Coca-Cola compra le caffetterie Costa sfidando il duo Starbucks-Nestlè: ecco perché

Nuovi equilibri nel mercato del caffè e delle caffetterie. A strettissimo giro dall'annuncio di una chiusura ufficiale dell'intesa tra Nestlé e Starbucks il colosso Coca-Cola risponde con l'acquisizione da Whitbread della catena di caffetterie britannica Costa Coffee, che è appunto la seconda più estesa dopo quella statunitense (ormai pronta anche alla conquista dell'Italia).

Una spesa da quasi 4 miliardi e mezzo di euro che ha portato nella compagine Coca-Cola oltre 3.800 punti di vendita in 32 Paesi, per un ricavato che secondo gli ultimi dati sfiora gli 1,3 miliardi di sterline. Una mossa inusuale per una company del beverage, dalla quale ci aspetteremmo tradizionalmente un'estensione del portfolio attraverso l'acquisizione di più piccoli e promettenti produttori.

Come sottolineato dal Ceo di Coca-Cola James Quincey , tuttavia, non si tratta tanto di una mossa nella ristorazione quanto nell'avere accesso alla varietà di asset Costa, dalle vending machine alla vendita on-the-go, passando per il caffè freddo pronto da bere alla torrefazione (nella foto sopra).

"Parliamo di una strategia nel business del caffè, non del retail", ha ribadito Quincey. Un business, quello del caffè, dove Coca-Cola entra forse un po' in ritardo e a seguito di precedenti tentativi conclusi in un nulla di fatto, come conferma anche la Cnn. Secondo Quincey perché fino ad ora mancavano le giuste risorse e piattaforme per vendere il prodotto per conto proprio. Da qui l'acquisizione di Costa, con cui si punta alla svolta nel mercato.

Si tratta quindi di un'altra mossa di Coca-Cola nella diversificazione del business in direzione del più ampio obiettivo "total beverage company".

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome