Consumer & Retail Summit 2018: 6 lezioni tra fisico e virtuale

Quali sono gli asset fondamentali da sviluppare per far sì che lo store non resti indietro e non perda traffico? Quali i vantaggi della digitalizzazione da intercettare? E le chiusure domenicali? Se ne parla all'evento di riferimento per il retail

Appuntamento con la dodicesima edizione dell’evento italiano più importante per retail e largo consumo. Anche quest'anno al Consumer & Retail Summit 2018 i protagonisti e professionisti del settore si interrogano sui cambiamenti dei modelli di consumo e le sfide del settore in ottica di innovazione e crescita, format vincenti e nuovi fattori competitivi.

Ecco i punti salienti emersi dall'incontro attraverso le parole dei partecipanti:

  • Come lo store fisico deve evolvere per attrarre i consumatori
    "La migrazione verso il retail online è un processo irreversibile", sottolinea Alessio Agostinelli, partner e managing director di The Boston Consulting Group. Basti pensare che il traffico nel canale fisico in Italia è in calo di oltre l'1% annuo. Che il negozio debba evolvere, quindi, è ormai un dato di fatto ampiamente ripetuto. Ma come? Questi i tre asset:
    1- Integrare mobile e digitale in negozio
    2 - Espandere la Marca Propria
    3 - Sviluppare nuovi format di store

  • Proprio la digitalizzazione consente al retail fisico di ottenere vantaggi su quello online
    "La digitalizzazione rende possibile relazione continuativa con il cliente. Un obiettivo importante per il mondo fisico", evidenzia Claudio Gradara, presidente Federdistribuzione. "L'online nel lungo termine non potrà mai competere con format fisici giusti e ben fatti. Penso ad esempio Trader Joe's. Se la distribuzione impara a far bene, ad essere efficiente e a sfruttare quelli che sono i vantaggi offerti dalla tecnologia stravince", spiega Antonio Cellie, Ad Fiere di Parma. "La catena Whole Foods acquistata da Amazon non solo non ha chiuso, ma ha aumentato il numero di tacchini venduti per il Giorno del ringraziamento proprio grazie alla logistica del colosso eCommerce", rileva Carlo Angelo Bocchi, Agenzia Ice. "Dobbiamo portare il punto di vendita a fare giocare i clienti con il digitale. Sfruttare i device dei clienti che entrano i negozio, interagire saggiamente senza essere invasivi", sostiene Giorgio Santambrogio, Ad Gruppo VéGé e presidente Adm.
  • Chiusure domenicali: le normative per i retailer devono riguardare equamente anche il retail online
    "La tecnologia serve ma le persone sono importanti. L'esperienza è fatta per loro e con loro". Così Cristina Lazzati, direttrice di Mark Up e Gdoweek, apre la tavola rotonda sull'innovazione tecnologica e sociale. Al centro del dibattito il tema delle chiusure domenicali. "Quello che è certo è che le chiusure domenicali sono un servizio al cliente e che ci sono persone che ci chiedono di lavorare questo giorno perché pagate di più", commenta Luca Boselli, Ad Finanza Lidl Italia. "Per noi domenica è il secondo giorno di lavoro per importanza", gli fa eco Stéphane Coum di Carrefour Italia. "Sulle chiusure domenicali è giusto trovare un equilibrio equo e che consideri tutte le esigenze. Noi disponibili a ragionare su regolamentazione con lo Stato, che però deve riguardare anche il commercio online", ribadisce Maura Latini, direttore generale di Coop Italia. Per Amazon, invece, si tratta più di una non-posizione:

L'eCommerce come servizio complementare a un mondo fisico (conviviale e piacevole)
Quanto è fondamentale oggi avere un eCommerce? Questa l'altra questione centrale nella tavola rotonda moderata dalla direttrice di Mark Up e Gdoweek Cristina Lazzati. Per Coop Italia "il mondo online ha attivato una modifica dei comportamenti, come questi si svilupperanno è ancora tutto da comprendere. Noi crediamo sia necessario esserci, testando e capendo man mano", conferma Latini. Per Carrefour Italia "il futuro è un punto di vendita fisico più centro di vita e convivialità che di spesa. L'online, invece, un servizio complementare: tutto per un negozio fi-gital", spiega Coum. Anche Lidl Italia sta pensando all'eCommerce come servizio complementare e annuncia novità a breve in tal senso. Ribaltando infine la prospettiva e chiedendo ad Amazon quanto sarà importante per loro il retail fisico, questa la risposta:

  • Siamo tutti follower (dei clienti)
    "Sono i clienti a dire e fare chiaramente ciò che vogliono, con gli strumenti preferiti. E noi dobbiamo seguirli. Siamo tutti follower", dichiara Mario Maiocchi, Ad di Leader Price Italia. "Al di là della tecnologia il protagonista nel retail oggi rimane il cliente, che negli ultimi 10 anni è diventato ben più di un mero scontrino, ma una persona con nome e cognome", conferma Barbara Franceschetto, managing director di Bata Italia: "La digital transformation deve essere semplificazione. Di cosa? Del passaggio tra online ed offline". Per MediaWorld, come spiega il Cdo Giuseppe Cunetta, "tutti i touchpoint sono strumenti di contatto uguali e che devono dare accesso alla medesima esperienza. La nostra è una politica di omnicanalità".

  • Il retail può essere un alleato della riqualificazione urbana
    Può esserci un retail fisico che nello spazio in cui si situa crei circoli virtuosi? Per il pluri-premiato architetto Stefano Boeri, che ha firmato progetti come il Bosco Verticale di Milano, assolutamente sì. Intervistato dalla direttrice di Mark Up e Gdoweek Cristina Lazzati ha infatti sottolineato:

Il retail può essere parte del processo positivo di rigenerazione urbana oltre che a quello negativo di gentrification. Una presenza commerciale intelligente e medio alta, che gioca su orari che non sono d'ufficio, può essere di grande aiuto per ridare vitalità a intere aree. È stato così per il centro di Milano in fascia serale.

 

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