Confindustria e Confimprese sottoscrivono un protocollo d’intesa

Un’azione sinergica verso le istituzioni per fisco, iniziativa privata, libera concorrenza, cultura industriale e commerciale per il sistema Paese

È un protocollo organizzativo quello siglato venerdì 10 gennaio 2020 a Milano, da Confindustria attraverso il suo presidente Vincenzo Boccia e Confimprese nel suo presidente Mario Resca. Un protocollo che prevede l’individuazione di asset strategici per i quali saranno istituiti dei tavoli di lavoro congiunti su temi di interesse trasversale e strategici per lo sviluppo del Paese.

Questi comprendono crescita digitale, dotazione infrastrutturale, fisco, inclusione giovani, semplificazioni amministrative, formazione e libero mercato. L’evoluzione del quadro normativo interno ed europeo, dell’assetto politico-istituzionale e degli scenari di concorrenza internazionale fanno sì che nelle imprese italiane cresca il livello di supporto richiesto dalle associazioni rappresentative in termini di assistenza, consulenza e informazione.

Per Vincenzo Boccia di Confindustria "L’accordo tra Confindustria e Confimprese nasce dalla consapevolezza che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi e che oggi per rilanciare la crescita occorre un patto d’azione tra tutti i protagonisti dell’economia. La stessa logica abbracciata con responsabilità dai corpi intermedi ci auguriamo sia accolta dalla politica in ogni sua espressione e diventi dominante nel Paese”. Parimenti Mario Resca di Confimprese ha dichiarato: “Il nostro mondo della distribuzione condivide le logiche industriali di Confindustria. La condivisione di istanze comuni a supporto della cultura imprenditoriale e dei valori del mercato e della concorrenza può generare una rappresentatività maggiormente percepita a vantaggio dell’intero sistema Paese. Serve una sola voce per dare messaggi univoci e coerenti al legislatore affinché l’industria italiana sia messa nelle condizioni di lavorare al meglio. L’universo Confimprese ha una rete distributiva con una media di circa 100 punti vendita ad associato e 5/10 risorse per singolo store. Apriamo 1000 negozi l’anno con una ricaduta occupazionale di 10mila nuovi assunti. Per questo è necessario valorizzare le filiere dalla produzione alla distribuzione: se vogliamo vendere bisogna produrre, il nostro interesse è quello delle imprese”.

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