canada, Giappone, Corea del Sud, Svizzera, solo per citarne alcuni. Negli ultimi 10 anni, periodo nel quale sono entrati in vigore gli accordi di libero scambio più importanti per il lattiero caseario, il fatturato extra-UE è cresciuto del 70% arrivando a 1,3 miliardi di euro".

Come intervenire per il futuro

Secondo l'associazione di categoria, servono azioni concrete da parte delle istituzioni europee e nazionali, con soluzioni concertate a livello comunitario per rendere più effettiva la libertà proclamata. "La libera circolazione -sottolinea Zanetti- ha valore solo se è in grado di apportare vantaggi netti a tutti. A preoccupare le nostre aziende sono gli effetti distorsivi delle norme dei singoli paesi che rendono i propri prodotti più competitivi degli altri concorrenti europei. Mercato comune, per noi significa regole comuni con cui confrontarsi". Un'ultima considerazione riguarda Nutriscore: A riguardo Zanetti aggiunge: "Ci chiediamo, e chiediamo alle istituzioni UE, quale reale beneficio può trarre un formaggio italiano dall’entrare liberamente nel mercato di un altro Stato Membro ed essere poi qui “bocciato” dal sistema di etichettatura in vigore".

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