Cina, rischio bolla per i centri commerciali?

Prada
Prada nel centro commerciale Plaza 66 a Shanghai
La Cina è stata fino a poco tempo fa una nuova frontiera per lo sviluppo di grandi strutture commerciali polivalenti: per diversi operatori del real estate anche italiani l'obiettivo è sviluppare, attraverso joint venture locali, concetti e formati distributivi orientati all'alto di gamma -per poter poi veicolare commercialmente i marchi del lusso nazionale e internazionale- e al tempo libero (cinema, attrazioni e strutture sportive, ricettive, ecc.) per attirare una clientela cinese medio-alta.
Ma sembra che anche in Cina si stia verificando un rischio bolla, ossia un eccesso di centri commerciali: sono state censite addirittura 4.000 strutture, 4 volte lo stock italiano, anche se la Cina ha una superficie di oltre 9,5 milioni di km2, cioè più di 30 volte quella italiana, e ha una classe "affluent" (benestante/ricca) che ammonterebbe a circa 200 milioni di cinesi.
Secondo uno studio sponsorizzato dal Governo cinese, circa un terzo di questi centri commerciali chiuderà nei prossimi 5 anni e numerosi mall in fase di progettazione (7.000 entro il 2025) verranno stoppati o cancellati.
Secondo il China Academy of Social Studies (Cass) Institute of Finance and Economy Strategy, come riporta la testata americana wwd.com, nella Repubblica Popolare si sono costruiti troppi shopping center, considerando che nei soli Stati Uniti, patria storica dei mall, se ne contano circa 1.100, un quarto dello stock cinese.
Prada nel centro commerciale Plaza 66 a Shanghai
Prada nel centro commerciale Plaza 66 a Shanghai: non è fra quelli a rischio, anzi, ha recentemente ampliato la struttura
Lo studio sottolinea l’eccesso di offerta rispetto alla domanda, anche a causa della crescita del commercio virtuale che erode quote di mercato al retail tradizionale, e vaticina una radicale revisione del settore, con possibile riconversione delle strutture in mercati all’ingrosso o al dettaglio oppure in realtà in grado di integrare il business online con quello offline.
Cass delinea l’identikit dei centri commerciali destinati a durare: quelli posizionati in buone location, soprattutto nelle città di primo e secondo livello, che offrano un mix di retail e ristorazione sufficientemente attrattivo, unito all'intrattenimento e ai servizi su misura per i bambini, oltre, ovviamente, a interagire con il mondo digitale. È una ricetta valida non solo per la Cina, aggiungiamo noi.
La ricerca esorta i Governi locali a concedere licenze di costruzione con più attenzione e segnala come zone a maggior rischio le province industriali del Nord-Est, tipo Shandong e Liaoning, la cui economia cresce più lentamente rispetto al resto del Paese.

 

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