Carrefour Italia, determinati a innovare

Prendere strade innovative comporta difficoltà, ma non è un buon motivo per restare fermi. Parola di Grégoire Kaufman, direttore merci e marketing (da Mark Up n. 253)

Creatività, focus sul cliente, coinvolgimento delle persone, nuove relazioni con i fornitori: questi alcuni degli elementi alla base della rinnovata crescita di Carrefour Italia in questi ultimi anni. Grégorie Kaufman, direttore merci e marketing, spiega il percorso che l’azienda ha seguito.

Cosa  è  cambiato  per  lanciare  in  tre  anni almeno quattro nuovi format?
Abbiamo messo a punto un piano operativo mirato basato sulla clusterizzazione dei diversi formati distributivi, per assicurare, da un lato, un assortimento standard a livello nazionale, ma, dall’altro, per  definire,  per  ciascun  format  Carrefour,  un  ruolo  specifico  tradotto  anche in un assortimento ad hoc. Così, in quartieri urbani ad alto potere d’acquisto ecco Gourmet; in zone più popolari, ci vuole un format di attrazione, basato  sul  binomio  qualità  convenienza,  mentre  nei  convenience  a  forte  flusso,  presenti  in  stazioni  ed  aeroporti,  bisogna soddisfare una clientela diversa ogni giorno. Tanti esempi, non tutti, ma uguale l’approccio: partire dalle esigenze dei consumatori.

Ma serve anche coinvolgere le persone interne. Come avete fatto?
Lasciandole  libere  di  testare  soluzioni,  senza  paura  di  sbagliare:  abbiamo  viaggiato nel mondo -il management e le squadre impegnate nella rete, nell’assortimento, nell’It e nella supply chain-, visitato super di ogni tipo, trovato spunti. Sono nati concept, molti più di quelli realizzati, che abbiamo testato, senza fermarci a un unico modello. Certo tutto questo non sarebbe stato possibile senza la fiducia totale del top management.

Quali sono stati gli ostacoli maggiori?
Prendere  strade  innovative  comporta sempre difficoltà. Abbiamo avuto la consapevolezza di lavorare a un progetto omogeneo in grado di definire concept, non cambiamenti senza visione. A volte la difficoltà maggiore è stata convincere i fornitori. All’inizio la formula Gourmet non è stata compresa nel suo mix di marche nazionali, locali e di nicchia.  Parliamo  soprattutto  delle  aziende grandi e medio-grandi, perché quelle piccole hanno capito subito ciò di cui avevamo  bisogno.  Parlare  di  localismi  con una multinazionale non è sempre facile, ma devono rendersi conto che sono logiche che funzionano.

È per trasmettere queste esigenze che avete organizzato a Milano un’operazione come il Salone di Carrefour?
L’obiettivo del Salone è stato quello di mettere in contatto i nostri 170 fornitori  non  solo  con  il  top  management,  la  sede centrale e i direttori dei principali store, ma anche con tutto il personale dei punti di vendita, diretti e in franchising. Un’operazione  di  grande  respiro,  che vuole creare relazioni e far capire, all’industria e alle vendite, come gestire al meglio prodotti e linee per essere distintivi e creare valore.

Vi  siete  concentrati  molto  anche  sul  non food, per molti una criticità ...
Il concept ipermercato esige “tutto sotto lo  stesso  tetto”,  altrimenti  parliamo  di  un super. Non vedo futuro per uno store che ha i costi dell’iper, ma non i suoi flussi e il non food è uno dei motivi per cui  i  clienti  entrano  in  questi  store.  E  deve  avere  un  posizionamento  chiaro:  prezzo competitivo, prodotti mass market  e  premium  per  ciascuna  categoria,  un visual merchandising diverso. Per fare questo, servono persone competenti, formate ad hoc. Noi abbiamo fatto tutto questo e i risultati non sono mancati.

Alcuni  retailer  stanno  sviluppando  format nel petfood. Siete interessati?
Il petfood rappresenta una grande possibilità di crescita per l’ipermercato e con i nostri programmi di Crm siamo in grado di identificare i clienti con animali, le loro caratteristiche, il tasso di fedeltà, il fabbisogno giornaliero dell’animale, in modo da mirare le offerte e allargare il market share. Mi sembra un approccio più interessante rispetto a quello di creare catene ad hoc.

Aldi  e  Leader  Price  sono  arrivati  in  Italia. Già pronte contromosse?
Li conosciamo bene, ma non sono i concorrenti a determinare le nostre mosse. Guardiamo le attese dei nostri clienti e adattiamo i nostri pdv al loro comportamento. Questa è la nostra mission.

Avete  rilanciato  di  recente  l’eCommerce: tracciamo un primo bilancio?
Stiamo imparando molto e i risultati ci sono già. Il fatto che da oggi la spesa si faccia direttamente dal sito carrefour.it, nel segno di una completa integrazione tra i contenuti del sito web e il portale di eCommerce, sta dando una profonda svolta al nostro servizio. Anche questo importante rilancio rappresenta una forte innovazione: ci consente di connettere i nostri clienti agli store e di passare da un multiformato all’omnicanalità attraverso la digitalizzazione, mostrando loro la diversità dei servizi e permettendo di scegliere se acquistare in un punto di vendita o sul proprio cellulare.

Ha collaborato Barbara Trigari

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