Francesco Pugliese, Conad: Campioni di sostenibilità, dal micro al macroterritorio

Serve un cambio di paradigma culturale per rendere le logiche Esg un patrimonio comune. Due gli strumenti a disposizione di Conad: la piattaforma Sosteniamo il futuro e la Fondazione

“Oggi sostenere la sostenibilità significa attuare azioni anche minimali che impattano sulla vita quotidiana: che si tratti di relazione con il cliente, logistica, marketing, qualsiasi altra cosa, bisogna lavorare per ottenere un cambiamento culturale che agisca nel quotidiano per migliorare gli impatti, nostri, come dipendenti e soci, dei clienti, dei fornitori, di tutti gli stakeholder”. Parte da qui l’incontro con Francesco Pugliese, Ad di Conad, su cosa vuol dire per il gruppo cooperativo leader in Italia integrare la sostenibilità nel proprio business e trasformarla in un elemento distintivo.

Quanto è cambiata nel tempo la definizione di sostenibilità?
È indubbio che il contesto attuale e un fenomeno come il Covid abbiano fatto emergere dei bisogni che e dei pensieri che stanno creando una maggiore consapevolezza su questi temi. Per quanto riguarda noi, la direzione era già segnata, stavamo semplicemente mettendola meglio a fuoco. E infatti quest’anno abbiamo realizzato 54 progetti nei vari ambiti della Esg, che evidenziano una visione e un impegno che vanno ricercati nella volontà di tutto il sistema Conad, a livello centrale e locale, di esprimere questi comportamenti a livello quotidiano. Queste attività ci hanno permesso di creare un contesto sempre più favorevole alla diffusione di logiche di sostenibilità sempre più radicate nei comportamenti. Questa la premessa per la creazione di Sosteniamo il Futuro, una piattaforma che trasversalmente tocca tutte le aree di lavoro della sostenibilità, dall’ambiente alla salute, dal benessere delle persone ai trasporti alla riduzione del packaging. I 54 cantieri di quest’anno sono uno stimolo per spingere le nostre persone, ma anche i consumatori a pensare sostenibile, facendo, ogni giorno, un’azione, anche piccola, come spegnere la luce dopo una riunione, in questa direzione, ma in maniera continuativa.

Scelte che richiedono risorse adeguate per essere sostenute. Quanto costa oggi fare Esg?
In un momento complesso come quello che stiamo vivendo, è tempo di smetterla di considerare la sostenibilità un costo. Bisogna cambiare paradigma: si tratta di un investimento che consente a tutti quanti noi di vivere meglio, adesso, ma anche, anzi soprattutto in futuro, pensando alle generazioni che verranno. E per un gruppo cooperativo come il nostro, basato sui soci, questo concetto di trangenerazionalità diventa l’elemento di base su cui lavorare.

Anche i consumatori accettano che la sostenibilità ha un costo e va comprata?
Sì, a giudicare da come crescono le nostre mdd: il loro incremento del 32% vuol dire che i clienti capiscono bene cosa c’è dietro e ne apprezzano le caratteristiche non solo qualitative, ma la filosofia alla loro base. Filosofia e principi che spieghiamo con campagne di comunicazione ad hoc e azioni sul territorio. Capiscono. E premiano i comportamenti virtuosi che diventano anche i loro, magari con lentezza.

Basta raccontare la sostenibilità per creare una cultura ad hoc?
Oggi l’opinione pubblica sta cambiando, anche se rimane quanto mai diffuso il paradosso in base al quale, a parole, tutti dichiarano di essere sostenibili, ma, nei fatti, non sono altrettanti disponibili e vorrebbero che qualsiasi azione riguardi prima il proprio vicino. Però il cambiamento avanza, le azioni e i progetti aumentano: nel mondo della gdo tanti sono attivi, anche se c’è anche chi fa poco o dichiara di fare molto, ma i fatti li contraddicono. Proprio per consolidare la situazione e dichiarare che abbiamo interiorizzato una visione di sostenibilità di lungo periodo, abbiamo creato la Fondazione: lo strumento a disposizione di tutte le cooperative per dare una dimensione culturale alle attività che facciamo da tempo sul territorio, per valorizzare e promuovere progetti di sostenibilità sociale e ambientale, alla base della nostra piramide strategica. Perché vogliamo diventare famosi anche per la tensione alla sostenibilità, che parte dalla relazione dei soci e dei negozi con la comunità e si estende all’assortimento e ai prodotti che offriamo, i nostri e quelli dell’industria.

Quali i progetti per il 2023?
Prevediamo di realizzare altrettanti progetti, in linea con quanto abbiamo fatto quest’anno: parliamo di circa 55 iniziative, focalizzate sui principali ambiti che contraddistinguono le logiche Esg come ambiente, piantando alberi, scuola, donne, giovani, sostegno alle classi disagiate, per citarne alcuni, in un working progress continuo che prevede il potenziamento delle attività della Fondazione per dare maggiore concretezza alla nostra visione. Una visione così nostra che ci permetterà di inserire i temi della sostenibilità anche nella comunicazione commerciale per darle un ulteriore sostegno.

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