Codice Appalti: come rivoluzionare la normalità

Graziano Del Rio - Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Graziano Del Rio - Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

Graziano Delrio nasce il 27 aprile del 1960 a Reggio Emilia, laureato in Medicina, ha fondato e presieduto l’Associazione Giorgio La Pira. Oggi è Ministro delle infrastrutture e dei trasporti nel Governo Renzi dopo esserne stato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. In passato, ha ricoperto altri incarichi come Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie del Governo Letta, Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), e sindaco della sua città natale. Oggi si appresta a portare avanti una difficile sfida che lo vede impegnato nell’approvare il nuovo Codice degli Appalti Pubblici definito da lui stesso una rivoluzione della normalità.

Qualche mese fa, Lei è diventato Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, dopo essere stato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Che differenze di approccio ci sono tra i due ruoli?
Sicuramente si tratta di modalità di lavoro diverse. In Presidenza, si coordina e si concilia il lavoro dei Ministri; invece, al Ministero l’azione è molto più diretta e sei molto più dentro i problemi reali. Si devono programmare i lavori di interi settori economici ed è, quindi, molto più simile all’attività amministrativa che mi è abbastanza nota.

Avete approvato da poco il nuovo Codice Appalti. Può illustrare ai nostri lettori le principali novità e quali sono le linee guida cui vi siete ispirati?
Innanzitutto è stata fatta una diagnosi sul perché i lavori pubblici in Italia non funzionano, sono lenti o comportano un eccesso di spesa rispetto alle previsioni. Abbiamo capito che i motivi sono la corruzione dilagante, ma anche le troppe leggi le quali non limitano il fenomeno corruttivo, anzi influenzano un suo sviluppo. Altre cause sono la mancanza di qualificazione delle imprese e la scarsa qualità del progetto che viene messo a gara e che determina, automaticamente, una previsione di spesa sempre variabile. Di conseguenza abbiamo agito semplificando molto il nuovo codice passando da 700 articoli circa a 217, in cui comprendiamo anche le tre direttive europee. Come può ben capire è una rivoluzione copernicana, poiché abbandoniamo i tanti e vari regolamenti puntando su una soft law. Oltre ad una forte semplificazione vi è, naturalmente, una grande lotta alla corruzione poiché molti meccanismi saranno governati insieme ad Anac. Infine, abbiamo messo al centro della riforma la qualità del progetto, delle imprese e delle opere da fare che verranno programmate piani pluriennali. Mi piace definire il nuovo codice degli appalti una rivoluzione della normalità.

Lei ha citato l’Anac, l’autorità contro la corruzione. Che ruolo ha giocato nella stesura del provvedimento?
Importante nel suggerire alcune questioni e analisi. Il provvedimento è frutto di un lavoro collettivo tra Governo e Parlamento.

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In che modo, a suo avviso, il nuovo Codice Appalti potrà aiutare il Paese? Dobbiamo aspettarci anche un contributo al rilancio economico?
Penso proprio di sì, perché l’Italia, negli ultimi anni, ha subito un rallentamento molto forte degli investimenti infrastrutturali per via delle cause prima descritte. Aver agito su tutti questi fronti attraverso una riforma strutturale del Codice degli Appalti stimolerà ed attrarrà gli investimenti.

Da poco il Premier ha inaugurato una galleria della Salerno-Reggio Calabria. Quali aggiornamenti sono stati apportati?
La Salerno-Reggio Calabria è la storia di un fallimento tutto italiano: dobbiamo fare in modo che alla fine di quest’anno ci sia un cambio di direzione. Noi contiamo di riconsegnarla al Paese in piena sicurezza e a quattro corsie entro fine anno.

In cosa consiste la riforma dell’Anas?
Punta alla trasparenza nella programmazione e alla centralità dei progetti oltre che ad consolidamento dei rapporti con le aziende accreditate.

Farete il Ponte sullo Stretto?
Questo progetto fa parte di una suggestione che, da sola, non è sufficiente. Le opere da fare vanno valutate secondo la loro utilità effettiva e calcolando un rapporto costi-benefici. In questo momento, abbiamo emergenze che, come ha detto anche il Presidente del Consiglio, dobbiamo valutare con attenzione.

Per esempio?
Lo stato delle strade, delle ferrovie, delle fognature in Sicilia e Calabria.

Quando sarà possibile viaggiare con l’alta velocità in tutta Italia?
Nel 2018 riusciremo a terminare i collegamenti veloci nelle due linee veloci, cioè la Tirrenica e l’Adriatica. Vuol dire che viaggeremo ai 220-230 chilometri orari così come in tutta Europa. Questo sarà già un grande risultato.

Un’altra riforma che il Mit sta portando avanti riguarda le infrastrutture portuali. In cosa consiste e quando si vedranno i primi risultati?
Anche qui la riforma nasce dall’analisi dei bisogni. Abbiamo quindi proceduto ad una programmazione unitaria del sistema delle infrastrutture portuali, semplificato le procedure amministrative, cercato di risolvere i problemi di dragaggio e riformato la governance. Infatti prima c’erano comitati portuali con 20-25 persone, mentre da adesso ci saranno consigli di amministrazione composti da tre persone. Il porto e il mare sono economia: c’è bisogno di professionalità. In mancanza di questa, il mercato si sposta alla ricerca di servizi efficienti e noi non ce lo possiamo permettere.

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Veniamo alla pagina politica. Il Governo Renzi sta attraversando il momento più duro da quando è in carica con Federica Guidi che si è dimessa e il referendum sulle trivelle. Come ne uscirete?
Il confronto dialettico all’interno di un grande partito occidentale è naturale, anche se è meno duro rispetto, per esempio, a quello che hanno vissuto, nel Regno Unito, Blair e la sinistra sindacale. Il Pd in questi anni ha dato dimostrazione di essere un partito serio così come la minoranza ha dimostrato tutta la sua affidabilità. Per quanto riguarda la questione dell’ex Ministro Guidi vorrei ricordare che non risulta indagata, ma, nonostante questo, abbiamo agito con grande rigidità, dimostrando che non aspettiamo che le sentenze vadano in giudicato prima di prendere una decisione. Cerchiamo di dare ai cittadini un’immagine di massima trasparenza anche se questo passaggio ha sicuramente creato qualche problema.

Il Governo riuscirà a terminare la legislatura?
Assolutamente sì. Ritengo che questo evento non metterà a rischio la legislatura.

Chi sarà il nuovo Ministro dello Sviluppo Economico ed entro quando verrà nominato?
È una domanda da fare al Presidente del Consiglio.

Il partito democratico è sempre il partito di maggioranza relativa a livello nazionale ma, secondo molti sondaggisti, rischia di perdere Roma e Napoli. Cosa si può fare per migliorare il partito a tutti i livelli?
Il partito democratico deve continuare a fare quello che sta facendo negli ultimi tempi come formare la propria classe dirigente. Per tal ragione, abbiamo creato una scuola di formazione a cui il Premier partecipa quasi ogni domenica. Inoltre, il Pd deve avere fiducia negli amministratori periferici e deve essere in grado di interpretare la modernità poiché un partito di sinistra non può essere legato al passato.

Come si vedrebbe a segretario di partito democratico?
Non mi vedo in quel ruolo.

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