Caldo, freddo, giusto: il retail climate sensitive

La filiera di approvvigionamento, la gestione degli spazi e delle categorie, la logistica: come trasformare la meteorologia in un fattore di competitività commerciale (da Mark Up n. 267)

L'estate 2017, la più calda di sempre, ha visto quasi un mese in più di temperature elevate, con un impatto evidente sulla struttura dei consumi. “Se facciamo 100 il totale dell’incremento delle vendite retail ottenuto nel 2017, possiamo dire che l’85% è venuto da prodotti climate sensitive, ovvero da quelle categorie le cui vendite sono estremamente condizionate dall’andamento climatico” è il responso di Iri.

Si può facilmente intuire come temperature superiori o inferiori alla media impattino chiaramente sulla propensione al consumo da parte dei consumatori e sulla composizione della lista della spesa. Un fenomeno che sta provocando ripercussioni nella filiera di approvvigionamento dei prodotti di largo consumo, in particolare per i beni deperibili della piazza dei freschi-freschissimi. In che modo il clima impatta sui consumi? In che modo il retail può padroneggiare questo scenario, convertendo bizzarrie meteorologiche (o semplice imprevedibilità) in fattore competitivo e di marketing?

“In questi ultimi tempi -spiega Albino Russo, direttore generale Ancc Coop- stiamo assistendo a una de-ideologicizzazione del dibattito sul clima, le persone vivono in prima persona il cambiamento climatico, giorno dopo giorno e questo sta diventando parte integrante del nostro vivere quotidiano. Così fenomeni climatici sempre più estremi stanno cambiando il nostro modo di fare la spesa”.

Le anomalie e le bizzarrie climatiche che stanno diventando normalità quotidiana rientrano dunque nei fattori di emozionalità dello shopping e vanno ad impattare sui consumi. “È così -conferma Gianpaolo Costantino, consulente di Iri- in particolare nelle categorie di prodotti che hanno una forte stagionalità di partenza. Possiamo parlare di consumi meteopatici e, quindi, la filiera di approvvigionamento deve tenerne conto, così come i retailer che devono essere pronti a una reazione rapida per fronteggiare qualsiasi evenienza”.

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