Carta, inchiostro e disegno. Il nuovo bisogno di tenere traccia di noi

Carta e inchiostro
In un filo di inchiostro che viaggia sulla pagina è nascosto uno stile: le mille ragioni che portano gli amanti della scrittura in cartoleria

Carta e inchiostro aiutano a pensare con il corpo, a sganciare la parte razionale per ascoltare quella più intuitiva, ma allo stesso tempo possono imbrigliare la corsa confusa dei pensieri in forme leggibili e quindi intellegibili. Il tratto, il lasciare traccia, si esprime anche attraverso il disegno, la composizione di segni che ci aiutano a sognare e a far sognare. Dimmi come scrivi e ti dirò chi sei. Ma scrivere non è un mero atto di grammatica, non è solo una derivazione scolastica. Quella di decorare il foglio con pensieri e immagini era già in adolescenza una ricerca di stile che ci aiutava a comunicare a volte con noi stessi, spesso con gli altri.

Mille potenzialità

In un filo di inchiostro che viaggia sulla pagina è nascosto uno stile.

Nello scarabocchio che abbiamo il coraggio di abbandonare sul foglio traspaiono le mille potenzialità nascoste nella nostra esperienza. Non si contano più gli studi che ci avvertono di come la scrittura a mano, se slegata dalla performance e vissuta come una ricerca estetica e di armonizzazione tra immaginazione e materia, sia in grado di sostenerci sia a livello cognitivo che emotivo. Il settore della cancelleria non è più solo un mondo dedicato alla scuola dei piccoli, ma è un mondo dedicato al recupero di una nuova libertà costruita tra le regole.

L'atto di scegliere

I margini di una pagina ci spingono a scegliere, e l’atto di scegliere è un incipit per vedere il mondo in modo nuovo; come aprire gli occhi un’altra volta sulla realtà, aiutandosi con pennarelli pennini, righelli, inchiostri. Trasportare i pensieri tra copertine colorate o sobrie, tra pagine di grammature diverse e vergate da caratteri incisi con delicatezza e grazia o con la forza di un’incisione è un bisogno sempre più urgente, che va di pari passo con la digitalizzazione: il mondo della cancelleria è sempre meno indispensabile ma sempre più piacevole.

I brand del mercato sono spesso marchi storici, che da centinaia di anni custodiscono con pazienza gli strumenti con i quali allenare il sesto senso.

La polisensorialità è un’altra delle sfide che la cancelleria sta affrontando. In una competizione con un digitale che promette sempre maggiori strati di esperienza, ma che come dimostrato dal confronto tra e-book ed editoria cartacea, non riesce a spodestare la forza e la materialità degli oggetti che si fanno culto.
Pensare di sostituire il ticchettio della tastiera tornando a una scrittura amanuense è più una distopia che un’utopia, visto che anche la scuola -spesso l’ultima ad adattarsi a un mondo che cambia- svilupperà sempre più un approccio digitale. La scrittura a mano diventa allora, più che l’incubo dello scolaro terrorizzato dall’errore, un momento di contatto tra i pensieri e la loro forma. Anche tra le generazioni più giovani il tema del fissare i pensieri su carta è una tendenza, soprattutto nella versione del bullet journal, che spopola anche grazie agli influencer, che tra i loro stili di vita introducono anche la personalizzazione degli oggetti e le “pratiche” quotidiane per focalizzare l’attenzione, in quel raccordo tra buone abitudini e salute mentale consigliato da neuroscienze e psicologi.

Deficit di attenzione da superare

Pianificare, organizzare, fare liste, osservare il quotidiano ci consente di sfuggire all’ansia.

“Il Bullet Journal è stato ideato da Ryder Carroll come metodo per superare il suo deficit d’attenzione e l’iperattività. La versione originaria è più asciutta e spartana, ma è diventata col tempo la base per quelle che assomigliano sempre più ad agende colorate” - spiega Luisa Callisto, docente dell’associazione SMED (Scrivere a Mano nell’Era Digitale) che tiene corsi di scrittura a mano e Bullet Journal in diversi laboratori creativi, spesso legati alle cartolerie. “La base del BuJo è di dare l’opportunità di riflettere su quello che conta nelle nostre giornate, di ridurre il carico mentale e di tenere traccia” – sottolinea la fondatrice di Callistografia – “oggi la sua funzione è però diventata anche creativa e ha subito un’onda Kawaii (la filosofia del carino) proveniente dall’Asia”.

Gli strumenti disponibili per personalizzare vanno dai washi tape con ogni tipo di decorazione ed effetto, ai pennarelli ed evidenziatori con i colori pastello e le nuance più alla moda.

Tra gli indispensabili, i quaderni puntinati per agevolare il disegno di riquadri e cornici “Ognuno fa scelte precise sulla grammatura della carta e il tipo di inchiostro, anche per evitare che trapassi. Personalmente mischio diversi inchiostri per ottenere un particolare punto di colore: per me forma e sostanza coincidono e l’osservazione dei pensieri e delle mie giornate per migliorare le mie esperienze va di pari passo con la sperimentazione sulla forma, pur partendo da regole precise”.

In questo modo, il passo tra Bullet Journal e personal branding è breve

In un momento in cui a ognuno è chiesto di esprimere se stesso in una fluidità di confini tra vita e lavoro, carta e inchiostro sono palestre per trovare la propria voce, anche se spesso la porta di accesso alla piena espressione di sé (e quindi all’offerta di sé sul mercato) è il decoro. La calligrafia nasce d’altronde anche per assecondare motivi commerciali, per rendere unico lo stile di un servizio: oggi i prodotti di cancelleria sono utilizzati anche all’interno delle aziende per attività di Design Thinking, metodo costruito sul presupposto che per affrontare il futuro si debba tirar fuori la creatività.

Così su Instagram gli scaffali di cancelleria diventano iconiche pareti di evidenziatori colorati o si contaminano con le belle arti, in un movimento che a volte sembra tornare indietro nel tempo a quegli album delle scuole dei nonni in cui convivevano acquerelli e parole scritte a china. Quello al fare manuale è un ritorno, secondo lo psicologo Raffaele Morelli, all’autoterapia femminile, dove l’aggettivo femminile non è da intendersi una caratteristica di genere, ma entra in un concetto moderno di persona in cui convivono energie maschili e femminili. Così, l’atto di scrivere e disegnare si costituisce come un atto generativo, che attinge ad aspetti intuitivi, oggi considerati fondamentali per attraversare la complessità.

Creatività e produttività

Se qualcuno ama condividere i propri diari su Instagram, in un approccio più performativo in cui gli oggetti di cancelleria sono l’ambiguo (e scivoloso) ponte tra creatività e produttività, esiste anche un feticismo più intimo, in cui il gioco di tradurre in forma le sensazioni (lo si può fare anche con il Caviardage®, il Zentangle, la Neurographic art), resta un passatempo meditativo sinestetico, quasi una mindfulness.

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