Cambiano i baricentri dell’export: il vino deve guardare lontano

di Vittorina Fellin/Patrick Fontana

Secondo l'indagine commissionata da Veronafiere a Iri e presentata in occasione del Vinitaly 2015 il mercato del vino italiano registra un avanti tutta sui mercati internazionali dove, a fronte di una leggera flessione dei volumi incassa comunque una crescita a valore. Le previsioni per l'export rimangono positive anche per il 2015 e, tra i Paesi che accolgono le etichette tricolore emergono gli Stati Uniti. L'Italia vi si conferma, infatti, il primo Paese fornitore rimanendo davanti all'agguerrita Australia. Negli Stati Uniti il vino italiano rappresenta il 35% della proposta presente sugli scaffali della gdo (incidenza che sale oltre il 60% nello sparkling, e si ferma al 30% nello still). Una quota simile si registra in Germania e Regno Unito.

Paesi Terzi
Da segnalare che la variazione nell'ultimo anno dell'export di vino italiano nei Paesi Terzi ha registrato una crescita di circa 5 volte maggiore all'incremento registrato nei mercati Ue (2,4% vs 0,5%). Appare dunque evidente che nel traguardo dei 50 miliardi di euro di esportazioni agroalimentari che il Governo si è posto rispetto ai 34 miliardi odierni (con il vino che si colloca sopra i 5 miliardi puntando ai 7 nel 2015), l'extra Ue gioco un ruolo fondamentale. Gli esportatori italiani devono aggredire con determinazione i mercati lontani. A partire necessariamente dagli Stati Uniti. Le potenzialità di crescita del mercato americano sono buone, ma lo saranno davvero se si sarà in grado di coinvolgere sempre più la grande distribuzione (non soltanto la ristorazione) e porre le basi di un dialogo duraturo. Una ricerca Nomisma condotta sul target dei millennials statunitensi dimostra che la base è buona: il prodotto italiano è secondo soltanto all'offerta californiana. Nel percepito qualitativo questa leadership rispetto ai prodotti di importazione è riconosciuta. Il Prosecco è, infine , il nuovo riferimento primario dello sparkling giovane, molto usato negli abbinamenti con il cibo. Vanno ulteriormente erose, ora, le quote di bevuto sulla birra, che resta il riferimento dominante a valore e volume del mercato americano (80%, con il vino oggi al 10%).

Gioco di squadra
È necessario agire su più fronti coinvolgendo le istituzioni e il sistema imprenditoriale. Il Ministero delle Politiche Agricole sta partendo con un progetto che vede coinvolti i grandi player internazionali, mentre sul fronte promozionale è stato siglato un Protocollo d'intesa per la realizzazione di attività di valorizzazione, informazione e tutela delle produzioni nel settore vitivinicolo sulla piattaforma online Ebay. Ma anche riguardo all’export, le preoccupazioni non mancano. Il settore vitivinicolo rimane frammentato e caratterizzato da un certo provincialismo imprenditoriale. Per competere all’estero la dimensione è un fattore strategico e l’aggregazione una necessità. La Spagna dovrebbe insegnare molto in questo senso.

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