Bioprodotti e chimica verde: i settori del futuro

Carta e pelle dagli scarti industriali delle mele, cassette nel materiale bio-based Polypla, creme per il viso dalle bucce d’uva e di pomodoro: sono solo alcune delle eccellenze italiane in materia di chimica verde, branca innovativa della bioeconomia, un settore che in Europa dà già lavoro a 22 milioni di persone. Come emerso dal BioEnergy Italy di CremonaFiere, al termine il 27 febbraio, solo in Italia disponiamo di 160 milioni di tonnellate di scarti organici che possono essere trasformati in bioprodotti, favorendo l’implementazione di un mercato già in fase di espansione e che entro il 2020 dovrebbe valere fino a 40 miliardi di euro in tutta l’Ue.
Stati Uniti, Cina e Paesi europei come la Germania hanno avviato politiche di sostegno e investimento nei confronti di questi settori. Quest’ultima ad esempio ha stanziato per la bioeconomia un budget quinquennale di 2,4 miliardi di euro, mentre Svezia, Belgio, Norvegia e Danimarca si preparano a far partire programmi ad hoc.

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