Biochimica guarda al futuro della detergenza

Con “il coraggio del buon senso” l’Ad Paola Scapoli, forte delle conoscenze tramandate dal padre, fa crescere l’azienda puntando ai nuovi bisogni dei consumatori (da Mark Up n. 280)

Il rientro in azienda, sette anni fa, aveva il preciso obiettivo di traghettare Biochimica verso il futuro. Dopo 30 anni di esperienze in diversi ambiti, dalla rappresentanza di tessuti in giro per il mondo all’assessorato alle attività produttive e del commercio nel comune di Casalecchio di Reno (Bo), Paola Scapoli è oggi una delle donne forti del mercato della detergenza casa. Sua sfida principale: rinnovare l’azienda fondata dal padre Gianni. Dotata di carisma e attitudine al lavoro, ogni giorno la manager lavora e si confronta anche duramente con distributori e fornitori per ridisegnare un modello di business che tenga testa alle grandi multinazionali del pulito e consenta a Biochimica di crescere.

L’azienda festeggerà il suo 50° anniversario crescendo dell’11% nel primo trimestre del 2019.

Come è riuscita un’azienda famigliare a ottenere questi risultati?

Rimanendo fedeli alla visione che ha fatto nascere Biochimica: la detergenza “sociale”, così la chiamava mio padre quando ancora non esisteva il termine “low cost”. Intendo la capacità e l’impegno nel realizzare prodotti onesti, che funzionano, per occupare quella fascia di mercato che sta vicino ai leader della grande industria, a prezzi competitivi. Oggi è un posizionamento importante, a patto di offrire una promessa qualificante.

Cosa le ha insegnato suo padre?

In primis a pensare con la mia testa. Ad ascoltare tutti, ma ad avere il coraggio delle proprie idee. Lui ancora mantiene questo approccio e, sebbene abbia superato i “4x20”, come dicono i francesi, qualche volta è il primo a suggerire delle soluzioni. È un gran creativo: in qualche modo io mi pongo i problemi con una identica libertà di pensiero. Così, spesso, senza troppe ricerche, arriviamo a conclusioni e valutazioni che riescono a fare la differenza.

Chi vi supporta a livello strategico?

Ho studiato e incontrato bravi professori. Ho chiamato dei buoni consulenti. Ho stimolato e completato la squadra. La visione strategica, se è chiara, fa risparmiare tempo e fatica. Io sono una persona intuitiva, ma ho compreso, negli anni, che è necessario possedere una visione di lungo periodo. I trend sono noti: sostenibilità, attenzione alla salute, chiarezza nella comunicazione ... noi cerchiamo di seguirli e presidiarli tutti.

Le nicchie di oggi saranno il mercato del futuro?

Il futuro ci chiede prodotti sempre più performanti, a prezzi sempre più accessibili. Questo è difficilissimo, per aziende come la nostra che operano a livello nazionale, al punto che molti competitor gettano la spugna. Noi non vogliamo solo “sopravvivere”, ma vivere bene e con profitto. Siamo convinti che i consumatori di domani sceglieranno una detergenza di qualità, ma soprattutto attenta al benessere delle persone. In altri Paesi è già così. In Italia non faremo eccezione: per questo Biochimica si è preparata lanciando Biophura, un brand di cura casa completo, con una filosofia a livello di formulazione che va oltre l’ecologia e si ispira alla dermocosmesi.

La fascia convenienza è il vostro core business: marginate?

A parer mio sempre troppo poco. Abbiamo coltivato un mercato composto da distributori indipendenti, soprattutto nel Centro-Sud, che ci apprezzano e che ci hanno fatto conoscere al consumatore attraverso il nostro marchio storico Soft: gli importanti volumi fanno quadrare il conto economico.

Biochimica opera anche in qualità di copacker: come si collabora con i grandi gruppi del retail?

Dedicando molte energie a un sistema negoziazione che personalmente trovo svilente sia per noi fornitori che per distributori. Le aste non costruiscono partnership, ma cerchiamo ugualmente di rimanere in gioco, garantendo massima qualità e rispetto dei capitolati, anche quando i margini si riducono.

Forti del convincimento che sia necessario non fermarsi mai. “Rilanciato Bio Form Plus e creato il brand Biophura, sentivo che era arrivato il momento di rassicurare il pubblico anche in Tv. Lo abbiamo fatto anche per restituire la fiducia che tanti distributori e consumatori finali ci hanno dato. E per farci conoscere dove siamo meno presenti”.

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