Barometro Furti nel Retail: in Italia il danno è di quasi 3 miliardi

Questo il costo delle differenze inventariali rilevate dallo studio 2015 promosso da Checkpoint Systems, pari all’1,01% del fatturato. A livello mondiale i miliardi di euro sfiorano quota 93.

Nel nostro Paese le differenze inventariali nel retail si attestano all’1,01% del fatturato totale, pari a 2,95 miliardi di euro persi dagli esercenti e a un costo di 208,58 euro per nucleo familiare, ovvero di 90,68 euro a persona. Questi i numeri emersi dall’edizione 2015 del del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail, studio promosso da un Fondo indipendente di Checkpoint Systems.

Nello specifico, in Italia si tratta di differenze inventariali derivanti quasi per il 70 % dai furti, di cui il 45% da parte dei clienti e il 23% dei dipendenti disonesti. Seguono gli errori amministrativi, che si assestano al 19% e le frodi dei fornitori che incidono per un 13%.

Nonostante l’importanza dei numeri, tuttavia, il nostro Paese in buona posizione all’interno di uno scenario globale dove il danno si attesta a 92,98 miliardi di euro, classificandosi 8° su 24 Paesi per differenze inventariali più basse, nonché al 6° posto in Europa per gli investimenti in prevenzione delle perdite.

Aree geografiche. Nel periodo 2014–2015 l’America Latina ha registrato la percentuale più alta di differenze inventariali, pari a 1,55%, seguita da Nord America (1,27%), Asia Pacifico (1,17%) ed Europa (1,05%). I Paesi che presentano le percentuali più alte sono il Messico (1,68%), i Paesi Bassi (1,48%) e la Finlandia (1,38%), mentre le nazioni con i tassi più bassi sono Norvegia (0,75%), Svizzera (0,76%) e Francia (0,81%).

furto furti alcoliciLe categorie maggiormente colpite sono l’alimentare, con vini e liquori in testa alla classifica, seguiti da formaggio e carne fresca; il fashion, con accessori moda, calzature ed abbigliamento sportivo, l’health & beauty, dove ai primi posti si trovano lamette, cosmetici e profumi e infine l’hi-tech.

In termini di differenze inventariali per mercato verticale, si posizionano al primo posto le farmacie e le parafarmacie (1,99%), al secondo i retailer del segmento abbigliamento (1,80%), al terzo i retailer specializzati nella vendita di gioielli e orologi (1,73%) e a seguire, i grandi magazzini (1,66%).

Parlando di soluzioni, il Country Manager Italia di Checkpoint Systems, Alberto Corradini, evidenzia che “con l’implementazione di corrette tecnologie e processi è possibile migliorare la disponibilità della merce, che influisce direttamente sulla soddisfazione dei clienti e sulla redditività dei retailer”.

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