Coca Cola parla la lingua del consumatore


Coca Cola, da vera azienda leader, ha messo in onda da qualche settimana uno spot che aderisce a nuove necessità di consumo e di stile di vita, cavalcando il trend lungo della crisi dei consumi. Lo spot, attraverso i disegni, è raccontato da Giulia, un'adolescente di Pisa che fa capire di essere più serena e contenta, senza tante sofisticatezze se si consuma in casa, come una volta, magari con la pizza e il pane fatto in modo domestico. Guai a dire una cosa del genere in tempi elettorali, anche per il gigante di Atlanta: assessori regionali e provinciali del turismo del Veneto hanno invocato una solenne bocciatura perché a loro dire scoraggiano il consumo di turismo nella regione. Soprattutto oggi. Forse gli stessi assessori, anziché occuparsi di Coca Cola, farebbero bene ad occuparsi dei prezzi di certi alberghi e di certi ristoranti dei quali prendono le difese, magari a Venezia, che non sembrano proprio aver capito l'origine di questa crisi, cioè la diminuzione reale del reddito, oggi e in prospettiva futura e continuano a proporre prodotti e servizi con prezzi non realistici. Vogliamo poi parlare delle stelle regalate a alberghi con servizi opinabili? Brindiamo allora in casa con una buona Coca Cola fresca, acquistata al supermercato a un prezzo ragionevole.

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