I dati dei flussi nei centri commerciali e negli outlet centre restano ancora molto al di sotto dei livelli 2019 registrando un dato relativo ai passaggi settembre-agosto 2022 vs settembre-agosto 2019 negativo (-7%). Il travel è invece in bella impennata (+34,3%) grazie alla ripresa anche nel mese di settembre 2022 vs settembre 2021. Permane ancora un forte ritardo rispetto al 2019: -30,8% settembre 22 vs settembre 19, -30,7% il progressivo anno agosto-settembre 22 vs lo stesso periodo 2019.
Sono alcuni dei dati più interessanti dell'Osservatorio Confimprese-Jakala sui consumi settembre 2022 vs settembre 2021, mese ancora influenzato dall’onda lunga dei consumi estivi. La crescita dei fatturati (+9,9%) si deve all’inflazione e al conseguente rincaro dei prezzi che fa aumentare i valori assoluti di fatturato. Dall’Osservatorio emerge un quadro sovrapponibile al mese di agosto sia per il totale mercato sia per i singoli settori.
Nei settori merceologici continua il trend positivo su base mensile di ristorazione +18,1% e abbigliamento-accessori +7,6%, più contenuto altro non food che perde mese su mese punti percentuali e chiude settembre a +2,2%. Tuttavia, a integrazione dei dati di cui sopra, è importante evidenziare come rispetto al 2019 il non food sia, comunque, in linea sul progressivo anno (gennaio-settembre) con +0,1%, mentre abbigliamento-accessori non ha ancora recuperato il gap accumulato e nel progressivo anno segna un pesante -16,4% sul 2019.
Per il secondo mese consecutivo il totale mercato chiude vicino ai valori del 2019 a -1,8% (settembre 22 vs settembre 19) portando così sul progressivo anno il divario vs il periodo pre-pandemia a -7,5% (gennaio-settembre 22 vs stesso periodo 19).
"Nel mese di settembre continua l’onda lunga dei mesi estivi, che si lega al ritorno a un consumo fuori casa più ampio con la riduzione dell’acquisto di beni legati all’arredamento e alla cultura –afferma Mario Maiocchi, direttore Centro studi Confimprese–. Per il secondo mese consecutivo il totale mercato chiude vicino ai valori del 2019. Ma, alla luce dei dati appena pubblicati da Istat e dell’elevatissima instabilità politica ed economica a livello internazionale, non riteniamo si possano fare previsioni positive per i prossimi mesi".
Con un nuovo governo che sta per insediarsi e deve fare i conti con i problemi dell'energia, la spinta inflazionistica che imbriglia il cavallo dei consumi e uno scenario geopolitico sempre più complesso (eufemismo diversivo per "costituito da materiale organico e coprologico di scarto", ndr), è necessario attendere i prossimi mesi per potere tracciare un quadro dell’evoluzione dei consumi.
"I dati evidenziano un trend che settembre continua a essere positivo, con risultati in crescita rispetto allo stesso mese del 21 e in linea con i numeri del 2019 –commenta Alessandro Olivari, senior partner Jakala–. A fare da traino la ristorazione, che registra un incremento del 18% vs stesso mese del 21. Motore della crescita le regioni del Centro-Sud. I trend di settembre sembrano non essere ancora impattati dall’aumento dei costi, in particolare di materie prime, gas ed elettricità, in gran parte assorbiti dal settore sotto forma di minori profitti. Le ricadute dell’attuale situazione geopolitica e lo scenario inflattivo, potrebbero tuttavia spingere il settore verso la maggiorazione dei prezzi al consumatore finale. Questo scenario lascia presagire un peggioramento dei trend di consumo già a partire dai prossimi mesi".
Nelle aree geografiche il Centro performa meglio della media Paese con un trend pari a +15,5%. Seguono il Nord-Ovest a +9,8% e il Nord-Est a +7,3%. Fanalino di coda per il quarto mese consecutivo è il Sud, che comunque chiude quasi a livelli pre-covid +6,3%.
Nelle regioni e province si registrano i medesimi andamenti delle aree geografiche. I turisti hanno privilegiato le mete che coniugano arte e villeggiatura. Bene Toscana +13%, Lombardia e Campania a +12,2%. Nelle città di provincia Firenze registra +9,9%.
E visto che parliamo di consumi, chiudiamo con l'osservazione di Mario Resca, presidente di Confimpree, su quello che sarà il nostro Natale 2022, piuttosto misero sul piano dell'entusiasmo luminescente. "L’accelerazione del tasso di inflazione che non si registrava così alto da 30 anni – commenta Mario Resca– fotografa un aumento del caro vita, destinato ad aumentare nei prossimi mesi invernali. La spinta inflazionistica colpisce in modo eterogeneo le varie categorie di spesa e ovviamente le spese obbligate, a causa della dimensione dei prezzi dell’energia, sono le più colpite. Per i prossimi mesi prevediamo un aumento medio dei prezzi del +10%, con la ristorazione a +8%, l’abbigliamento tra +10 e +12%, il non food +7%. Il Natale sarà recessivo e austero con una crescita pari a zero in valore e di circa -6% in volume. Si profila una crisi sociale senza precedenti".