B Corp, la rete d’imprese di un nuovo modo di creare business

Fare qualcosa per la comunità è il nuovo imperativo per un’azienda che vuole dimostrare di essere effettivamente sostenibile: la modifica dello statuto, per raggiungere obiettivi di benefici comuni, e la rigorosa certificazione internazionale rappresentano oggi passaggi chiave per l'azienda al passo con i tempi (Coverstory, Mark Up n. 312 settembre 2022)

Le Società Benefit sono state introdotte nel nostro ordinamento dalla Legge di Stabilità del 2016, su ispirazione delle Benefit Corporation presenti negli Usa, e l’Italia è pioniera in questa trasformazione: il modello Società Benefit è già stato adottato da oltre mille aziende nazionali. Le imprese profit modificano il loro statuto aggiungendo anche l’obiettivo del bene comune. Non rappresenta, però, una nuova forma giuridica di società, ma si qualifica come un quid pluris delle forme societarie già esistenti.

Le Società Benefit, oltre allo scopo di dividere gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interessi.

Hanno l’obbligo di redigere una relazione annuale di impatto e devono sottoporsi a una valutazione quantitativa e qualitativa dell’impatto sociale generato, ossia delle proprie performance sociali e ambientali, utilizzando uno standard di valutazione esterno che rispetti i requisiti indicati dalla legge.

In particolare, le aree in cui le Società Benefit vengono valutate sono: governo d’impresa, lavoratori, ambiente e altri portatori di interesse.

Certificazione B Corp

La certificazione B Corp è riconosciuta a livello internazionale. Le B Corp si distinguono per l’impegno a coniugare profitto, creazione di valore per la società e attenzione all’ambiente. Il raggiungimento della certificazione richiede un rigoroso processo di misurazione e di analisi del profilo di sostenibilità dell’azienda da parte di B Lab, l’ente certificatore e asseveratore dei dati.

La misurazione avviene su cinque temi: governance, comunità, persone, ambiente e clienti. Il valore (la soglia da raggiungere è 80 punti su una scala che arriva a 200), è soggetto a una verifica ogni tre anni per una ricertificazione.

A livello globale, nel mondo secondo le ultime stime, ci sono circa 5.000  B Corp, delle quali oltre 850 sono in Europa e più di 160 in Italia. Circa il 13% delle B Corp in Europa sono nel food and beverage. Su circa 150mila aziende nel mondo che si sono sottoposte al B Impact Assessment, il processo di valutazione necessario per diventare B Corp, solo circa il 3% ha ottenuto la certificazione.

Così le aziende italiane

Illycaffè

È inserita tra le World’s Most Ethical Companies. È divenuta prima Società Benefit (2019) e poi B Corp (2021): la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto questa certificazione internazionale. Un esito di un lungo percorso che è cominciato negli anni Novanta alla ricerca della qualità, lavorando direttamente con i partner coltivatori del caffè verde, soprattutto in Brasile; offrendo un premium price per la qualità di prodotto. Questo ha garantito sostenibilità economica e sociale e si è legato negli anni Duemila alla sostenibilità ambientale, attraverso la cura delle piantagioni e dei processi, portando valore su tutta la filiera produttiva e agli stakeholder.

David Brussa, direttore Qualità e Sostenibilità illycaffè

“Come Società Benefit -spiega David Brussa, direttore qualità e sostenibilità di illycaffè - l’azienda deve redigere ogni anno la relazione d’impatto, che va resa pubblica, dove si indicano gli obiettivi, e i risultati ottenuti, e quelli dell’anno successivo. Uno dei nostri goal è stato definire la road map di decarbonizzazione (entro il centenario dalla fondazione dell’azienda, nel 2033, ndr). L’obiettivo di quest’anno è l’insieme delle azioni per arrivare lì. Un’azienda che vuole diventare società Benefit ha valore dimostrativo, si dà l’obiettivo di crescere nel futuro, diventa una sorta di icona, attrae meglio i giovani talenti. È anche un biglietto da visita di un certo rilievo: per le banche una Società Benefit significa che è trasparente. E ha una linea preferenziale di finanziamento dei suoi progetti”.

“Abbiamo definito la road map
di decarbonizzazione
da raggiungere per il centenario
dalla fondazione dell’azienda, nel 2033. L’obiettivo di quest’anno
è l’insieme
delle azioni per arrivare lì”

David Brussa, Direttore Qualità
e Sostenibilità illycaffè

Da Società Benefit il passo successivo è stata la B Corp. “Certificazioni che parlano di sostenibilità ce ne sono oltre 400 nel mondo: la B Corp è difficile da ottenere e certifica l’eccellenza. Apre le menti e innesca un cambiamento culturale nelle persone che le altre certificazioni non avevano mai portato, rappresentando solo dei paletti. Le aziende B Corp fanno rete e cercano di fare qualcosa per la comunità, un network dove si condividono progetti. Si entra in questo movimento delle aziende certificate, si beneficia di un logo che si può mettere su tutti i prodotti. Negli Usa è quasi un must; in Olanda la catena di supermercati Albert Heijn ha creato l’angolo dei prodotti B Corp, dalla cosmetica al food&beverage. Ci sono testimonianze di aziende sconosciute all’estero, che diventate B Corp sono state chiamate da altre società e si è aperto un mercato: si è acceso un riflettore”. 

Gruppo Fileni

Fileni Massimo Gruppo Fileni
Massimo Fileni, vicepresidente Gruppo Fileni

A giugno, alla Facoltà di Agraria dell’Università di Ancona, Gruppo Fileni ha presentato il nuovo bilancio di sostenibilità 2021, alla quarta edizione. Oggi è diventata la prima azienda al mondo, che alleva e produce carne, a conquistare l’ambita certificazione B Corp. L’esito di un lungo percorso che prima l’ha portata a essere Società Benefit. “Essere diventati B Corp non è un traguardo, ma un nuovo punto di partenza per continuare a lavorare generando sostenibilità e soprattutto rigenerazione, parola che ci piace usare: tutto quello che facciamo deve avere impatto rigenerativo e riportare valore. Essere diventati B Corp ci fa entrare in un mondo e in un contesto che ci facilitano anche dal punto di vista relazionale: questo ci aiuterà a individuare nuovi progetti, nuove sinergie e nuovi partner con cui collaborare” sottolinea Roberta Fileni, vicepresidente del Gruppo.

Fileni, 500  milioni di euro di fatturato, circa 300 allevamenti (la superficie dei quali per circa il 30% è bio, in proprietà o in soccida), è il primo produttore italiano ed europeo di carni avicole da allevamento biologico e il terzo player nel settore avicunicolo nazionale. Dal 2000 ha acquisito la certificazione per la produzione biologica. E da allora ha investito per potenziare la propria filiera, arrivando a proporre nel 2019 una gamma di prodotti biologici completa. Gli stabilimenti e gli allevamenti del Gruppo utilizzano energia 100% rinnovabile (autoprodotta  o acquistata con garanzia di origine) e sono Carbon Neutral; l’azienda investe poi molto nel fotovoltaico.

“Ci siamo visti riconoscere
un progetto di innovazione sostenibile ventennale, coronato da numerose tappe: fino alla recente pubblicazione
del Manifesto di sostenibilità”
Massimo Fileni, VP di Gruppo Fileni

Aderendo al Climate Pledge, si è assunta l’impegno di rendere carbon neutral anche la filiera dieci anni prima rispetto a quanto definito dagli accordi di Parigi (2040 anziché 2050). Oltre il 50% dei trasporti avviene con biometano e sta pianificando il passaggio all’elettrico per la flotta dei mezzi tecnici dell’agricoltura e dell’allevamento e per tutte le auto utilizzate dai dipendenti e funzionari. È la prima azienda italiana a impegnarsi a rispettare i criteri dell’European Chicken Commitment, nato per migliorare gli standard di allevamento e macellazione nella filiera dei polli da carne a livello commerciale.

Il controllo della filiera  è completo, con mangimifici di proprietà e utilizzo di mangimi  vegetali bio; gli allevamenti rispettano standard stringenti di welfare animale e la quasi la totalità della produzione in antibiotic free. Tutto il processo produttivo è inoltre organizzato per eliminare all’origine qualsiasi forma di spreco ed eccedenza nella logica dell’economia circolare. Nel 2020 ha realizzato il primo packaging compostabile del settore (vassoio in Mater-Bi, film protettivo in pla, ed etichetta in carta biodegradabile) che utilizza per la linea antibiotic free; per il bio impiega invece un innovativo vassoio in cartoncino.

Andriani

Andriani Michele Andriani
Michele Andriani, presidente e a.d. di Andriani

L'impresa pugliese è un punto di riferimento per l’innovazione e la sostenibilità. Ha approvato il primo Codice di condotta fornitori per una responsabilità estesa, che comprende 11 temi emersi dall’analisi di materialità, tra cui l’economia circolare. L’azienda ha anche ottenuto per la seconda volta consecutiva la certificazione di Great Place to Work Italia: le organizzazioni certificate da Great Place to Work si contraddistinguono per la minuziosa attenzione al benessere dei dipendenti e alla qualità dell’ambiente     di lavoro.
L’azienda  di Gravina in Puglia è diventata Società Benefit e punta divenire anche B Corp. “Siamo stati impegnati circa tre mesi: essere Società Benefit significa integrare, nell'esercizio dell'attività d’impresa, obiettivi volti sia al profitto sia al beneficio comune, operando in modo sostenibile e responsabile con la volontà di creare e distribuire valore per tutti gli stakeholder -fa notare  il presidente e ad Michele Andriani-.  Il mondo dell'impresa oggi è chiamato ad assumersi la responsabilità di un cambiamento di paradigma orientato al bene comune e non solo al profitto. È una transizione necessaria che noi di Andriani abbiamo sposato concretamente, in coerenza con il nostro ruolo di agenti del cambiamento, non limitandoci a influenzare il mercato solo attraverso l’impegno in R&D sui prodotti, spinti dal motore dell'innovazione”.

“Abbiamo messo in relazione ogni nostra attività ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. E per farlo abbiamo modificato
il nostro statuto”
Michele Andriani, Presidente
 e A.D. di Andriani

Roncadin

Dario Roncadin, a.d. di Roncadin

Ogni anno l'impresa friulana produce oltre 100 milioni di pizze surgelate made in Italy che raggiungono i mercati di tutto il mondo. Il cambio di denominazione in Società Benefit è il coronamento di un percorso di miglioramento continuo negli ambiti della sostenibilità e della Csr che l’azienda di Meduno (Pn) ha cominciato fin dalla sua nascita, nel 1992, fino ad arrivare al 2022 al primo bilancio di sostenibilità.

“La scelta di diventare Società Benefit ci porterà a valorizzare al massimo il nostro impegno, nonché a confrontarci con le migliori best practice in materia -afferma Dario Roncadin, amministratore delegato-. Un valore anche per i nostri fornitori e stakeholder, dipendenti e collaboratori, che sono veri e propri brand ambassador di Roncadin, ma anche i talenti che vogliamo attrarre.  Abbiamo sempre dato attenzione alle rinnovabili (potenziando negli anni l’impianto fotovoltaico che oggi copre buona parte del nostro fabbisogno energetico) tanto da aver ricevuto già nel 2014 il premio Coop for Kyoto per l’utilizzo di energia 100% green; abbiamo un sistema di recupero delle acque di scarico con un impianto di depurazione; stiamo convertendo l’intero parco auto aziendale all’elettrico, scegliamo filiere di approvvigionamento il più possibili sostenibili e la quota di packaging proveniente da materiali riciclati è oggi all’80%, con alcune linee di prodotto che presentano confezioni di cartone 100% riciclabili e film protettivo che avvolge il prodotto interamente compostabile. Per quanto riguarda le persone e il lavoro, la scelta è da sempre quella di investire in formazione, sicurezza, salute e benessere, con azioni che si allargano fino a coinvolgere l’intera comunità”.

“Le nostre scelte sono un valore per fornitori e stakeholder,
dipendenti e collaboratori, ma anche per
i talenti che vogliamo attrarre nella nostra impresa”
Dario Roncadin, A.D. di Roncadin

Cortilia

Porcaro Marco Cortilia
Marco Porcaro, ceo di Cortilia

La trasformazione coinvolge anche la distribuzione. Cortilia ha modificato il proprio statuto per diventare ufficialmente Società  Benefit nel gennaio 2021. Un passo fondamentale per l’azienda, coerente con il suo percorso. Fin dallanascita ha puntato su un approccio fortemente improntato all’etica e alla sostenibilità. “Attraverso la trasformazione inSocietà Benefit -sottolinea il ceo & founder Marco Porcaro- Cortilia ha confermato anche da un punto di vista formale e legale il proprio impegno verso un modo di operare responsabile e trasparente. Il nostro statuto prevede diversefinalità di beneficio comune da perseguire: riduzione dell'impatto ambientale diretto e indiretto; promozione del modello a filiera corta per lo sviluppo dei produttori locali; trasparenza e corretta informazione; sensibilizzazione deiconsumatori verso uno stile di vita sostenibile; coinvolgimento e ascolto degli stakeholder nei processi decisionali;creazione di una comunità aziendale che possa diffondere una cultura improntata all'inclusione, all'etica e allasostenibilità”.

“Lo statuto prevede molteplici
finalità di beneficio comune

da perseguire, mentre
la nuova sede generale
comprende progetti di tutela

e promozione della biodiversità
e attività didattiche”
Marco Porcaro, CEO di Cortilia

Recentemente ha inaugurato la nuova sede di Cassina de’ Pecchi, alle porte di Milano, e ha annunciato l’ottenimento della certificazione B Corp. Lo spazio multifunzionale di 50 mila mq è in linea con i più alti standard di sostenibilità ambientale. Tanto che è valso al sito la certificazione Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), il riconoscimento più diffuso a livello mondiale per quanto riguarda l’edilizia sostenibile, con livello di attestazione Gold. La nuova sede è alimentata da energia elettrica proveniente al 100% da fonte rinnovabile, la metà generata da un sistema fotovoltaico di ultima generazione. Anche gli uffici sono ideati pensando alla migliore qualità di fruizione per i collaboratori. L’area verde che circonda l’headquarters sarà in parte destinata a progetti di tutela e promozione della biodiversità e attività didattiche.

Gruppo Grendi

Musso Costanza MA Grendi
Costanza Musso, a.d. di MA Grendi

Anche la logistica si muove in questa direzione e punta a essere sempre più sostenibile. Il Gruppo Grendi è il primo operatore marittimo italiano divenuto Società Benefit a giugno del 2021. Degli obiettivi misurabili su cui dovrà rendicontare ogni anno tre sono i temi: ambiente, persone e interdipendenza tra tutti gli attori economici della filiera, al fine di aumentare la creazione di valore.  Sul primo punto il focus è nel “ridurre i consumi energetici nella gestione dei magazzini e nei trasporti, con l’obiettivo di azzerare l’impronta di carbonio e altri gas clima alteranti derivanti dalle proprie attività”. Sul secondo Il Gruppo Grendi si impegna, tra l’altro, a “investire nella felicità dei propri collaboratori favorendo la crescita professionale e il benessere nella sfera lavorativa e privata attraverso progetti ad hoc, come le iniziative in materia di welfare”.  “La responsabilità sociale è sempre più pervasiva. Il nuovo statuto è un punto di orgoglio per il Gruppo che da anni opera in maniera consapevole e trasparente, lavorando in direzione di una logistica sempre più sostenibile e resiliente. Partiamo dai nostri 190 anni di esperienza, tendendo la mano alle nuove generazioni” racconta Costanza Musso, amministratore delegato M.A. Grendi dal 1828.

“Obiettivi misurabili su tre temi: ambiente, persone
e interdipendenza tra tutti
gli attori economici della filiera,
al fine di aumentare

la creazione di valore”
Costanza Musso, A.D. di MA Grendi

Grendi collabora con il dipartimento di Ingegneria dei Trasporti dell’Università di Cagliari per sviluppare un modello specifico di calcolo delle emissioni di Co2 equivalente nelle soluzioni di trasporto integrato offerte. Con la linea merci Marina di Carrara-Olbia, che dal 2021 affianca la Marina di Carrara-Cagliari, ha permesso una sensibile riduzione dei trasporti su gomma tra Sud e Nord della Sardegna pari a circa 100 mila km al mese nel periodo luglio-dicembre 2021. Il Gruppo ha anche avviato il percorso per ottenere anche la certificazione B Corp.

Così le multinazionali

Danone Italia

La multinazionale francese ha fatto della conciliazione tra economia, etica e sostenibilità un pilastro del proprio operato. L’ottenimento della certificazione B Corp conferma questo impegno. “Le B Corp sono aziende che credono fortemente in un nuovo modello di economia partecipativa che concili la creazione di valore economico con la realizzazione del bene collettivo -spiega Fabrizio Gavelli, presidente e amministratore delegato Danone Company Italia e Grecia-. Il nostro percorso di certificazione è iniziato, per tutte le aziende di Danone in Italia, con l’adozione dello statuto di Società Benefit. Il processo di certificazione come azienda B Corp passa poi attraverso il Business Impact Assessment, una valutazione rigorosa, effettuata da un ente terzo, che certifica l’impegno nei confronti di persone, ambiente, comunità, governance e consumatori. In Danone crediamo che le aziende abbiano una responsabilità verso il pianeta e le comunità nelle quali operano e abbiamo scelto di aderire a un movimento, B Corp, fatto di aziende che condividono i nostri stessi valori e ambizioni”.

La scelta ha anche benefici sul piano del business. “Questa comunanza di intenti ha portato alla nascita di partnership proficue e progetti di forte impatto sociale. La certificazione B Corp ha contribuito all’immagine aziendale e anche a quella di tutti i nostri brand, che si fanno portavoce dei valori B Corp e abbracciano impegni di tipo sociale e ambientale, con campagne che rappresentano un elemento distintivo del nostro modo di fare business. La certificazione ci ha poi aiutato a rafforzare il senso di appartenenza all’azienda: i nostri Danoners sono orgogliosi di essere parte di un impegno tanto ambizioso e di contribuire a realizzarlo anche grazie al loro operato quotidiano. Rappresenta, inoltre, un fattore determinante di employer branding: sappiamo quanto le più giovani generazioni siano appassionate e sensibili ai temi ambientali e sociali ed è elemento attrattivo per i migliori talenti”.

Nespresso Italiana

Reuter Thomas Nespresso Italiana
Thomas Reuter, direttore generale di Nespresso Italiana

Nespresso ha ottenuto recentemente, a livello globale, la certificazione B Corp e lo status di Società Benefit per l’Italia. Con l’adozione dello status di Società Benefit, Nespresso Italiana ha confermato di perseguire un modello di business sostenibile, affiancando alla finalità di profitto quelle di beneficio comune. Tra gli elementi chiave che hanno contribuito alla certificazione vi sono il Programma AAA Sustainable Quality, in collaborazione con  la Ong Rainforest Alliance, per integrare le pratiche di sostenibilità nelle aziende agricole, l’alleanza strategica con Fairtrade e ilprogramma globale di riciclo delle capsule esauste in alluminio.

“Al centro il Programma AAA Sustainable Quality, in collaborazione con la Ong Rainforest Alliance, per integrare le pratiche di sostenibilità nelle aziende agricole. E la circolarità del progetto Da Chicco a Chicco” Thomas Reuter, DG di Nespresso Italiana 

Un esempio è il progetto di economia circolare Da Chicco a Chicco, punto cardine delle attività del programma Nespresso per l’Italia, a sostegno del patrimonio ambientale, sociale, culturale italiano. Da oltre 10 anni consente di riciclare le capsule di caffè in alluminio riportando a nuova vita i due materiali di cui sono composte, un modello virtuoso di partnership tra profit e non profit: l’alluminio delle capsule viene riciclato per trasformarsi in nuovi oggetti; il caffè esausto viene trasformato in compost e usato come fertilizzante in una risaia di Novara. Nespresso riacquista poi il riso per donarlo al Banco Alimentare della Lombardia e del Lazio.

Sempre più green anche le aziende di servizio

  • Le società operative del network di Deloitte in Italia (un fatturato lordo di circa 890 milioni di euro) hanno intrapreso il percorso di trasformazione in Società Benefit. Una scelta in linea con l’impegno di Deloitte a perseguire obiettivi di sostenibilità nelle attività di business, che ha portato a mettere in campo numerosi progetti di grande impatto sociale anche attraverso Fondazione Deloitte
  • Deloitte è stata anche la prima realtà a livello globale a rendere obbligatoria la formazione sul cambiamento climatico per tutte i suoi dipendenti e collaboratori e si è posta l’obiettivo di azzerare le emissioni entro il 2030.
  • All’interno degli statuti verrà inserito l’impegno a “perseguire, nell’esercizio della propria attività economica, una o più finalità di beneficio comune e operare in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti delle persone, del territorio e dell’ambiente in cui opera e dei portatori di interesse rispetto alla sua attività (personale, collaboratori, clienti, fornitori, professionisti, soci)”.

La consulenza aziendale diventa sostenibile

  • Anche il mondo della consulenza aziendale diventa sostenibile. Consulnet Italia e Rödl & Partner hanno annunciano la nascita di SIrcle Società Benefit, da esse partecipata al 50% ciascuna, che si propone di promuovere il modello Easi (Ecosistema aziendale sostenibile integrato), uno strumento per integrare la responsabilità sociale e la sostenibilità nella strategia e in tutti i processi aziendali.
  • Modello riconosciuto da Accredia, l'ente unico nazionale di accreditamento designato dal governo italiano, come valido ai fini della certificazione di parte terza.

Credit management alla frutta

Il Gruppo Fire, prima realtà indipendente in Italia nel credit management, ha invece adottato 100 alberi da frutto provenienti da due aziende agricole biologiche siciliane, con l’obiettivo di garantire una filiera agroalimentare più corta e assorbire emissioni di Co2. Il progetto, Save the Farm, è nato dalla collaborazione tra la start-up innovativa Biorfarm, comunità agricola virtuale che ha lo scopo di valorizzare i piccoli agricoltori, e la Società Benefit LifeGate.

 

 

 

 

 

 

 

 

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