Birra Amarcord raccoglie i frutti della strategia gdo

Grazie al suo stabilimento produttivo di Apecchio, ha registrato nel 2020 un fatturato complessivo di 7,1 milioni € per un 50% realizzato in mdd

“Stiamo puntando tanto sul canale gdo. È uno sbocco commerciale in cui siamo stati sempre presenti e nel quale abbiamo sempre creduto, anche quando tanti colleghi non ci credevano. Continueremo a farlo”. Con un 70% del fatturato a oggi realizzato in grande distribuzione, i fratelli Andrea ed Elena Bagli, titolari del birrificio familiare Birra Amarcord nelle grandi catene distributive ci sono entrati da subito, senza troppo timore di “sporcare” con la politica della quantità la nomea della propria qualità, un timore che sicuramente tanti birrifici continuano ad avere, vuoi per pregiudizio, vuoi anche per la forzata domanda di mercato a cui dover dar seguito con ritmi e riconoscibilità di prodotto costanti, che non tutte le strutture produttive possono essere in grado di assicurare.

Nata nel 1997 a Rimini, Birra Amarcord - grazie al suo stabilimento produttivo di Apecchio, in provincia di Pesaro Urbino, con 20mila mq di cui 8mila coperti e 25 dipendenti impiegati – ha registrato per il 2020 un fatturato complessivo di 7,1 milioni di euro (erano 7,6 milioni l'anno precedente), per un 50% realizzato in Private Label. Con 8 milioni di bottiglie in 15 diversi formati e una capacità produttiva di 60mila ettolitri, il birrificio della famiglia Bagli ha all'attivo tre collaborazioni internazionali per le proprie ricette brassicole ed esporta attualmente in 30 Paesi del mondo, con un export del 18% di fatturato (relativo ai prodotti a marchio Amarcord). In merito alla strategie dell'azienda, alternandosi nel parlare, così ci hanno risposto i titolari, Andrea ed Elena Bagli.

Birrificio Birra Amarcord, i titolari Elena e Andrea Bagli

Come si è concluso il 2020 e soprattutto con quali strategie ed obiettivi siete entrati in questo nuovo anno?
Il 2020 si è concluso tutto sommato bene, guardando a ciò che succede nel mondo. Si conclude ovviamente in negativo, poiché avevamo fatto una previsione di crescita, ma tutto sommato abbiamo tenuto i conti in ordine, grazie soprattutto al mondo della Grande Distribuzione che è molto cresciuto nel 2020, con la quale lavoriamo non solo con il marchio Amarcord, ma anche con alcuni nostri marchi dedicati a questo canale e con Private Labels dei clienti. È importante per noi fare una chiara distinzione nel mondo dei marchi diversi da Amarcord: da una parte abbiamo marchi di nostra proprietà, ideati e creati da Birra Amarcord e venduti in esclusiva alla Grande Distribuzione; dall’altra parte, ma in una percentuale inferiore, vi sono le private labels dei player della Grande Distribuzione. Per quanto riguarda le strategie, che in questo caso più che strategie di marketing sono una vera e propria filosofia aziendale, è prioritaria l’intensificazione del rapporto con la filiera italiana, quindi aumento di impiego di materie prime italiane, nonché investimenti su tematiche ambientali. Venendo, invece, ai nostri obiettivi commerciali, vorremmo ovviamente tornare ai numeri complessivi del 2019 nel canale Horeca, mentre con la grande distribuzione puntiamo ad intensificare ancora di più la nostra presenza, anche a mezzo delle mdd e abbiamo già diversi progetti in cantiere. Stiamo inoltre valutando l'opportunità di creare delle Limited Edition e/o delle linee stagionali. Per il 2021 la nostra campagna di investimenti sarà a supporto di qualità ed efficienza, con installazione di serbatoi e nuovi macchinari per rispondere alle esigenze del mercato, andando quindi a migliorare ulteriormente le performances aziendali: più flessibilità e capacità di risposta alle esigenze del mercato.

In che modo state cercando di presidiare il canale retail, come vi state muovendo?
Nel 2020 la Grande Distribuzione ha assorbito il 70% del nostro fatturato e, rispetto al 2019, è cresciuto di 15 punti, coerente con la crescita del settore e questo sia per le nostre birre a marchio Amarcord, sia con i marchi d'insegna. Le politiche di prezzo sono diverse a seconda del marchio/prodotto: con il brand Amarcord, dove c’è anche un lavoro importante sul marketing e il packaging, abbiamo un posizionamento di fascia medio alta, per quanto non troppo alta se paragonata ad altri piccoli produttori italiani. Mentre con gli altri nostri marchi e le mdd abbiamo una politica di prezzo più aggressiva. Sul fronte listini 2021, abbiamo mantenuto una stabilità di prezzi, non essendoci secondo noi i presupposti, in questa situazione globale, per poter pensare ad aumenti.

Parliamo di mdd e del loro mercato...
Produciamo in copacking ma, come dicevamo prima, la maggior parte più che vere e proprie Private Label sono marchi di nostra ideazione, ovvero marchi frutto della nostra creatività e dai noi registrati, dedicati poi in esclusiva ai retailer. Considerando questo, la loro percentuale sul fatturato è del 50% circa. Per andare più nello specifico, parlando del mondo Private Label nel senso lato di cui sopra, esso è composto per il 64% da nostri marchi; i marchi di proprietà terza sono, quindi, minoritari. Riceviamo continuamente nuove richieste di collaborazione, ma per politica interna diamo spazio solo ai progetti che riteniamo più interessanti. Il mercato delle mdd, per la nostra realtà, è in grandissima espansione. Intendiamo quindi valorizzare questa area di business, contando che, per struttura e storia, è una fetta di mercato nella quale abbiamo sempre investito. La nostra azienda è sempre stata improntata sulla flessibilità e sulla differenziazione: siamo quindi in grado, in modo efficace, di produrre diversi stili di birra che possono poi essere confezionati in formati differenti (33cl, 50cl, 75cl, magnum, tappo corona o meccanico, ecc). Questa gestione di pl, che ad altri può sembrare complicata, non lo è per noi. Crediamo infatti che la flessibilità sia il nostro punto di forza.

Quanto export e verso quali mete?
Per quanto riguarda i marchi Birra Amarcord (linea classica, Bad Brewer, AMA), l’export rappresenta 18%. I mercati principali sono in Europa: Spagna, Francia, Svezia, Danimarca e Regno Unito. I marchi dedicati esclusivamente al canale gdo sono destinati quasi interamente al mercato italiano.

In termini di novità, cosa possiamo attenderci?
Come prodotti, stiamo valutando l’opportunità di creare delle Limited Edition e/o delle birre stagionali. In termine di packaging, invece, stiamo decidendo se inserire una bottiglia in un nuovo formato. Numerosi, poi, saranno anche quest’anno gli investimenti: stiamo aumentando la capacità stoccaggio anche in lavorazione, quindi nuovi tank, verranno migliorate alcune macchine per il confezionamento delle bottiglie e stiamo inserendo, inoltre, nuove attrezzature per implementare il laboratorio di analisi, al fine di potenziare ulteriormente la qualità delle nostre birre. Non mancano neppure investimenti per la formazione interna, investimenti finalizzati all’aumento delle competenze in produzione. Stiamo inoltre inserendo materie prime sempre più italiane, con l’obiettivo di accorciare sempre di più la filiera e riappropriarci di un contatto più diretto con i produttori. Infatti, dal 2018 impieghiamo anche luppolo in fiore e pellet coltivato in Italia, precisamente in Emilia-Romagna.

Da gennaio 2021 abbiamo inserito anche malto d’orzo proveniente da agricoltura sostenibile italiana, arrivando a coprire circa il 90% delle esigenze del birrificio in fatto di malto d’orzo, frumento e farro. Questo è per noi fonte di grande orgoglio. Infine, ma non per importanza, continuiamo con gli investimenti “green” intrapresi negli ultimi anni. Una delle grandi novità del 2021 per Birra Amarcord è il 100% di compensazione certificata dell'anidride carbonica emessa dall’uso di gas metano usato nel processo produttivo. Grazie ad un recente accordo, Birra Amarcord acquista crediti che vengono poi spesi per finanziare progetti di tutela dell’ambiente per compensare le emissioni di CO2 in misura pari a quelle generate dalla produzione del birrificio. Già dal 2020, invece, tutta l’energia elettrica utilizzata dal birrificio proviene da fonti 100% rinnovabili. Come riportato orgogliosamente sulle nostre etichette.

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