Per Conad le vendite domenicali nei negozi ammontano (dati 2017) a 1.476 milioni di euro, circa l’11,3% del fatturato complessivo. Le aperture hanno coinvolto circa 25.000 addetti, il 47% del totale. Per Ancd-Conad le chiusure domenicali previste dall'attuale proposta di legge in Commissione attività produttive della Camera mettono a rischio migliaia di posti di lavoro e la sostenibilità economica anche delle piccole superfici in franchising

Nel mondo Conad, su 3.149 punti vendita, nel 2017 sono rimasti aperti la domenica 1.334 esercizi, il 42,3% del totale. Di questi, 820 hanno aperto solo al mattino, i restanti 514 sono rimasti attivi tutta la giornata. Il fatturato domenicale è ammontato a 1.476 milioni di euro, circa l’11,3% del fatturato complessivo. Le aperture hanno coinvolto circa 25.000 addetti, il 47% del totale, che hanno ottenuto una maggiorazione del 30% sulle ore lavorate.

La proposta di legge sulle chiusure domenicali dei negozi al dettaglio depositata in Commissione attività produttive della Camera viene, ovviamente, stigmatizzata da Conad: "Una proposta indecente, che creerà di fatto il caos nel settore della distribuzione commerciale, producendo disuguaglianze e difformità tra i diversi territori ed esercizi". In questi termini la bolla Sergio Imolesi, segretario generale di Ancd Conad.

"Apprendiamo che il testo attuale prevede la possibilità per i negozi di restare aperti per un totale di 26 domeniche e 4 festività all’anno -aggiunge Imolesi-. Alle singole Regioni è affidato il compito di stabilire le giornate di chiusura con una serie di deroghe per le località turistiche e per le attività di dimensioni inferiori a una certa soglia. Queste eccezioni daranno vita a situazioni paradossali: per esempio, nei comuni vicini o anche nei centri urbani di una stessa città conviveranno negozi a cui è concesso restare aperti, e altri a cui questa possibilità sarà negata. Questi ultimi sconteranno pesanti conseguenze sul piano economico, in un periodo già di forte contrazione dei consumi. Vale la pena ricordare, a questo proposito, che molti acquisti domenicali sono realizzati prevalentemente da clienti occasionali, che, in caso di chiusure, verrebbero a mancare".

"La limitazione all'apertura festiva e domenicale di molti punti di vendita produrrà una diminuzione della forza lavoro proporzionale alla riduzione dell’orario di apertura dei negozi. Nella regolamentazione delle singole giornate, l’attribuzione delle competenze a livello regionale introdurrà una normativa disomogenea e frammentata, limitando fortemente lo sviluppo delle catene nazionali".

"Se approvata -prosegue Imolesi- questa legge rappresenterebbe una pesante battuta d’arresto per un comparto produttivo vitale per il Paese, mettendo in difficoltà tanto le grandi catene quanto i piccoli commercianti, che il più delle volte, per esempio, gestiscono i negozi in franchising dei grandi centri commerciali. È per questa ragione che chiediamo di intervenire subito sul testo, dopo avere ascoltato nuovamente gli attori coinvolti".

 

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