Aziende non attrezzate per l’m-commerce

Commercio in mobilità – Molte analisi concordano nell’assegnare al traffico via smartphone il futuro dell’e-commerce e di internet. Ma le aziende italiane non sono ancora pronte ad affrontare il mercato: eppure l’Italia è prima in Europa per possessori di telefonini di ultima generazione

Sempre più internet, ovunque siamo, in viaggio o al supermercato, comunque in movimento, sempre meno Web ovvero accessi dal pc. La tesi di Chris Anderson e Michael Wolff è comparsa ad agosto su Wired. Non tutti concordano, ma sul primo punto ci siamo: secondo ABI research le vendite tramite dispositivi mobile nel mondo nel 2015 arriveranno a 119 miliardi di dollari, 7 volte in più rispetto ai 18,3 miliardi del 2009. Nel secondo trimestre del 2010 le vendite globali di dispositivi mobile sono salite del 13,8%, ed entro il 2013 i dispositivi mobile potrebbero superere i PC per il collegamento a Internet (fonte Gartner). Il traffico dati su reti mobili a livello globale è quasi triplicato in un anno, dopo lo storico sorpasso del dicembre 2009 quando ha superato il traffico voce; nonostante la banda larga mobile rappresenti solo il 10% del totale delle sottoscrizioni mobili cresce a un livello 10 volte superiore rispetto al traffico voce (dati Ericsson).
Per una volta tra l'altro in quanto a possesso di tecnologia post-html (cellulari di ultima generazione) siamo attrezzatissimi: l'Italia è infatti il Paese con la maggiore penetrazione di smartphone, 13 milioni, il 28% del totale cellulari (media europea: 12%, fonte: Nielsen online). In 10 milioni (+29% nel 2009), prevalentemente uomini e nella fascia tra i 25 e i 44 anni, accedono alla Rete tramite dispositivi mobile, e sono il 40% dei 25 milioni di navigatori. Chi non si collega a Internet dal cellulare pensa al costo eccessivo: secondo Sos Tariffe 2010 le tariffe italiane dei servizi mobile Internet per l'utenza privata sono fra le più alte d'Europa.

M-commerce ancora un'incognita
Le aziende italiane sono pronte a cogliere le opportunità? Fa il punto della situazione il rapporto “L'e-commerce in Italia 2010 - Il mobile e l'e-commerce” di Casaleggio Associati.
Dal sondaggio emerge che solo il 14% delle aziende che in Italia fa e-commerce sta attuando una strategia mobile, il 35% ha in programma di investire nell'ambito tra la fine 2010 e il 2011 e quasi la metà, il 45%, non ha pianificato investimenti. Perché? Il 30% semplicemente non ci ha pensato, il 26% ritiene di non poterne trarre vantaggi apprezzabili, il 15% ritiene che il canale sia inappropriato rispetto alle esigenze aziendali, e tra il 9 e il 10% non comprende in che modo sfruttare il canale in modo coerente alla propria azienda o al contrario ha in programma d'investire a breve nel settore.
Quali sono gli obiettivi delle aziende che puntano al mobile? Per il 28% l'aumento delle vendite e per il 23% la fidelizzazione dell'utente; meno importanti sono considerate la costruzione dell'immagine del brand e l'espansione di attività di marketing (14%). Le attività che le aziende e-commerce italiane ritengono primarie per sfruttare al meglio questo canale sono per il 29% promozioni mirate rispetto al target, per il 17% l'ottimizzazione del proprio sito per la navigazione attraverso cellulare, per il 15% il marketing localizzato che sfrutta le possibilità di geolocalizzazione offerte dai telefoni cellulari.
Solo una minoranza delle aziende pensa al canale mobile come strumento di connessione con il canale fisico con coupon per ritiro in negozio (13%) o codici promozionali utilizzabili per sconti on o off line (14%). E sono anche poco propense a utilizzare il servizio informativo via Sms e la review dei prodotti, la comparazione dei prezzi e il controllo dello stock di magazzino: complessivamente insomma le aziende preferiscono focalizzare l'attività mobile sulla vendita e non sull'offerta di servizi al consumatore.
Solo il 18% ha già predisposto il sito per la navigazione da mobile (il 42% permette di consultare il catalogo dei prodotti, il 33% consente l'acquisto).
Tra le aziende che ancora non hanno ottimizzato il sito per la navigazione da mobile, il 27% pensa di farlo entro il prossimo anno, il 24% entro il 2012 e il 19% nei prossimi sei mesi. Il 30% che non ha ancora programmato nulla ritiene che che in Italia i clienti mobile siano ancora troppo pochi (27%), o è scoraggiato dalla mancanza di budget (17%) e di infrastrutture di supporto nell'ambito mobile (18%).

Geolocation che passione
La navigazione da mobile dà la possibilità di condividere la propria posizione geografica. La maggior parte delle aziende utilizzerebbero questi dati per offrire servizi legati al contesto e alle esigenze dell'utente, puntando sulla tempestività del servizio. Il 28% vorrebbero offrire il supporto in tempo reale alle problematiche dell'utente, mentre il 27% proporrebbe un servizio utile legato al contesto in cui l'utente si trova. In ottica di fidelizzazione della clientela sono presenti anche aziende che vorrebbero utilizzare lo strumento per avvertire di malfunzionamenti (19%) o richieste comuni (18%) in funzione del contesto specifico. In relazione agli interessi degli utenti le aziende ritengono che i servizi mobile maggiormente appetibili possano essere: la consultazione del catalogo (27%), l'assistenza in tempo reale (23%), l'acquisto da mobile (22%), “trova il punto vendita” (14%) e le promozioni tramite sms (13%).

Contenuti digitali i più acquistati
La vendita da dispositivo mobile sta acquisendo una nicchia dell'e-commerce anche se in Italia è limitata a pochi operatori in particolare nell'ambito trasporti e abbigliamento. I prodotti più acquistati via mobile sono i contenuti digitali (suonerie, apps, musica, video clip) (61%); oggetti di elettronica di consumo (57%); libri (42%); vestiti (34%); computer, laptop e correlati (31%); gioielli e orologi (16%); altro (15%). (Fonte: pricegrabber.com)

Come t'utilizzo l'm-commerce
Ecco alcuni utilizzi non banali di m-commerce da parte di operatori “smart”.

  • SNCF, gestore di treni francesi, vende libri, e-book, giochi, musica e altro digital content da usare durante il viaggio.
  • La britannica Zavvi, che vende Dvd e libri, ha affisso manifesti nella metropolitana londinese che esortavano a partecipare ad un concorso per vincere mille sterline. Nel messaggio di conferma c'era un codice per poter avere una sterlina di sconto presso il pdv. L'iniziativa ha creato 24.000 codici sconto di cui 19.000 utilizzati e 150.000 sterline di fatturato.
  • Un'applicazione Ikea utilizza la fotocamera degli smartphone per visualizzare i mobili del catalogo all'interno del contesto della propria casa: è stata scaricata più di 200.000 volte.
  • Le pagine gialle canadesi hanno inserito la funzione di ricerca di esercizi commerciali legata all'umore, usando il database sociale Urbanizer (romantico, festaiolo ecc).
  • Zipcar, servizio di carsharing statunitense, con l'applicazione iPhone identifica la macchina, fa suonare il clacson e la apre
  • A Seattle da aprile 2010 Starbucks ha reso disponibile un'applicazione per iPhone e iPod Touch per pagare nei suoi negozi e saltare la coda in cassa. Starbucks ha lanciato una campagna su Foursquare (applicazione location based) che premia gli utenti che entrano in 5 negozi della catena con un'immagine digitale
  • L'applicazione Pepsi Loot ricompensa i clienti che visitano ristoranti che servono Pepsi con contenuti digitali come canzoni (tra oltre 250.000 disponibili). I ristoranti possono veicolare tramite l'applicazione offerte speciali.
  • Citi Bank ha realizzato per gli Stati Uniti il servizio Citishopper per fare comparative shopping tra oltre due miliardi di prodotti.


Metodologia della ricerca
Il rapporto è stato condotto tramite questionari on line, interviste telefoniche e incontri diretti con i principali attori del settore. Su un totale di 2.751 aziende prese in esame, 390 hanno partecipato attivamente alla creazione del Rapporto per i dati sull'e-commerce e 154 alla realizzazione delle informazioni relative all'utilizzo del mobile a supporto dell'e-commerce. Le aziende valutate hanno sede in Italia e i dati sono riferiti alle vendite on line verso i clienti finali. Sono state considerate vendite on line tutti gli ordini di prodotti on line, anche se il pagamento è stato ricevuto off line.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome