Blackstone: chi è il fondo interessato a Esselunga

Chi è Blackstone, il fondo interessato a Esselunga

di Luigi Dell'Olio

Il nome di Blackstone torna periodicamente tra i candidati all’acquisizione di Esselunga. È già accaduto nei mesi scorsi alla luce dell’interesse più volte mostrato dal big degli investimenti alternativi per gli asset di matrice familiare e per il nostro Paese. Si tratta di un operatore finanziario attivo in un paniere diversificato di business, dal private equity agli investimenti immobiliari, dagli hedge fund alla ristrutturazione delle aziende in crisi, fino alla consulenza nelle operazioni di M&A.

Schermata 2016-09-12 alle 19.57.54Fondata nel 1985 con la fusione tra una serie di boutique ad opera di Peter Peteron (oltre che imprenditore, protagonista anche di una lunga carriera politica, che lo ha portato tra le altre cose a ricoprire il ruolo di segretario al Commercio) e Stephen Schwarzman (finanziere di lungo corso, con un patrimonio personale stimato in oltre 13 miliardi di dollari), negli anni è cresciuta combinando partecipazioni nell’equity con attività di gestione dei patrimoni per conto terzi.

Il valore di 6 miliardi di euro stimato per Esselunga costituisce un boccone che pochi operatori istituzionali possono digerire, nonostante oggi l’accesso al debito non sia un problema, a fronte di tassi di interesse mai così bassi. Blackstone gestisce asset per oltre 300 miliardi di dollari e in portafoglio può già vantare partecipazioni in realtà del calibro di Hilton, Merlin Entertainments, Travelport e l’italiana Versace.

Ma anche la “pietra nera” sta pagando dazio al difficile momento che sta attraversando il settore dei fondi alternativi, tanto che i profitti del primo trimestre sono calati a150 milioni di dollari (23 centesimi per azione) dai 629,4 milioni (1 dollaro per azione) dello stesso periodo dell'anno scorso. Un motivo in più per puntare con maggiore forza sull’economia reale.

Negli ultimi anni Blackstone si è mostrata molto interessata al mercato italiano: sul finire del 2015, attraverso la società veicolo Logicor, ha rilevato un gruppo di 19 immobili tra Italia e Belgio. Pochi mesi prima aveva acquistato l’immobile sede del Corriere della Sera in via Solferino a Milano, per poi affittarlo alla stessa casa editrice. Ora l’interesse del big americano dei fondi sarebbe soprattutto sui non perming loans delle banche, in particolare Mps.

 

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