Caffè Borbone: ricavi in crescita, ma l’inflazione pesa sui margini

I conti della torrefazione napoletana controllata da Italmobiliare risentono del caro-prezzi che ha riguardato materie prime ed energia, ma il fatturato continua a progredire

Caffè Borbone ha chiuso il 2022 con ricavi per 262,7 milioni di euro, in crescita del 4% rispetto al 2021, che pure era stato influenzato positivamente dall’aumento del consumo domestico di caffè dovuto alla pandemia.

Il dato emerge dalla pubblicazione dei dati relativi a Italmobiliare, società di partecipazioni che controlla il 60% dell’azienda napoletana attiva nel business della torrefazione, produzione e commercializzazione di caffè porzionato.

Pesa l’aumento dei costi

Il margine operativo lordo si è attestato a 65,8 milioni di euro, con una marginalità sul fatturato di poco superiore al 25% e costi non ricorrenti per  2,7 milioni di euro. Al netto di questi, il margine operativo è stato pari a 68,5 milioni di euro, in frenata rispetto agli 83,1 milioni del 2021. La contrazione è dovuta soprattutto all’incremento del costo delle materie prime, all’aumento dei costi di trasporto e del costo dell’energia elettrica.

Di conseguenza, il risultato operativo scende a 54,8 milioni dai 72,9 milioni del 2021, mentre l’utile netto cala da 63,5 a 38,8 milioni di euro.

Spinta dall’export

Quanto ai canali distributivi, l’esercizio 2022 sconta gli impatti di breve periodo legati alla strategia di servire in diretta i negozi specializzati diminuendo il ricorso al canale wholesale, cresce invece a tassi superiori alla media il canale Gdo. Incoraggianti i segnali dall’estero, che registra una crescita del 22%.

A livello di prodotti, il monoporzionato rimane il prodotto principale e si registra una ripresa delle vendite di caffè in grani (+17% rispetto al 2021, che aveva risentito del rallentamento del canale Ho.Re.Ca. a causa dell’emergenza sanitaria).

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