Contratti in somministrazione: i 5 settori in crescita nel 2023

Il lavoro subisce ancora le conseguenze di pandemia e recessione, nonché storture ataviche. Un’indagine Jobtech evidenzia le cinque professioni con più opportunità

I dati Istat ci dicono che gli occupati sono in crescita, ma che lo sono anche gli inattivi. Difatti, come si legge nel rapporto Istat relativo al terzo trimestre 2022 che include tutte le forme di lavoro autonomo e alle dipendenze, pubblicata lo scorso 20 dicembre 2022, l’occupazione stimata al netto degli effetti stagionali è pari a 23 milioni 126 mila individui, in lieve diminuzione rispetto al trimestre precedente (-12 mila, -0,1%), ma ancora in aumento in confronto a un anno prima (+247 mila, +1,1%). Parallelamente, il numero di disoccupati diminuisce in entrambi i confronti e quello di inattivi è in leggero aumento congiunturale.

Il mondo del lavoro è ancora in fase di stabilizzazione dopo gli shock continui causati dal periodo della pandemia, dalla guerra e di tutte le loro conseguenze economiche e sociali macro e micro. I dibatti in corso sul rendere permanente il lavoro da remoto in modalità più o meno ibrida e flessibile, sul taglio del cuneo fiscale, su nuovi congedi parentali, sulla settimana corta e su varie rimodulazioni dell’organizzazione del lavoro a partire dagli organigrammi aziendali, si scontra con le forti oscillazioni dell’attività economica registrate negli ultimi tre anni. Conseguenza congiunturale di tutto ciò è stata in primis un problema di scarsità di manodopera che sussiste tutt’oggi: non mancano secondo i dati, opportunità di inserimento nel mondo del lavoro, seppure con proiezione di lavoro a tempo determinato e spesso mediato da società di lavoro interinale.

Cinque professioni sugli scudi

A tal proposito è interessante fare riferimento ad un’indagine di Jobtech, agenzia per il lavoro italiana completamente digitale nata nel 2020 in pieno lockdown, che ha analizzato gli annunci di lavoro in somministrazione nel mondo del retail, della logistica, del call center, dell'hospitality e dell'Ho.Re.Ca. facendo emergere quali sono le cinque professioni con più opportunità di lavoro in somministrazione per il 2023. Di seguito la classifica stilata sulla base degli insight Jobtech.

  1. Addetti al customer service: il servizio clienti è ormai riconosciuto come leva di fidelizzazione del cliente e chi si occupa di customer support è diventato una risorsa strategica, un vero e proprio advisor capace di interagire in maniera personalizzata, di fornire suggerimenti e soluzioni, di far sentire il cliente curato e capito. Questa rinnovata consapevolezza ha dato nuova spinta al settore. Sono sempre di più, oggi, gli annunci relativi a lavori nel customer care o nelle inside sales; alcuni di questi, oltretutto, sono gestiti completamente da casa e in full remote working.
  2. Sales assistant: dopo anni di crisi per i punti vendita, con aperture e chiusure a singhiozzo, per commesse e commessi ci sono nuove opportunità di inserimento su tutto il territorio nazionale. Ad offrirle sono principalmente le catene di abbigliamento, la GDO e la GDS (Global Distribution System, ovvero il Sistema di Distribuzione Globale, per la prenotazione di una serie di diversi servizi da voli aerei, a hotel, ecc.).
  3. Autisti e spedizionieri: in Italia il mercato delle aziende che si occupano di logistica è in piena salute, grazie all’esplosione dell’eCommerce degli ultimi anni. Dietro questo enorme giro di affari si nasconde un mondo complesso che non può fare a meno del lavoro sia di risorse poco qualificate, sia di quelle più specializzate. Nel 2023 ci saranno opportunità di inserimento, in particolare, per autisti e spedizionieri, oltre che per figure maggiormente specializzate, come gli addetti al controllo qualità.
  4. Camerieri: se la pandemia ha stravolto il comparto horeca, producendo un drastico turnover della forza lavoro, quella a cui abbiamo assistito nel corso dell’anno è stata una forte spinta alle assunzioni di camerieri, barman, chef e pizzaioli, che ha rivelato come il mismatch tra domanda e offerta di lavoro sia ormai un fenomeno strutturale del comparto. Le opportunità di lavoro non mancheranno nemmeno nel 2023, soprattutto per professionisti con esperienza, a cui i datori di lavoro devono però garantire tutele, diritti e adeguata retribuzione.
  5. Operai metalmeccanici: la ricerca di personale tecnico con le competenze richieste dall’industria 4.0 è uno dei principali nodi da sciogliere per il futuro delle imprese metalmeccaniche, che non hanno ben gestito il ricambio generazionale e corrono oggi ai ripari, assumendo personale anche da formare parzialmente pur di coprire le carenze di personale. Chi sta cercando occupazione in questo settore avrà ottime chance di trovarla.

I motivi oltre la retorica

Da questi 5 settori con altrettante connesse professioni, emerge un fattore che in parte giustifica la fatica nel colmare il divario tra domanda e offerta per queste mansioni. Ad una più attenta analisi delle stesse, è facile riconnettere questi settori con quelli in cui i dipendenti si sono trovati più spesso (anche se non solo!) in situazioni di sfruttamento in termini di orari di lavoro o pagamento inadeguato, mancanza di tutele, ambiente senza possibilità di crescita e stimoli (essenziali per attrarre giovani, specialmente della Gen Z). Addetti al servizio clienti, camerieri (stagionali o meno), commessi, autisti e spedizionieri solo per riprendere quanto suddetto sono state le professionalità più difficili da reperire negli scorsi mesi, e le concause sono molte. Di certo, fattori come work-life balance, salute mentale e adeguata retribuzione sono tutti aspetti che non possono essere compromessi (e non si tratta di non voler “fare sacrifici” per il proprio lavoro, per quanto la “retorica del sacrificio” è altrettanto tossica e distorta rispetto a queste questioni e usata impropriamente). Su TikTok, la pagina in lingua inglese FishBowl app descrive perfettamente e con la giusta ironia le differenze di approccio su questi temi da parte delle diverse generazioni.

In generale, tuttavia, bisogna anche tenere a mente gli sviluppi che la politica ha recentemente messo in campo con l’ultima legge di bilancio, che impatterà sulla forza lavoro. Tema alquanto spinoso e complesso in tal senso è quello del reddito di cittadinanza. Stando agli ultimi sviluppi, per gli “occupabili” il reddito di cittadinanza nel 2023 resta solo per 7 mensilità e decade dopo il primo rifiuto ad un’offerta anche non “congrua”. Per i 18-29enni che non hanno finito la scuola dell’obbligo è subordinato alla frequenza di corsi formativi, e per quel che riguarda la quota dell’assegno destinata all’affitto, quest’ultima sarà pagata direttamente ai proprietari.

Da tutto ciò emerge come il mondo del lavoro, dati alla mano, seppur quantitativamente per ora in espansione, deve investire qualitativamente nella forza lavoro.

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