Buoni pasto, Anseb traccia le linee di sviluppo per il futuro

da sinistra: Emmanuele Massagli, ANSEB; Paola Gilardoni, CISL Lombardia; Aldo Cursano, FIPE; Luca Beltrametti, Università di Genova; Andrea di Palma, ADICONSUM.
I buoni pasto in Italia rappresentano un mercato da circa 3 miliardi di euro: un sistema da 190.000 occupati tra posti diretti e indiretti. Anseb (Associazione nazionale società emettitrici buoni pasto) ha fatto il punto della situazione in una tavola rotonda per mettere a fuoco anche le esigenze degli operatori di questo mercato fondamentale per i consumatori (il 40% dei lavoratori pranza fuori casa), il fisco e le aziende Sono circa 2,4 milioni i lavoratori che usufruiscono oggi di buoni pasto: 1,6 milioni nel settore privato, e 900.000 nel pubblico. Quattro lavoratori su dieci pranzano fuori casa e hanno quindi esigenza di buoni pasto, utilizzati nel 70% d

Il mercato dei buoni pasto in Italia vale circa 3 miliardi di euro, e rappresenta una filiera lavorativa di tutto rispetto, con 190.000 occupati tra posti diretti e indiretti. L'incidenza sul Pil non è lontanissima dall’1% (0,72%). Sono alcune delle numerose cifre chiave presentate al tavolo istituzionale di Anseb (Associazione nazionale società emettitrici buoni pasto) che raccoglie sotto il suo ombrello e rappresenta l’80% di tutto il mercato italiano dei buoni pasto.

Sono circa 2,4 milioni i lavoratori che usufruiscono oggi di buoni pasto: 1,6 milioni nel settore privato, e 900.000 nel pubblico. Quattro lavoratori su dieci pranzano fuori casa e hanno quindi esigenza di buoni pasto, utilizzati nel 70% dei casi in bar, gastronomie e ristoranti; La grande distribuzione è un soggetto molto importante nel consumo dei buoni pasto perché nel restante 30% dei casi vengono spesi proprio all'interno di supermercati, ipermercati e punti di vendita della gdo.

La detassazione del buono pasto elettronico in vigore dal 1° luglio 2015 ha comportato un guadagno per il lavoratore di 1,71 euro a pasto, circa 380-400 euro l'anno. Gli esercizi convenzionati sono circa 150.000. Il 40% dei loro introiti deriva dall’utilizzo del buono pasto da parte dei lavoratori.

"I principali centri di ricerca che studiano il welfare aziendale confermano che il buono pasto è il benefit preferito dai lavoratori -ribadisce Emmanuele Massagli, Presidente Anseb-. La defiscalizzazione fino a 7 euro del voucher elettronico, entrata in vigore tre anni fa, sta dando i risultati sperati: tecnologizzazione dei servizi, diminuzione degli abusi, velocizzazione dei tempi di pagamento agli esercenti, maggiore reddito in tasca ai lavoratori. Sarebbe però un errore fermarsi a questo punto: l’obiettivo di Anseb è dialogare con il legislatore, i sindacati, i piccoli esercenti, la grande distribuzione, le imprese clienti e i consumatori, affinché questo mercato sia sempre più fluido, trasparente ed efficiente.

Ricette e obiettivi concreti per il futuro 

Ce li elenca Massagli: "innalzare a 9 euro la soglia di defiscalizzazione del buono pasto elettronico; proteggere gli esercenti da operatori scorretti, immaginando fondi di garanzia a loro tutela e chiarendo per via legislativa le caratteristiche che devono avere le società di emissione dei buoni pasto. È importante creare un tavolo di lavoro nazionale che coinvolga tutta la filiera del servizio sostitutivo di mensa; e  rivedere i criteri di valutazione delle offerte nelle gare pubbliche”.

"I buoni pasto sono un fondamento dell’economia, dei consumi e della fiscalità generale -aggiunge Luca Beltrametti, Economista dell’Università Genova- e rappresentano un sostegno indiretto a luoghi (come bar, piccole trattorie,  gastronomie, rosticcerie) spesso legati alla cultura e alle abitudini locali e a stili di vita tipici dell’Italia. La maggiore diffusione dei buoni pasto tra le persone di redditi più bassi avrebbe un impatto perequativo dal momento che il beneficio fiscale è percentualmente maggiore per i redditi inferiori".

"Sos Buoni Pasto", proposta Fipe per migliorare il servizio

"Gli Stati Generali del buono pasto sono un'importante occasione per tutti di fare il punto sull'andamento del sistema e verificare insieme le criticità da risolvere, a partire dai meccanismi delle gare d'appalto per l'aggiudicazione del servizio sostitutivo di mensa su cui è opportuna una riflessione -commenta Aldo Mario Cursano, vicepresidente vicario Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi)-. Fipe ha inaugurato un nuovo corso grazie all'avvio dello sportello Sos Buono Pasto, con cui la Federazione si mette a disposizione degli esercenti per segnalare in modo tempestivo alle società emettitrici di buoni pasto possibili criticità nei servizi, per agevolare risposte e interventi più rapidi. Un approccio basato sulla volontà di migliorare le procedure, proteggendo la nostra categoria da eventuali disservizi e segnalando alle stazioni appaltanti le possibili inadempienze utili a definire un rating reputazionale in fase di gara".

"Il buono pasto è ormai da anni un imprescindibile strumento integrativo al reddito di milioni di italiani – commenta Andrea di Palma, segretario nazionale di Adiconsum (Associazione difesa consumatori)-. Occorre tutelarne l'integrità del valore e difendere i consumatori da quanti operano sul mercato creando disservizi. Lo strumento della gara d'appalto al massimo ribasso, prevista per esempio nella pubblica amministrazione, se non riformata nel senso di coniugare economicità e sostenibilità di erogazione del prodotto ticket, rischia di creare disagi, neanche indifferenti, a quanti sono poi i veri clienti del servizio e cioè i consumatori".

Le potenzialità di crescita del mercato

"Il mercato dei buoni pasto ha ancora grandissime potenzialità di crescita: nel 2017 la quota dei lavoratori che beneficia del buono pasto è salita al 19% -precisa Luca Palermo, amministratore delegato di Edenred Italia-. il gap da colmare è ancora ampio e la collaborazione e il lavoro congiunto degli emettitori è fondamentale per far sì che più beneficiari possibili abbiano accesso a questo benefit. Il buono pasto è uno strumento per abbassare il cuneo fiscale, che consente alle aziende di dare un aumento di retribuzione (potendo usufruire di una defiscalizzazione) e ai lavoratori di beneficiare praticamente di una mensilità in più. In questo scenario, il digitale è un moltiplicatore: limita gli abusi ed educa ai pagamenti tracciati. Un altro punto fondamentale sul quale stiamo lavorando come sistema è la protezione del mercato: creare un organismo di controllo con relativo rating per gli emettitori e un fondo di garanzia a tutela degli esercenti”.

Oltre a Edendred, Altre aziende leader di questo mercato presenti al tavolo istituzionale sono Pellegrini, Sodexo, Day e BluBe.

Di Pellegrini ha scattato un’istantanea Cristiano Sormani, Direttore commerciale dell’azienda: “Pellegrini, azienda a capitale interamente italiano, leader nei settori di ristorazione, gestione del welfare aziendale e buoni pasto e dà lavoro a circa 8.000 persone in Italia e all’estero. Nasce nella ristorazione 53 anni fa e anche nella gestione dei buoni pasto pone al centro della sua strategia commerciale il rapporto equilibrato con i clienti e i partner convenzionati, facendo della sostenibilità economica e ambientale il suo elemento distintivo: già nel 2009, per prima, ha introdotto la de-materializzazione dei buoni cartacei, ed è l’unica oggi ad utilizzare un sistema interoperabile per la gestione del buono elettronico, grazie ai POS bancari.”

"I recenti interventi normativi (l’innalzamento del tetto di defiscalizzazione per le card e la nuova regolamentazione degli sconti) vanno nella direzione auspicata. Ma tutto questo non basta -commenta Sergio Satriano, Managing director di Sodexo Benefit&Rewards Services-  suggeriamo di proseguire il lavoro insieme a un tavolo comune che riunisca le associazioni di tutti gli operatori della filiera, cercando di individuare gli standard più sostenibili per l’accettazione dei buoni digitali, le azioni per favorire la diffusione del servizio verso tutti i lavoratori e, allo stesso tempo, per dialogare attivamente con le istituzioni al fine di raggiungere ulteriori miglioramenti del quadro normativo di cui potrebbe beneficiare l’intera filiera".

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