Confcommercio: più risorse dal Pnrr per fermare la desertificazione

Confcommercio presenta l'Osservatorio sulla demografia d'impresa nelle città italiane e nei centri storici: riflette i danni della pandemia sul commercio

Un commento eloquente ai principali dati della settima edizione dell'Osservatorio sulla demografia d'impresa nelle città italiane e nei centri storici a cura di Confcommercio in collaborazione con l'Istituto Tagliacarne, lo fornisce subito Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio:

"Pandemia e stagnazione dei consumi hanno acuito la desertificazione commerciale delle nostre città e rischiano di ridurre la qualità della vita di turisti e residenti. Per scongiurare questa eventualità bisogna sostenere con maggior forza le imprese più colpite, soprattutto quelle della filiera turistica, e utilizzare presto e bene le risorse del Pnrr per migliorare il tessuto economico urbano e quindi l’attrattività e la sicurezza e delle nostre città”.

L'Osservatorio sulla demografia d'impresa nelle città italiane e nei centri storici arriva dopo gli effetti e i danni della pandemia sul tessuto commerciale italiano, aggravato dalla stagnazione dei consumi. Le città hanno cambiato volto: meno insediamenti del commercio tradizionale e più servizi, anche in relazione a una prospettiva diversa, legata al lavoro flessibile (smart working) e alla diversa mobilità delle persone nelle aree metropolitane. Con il contributo del Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne (che fornisce i dati di base) sono stati osservati 120 comuni medio-grandi, di cui 110 capoluoghi di provincia e 10 comuni non capoluoghi di media dimensione. Interessante l'esclusione di città di Milano, Napoli e Roma perché multicentriche, dove non è possibile, secondo lo studio, la distinzione tra centro storico e non centro storico.

I dati più significativi di questa ricerca li potete ascoltare nel video che sintetizza lo scenario degli ultimi dieci anni a proposito della riduzione progressiva del tessuto commerciale nelle città (in particolare nei centri storici), che hanno assistito alla chiusura di 85.000 negozi al dettaglio e quasi 10.000 attività di commercio ambulante. Ad aggravare tale scenario anche la pandemia e la crisi dei consumi che, in termini reali, sono ancora sotto i livelli del 1999. Sono in controtendenza una parte delle attività di ristorazione, come cibo da strada (street food) e asporto (take away), e alcune tipologie di alloggio (bed and breakfast e appartamenti per soggiorni brevi). Le città e i centri storici stanno cambiando volto prospettando uno scenario con meno consumi nei negozi tradizionali e più servizi. Per Confcommercio bisogna sostenere le imprese e aiutarle a uscire definitivamente dalla crisi, utilizzando le risorse del Pnrr per aumentare la qualità della vita dei residenti e rendere le città più attrattive per i turisti.

Nel 2021 rispetto al 2012 hanno chiuso 85.000 negozi al dettaglio (-15,3%) e 9.800 imprese ambulanti (-10,5%).

 

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