Corso Buenos Aires a Milano sempre più e solo fashion street

Un mall sulla falsariga delle gallerie commerciali extra-urbane: questo sta diventando la milanesissima Corso Buenos Aires, la seconda strada commerciale d'Europa per lunghezza e numero di negozi. Sta sparendo tutto, fuorché i megastore dell'abbigliamento. Lo aveva anche preconizzato a Mark Up Pietro Malaspina in un'intervista a tutto campo su centri commerciali e futuro del commercio.
A conferma di questa tendenza alla "mallification" delle grandi vie centrali italiane, fenomeno di per sé non necessariamente negativo se osservato sine studio ac ira alla luce delle attuali dinamiche socio-economiche, ricordiamo la recentissima chiusura di due storiche librerie milanesi (la Puccini e l'Emporio del Libro) che hanno lasciato il posto a due insegne internazionali dell'abbigliamento, una delle quali del gruppo Calzedonia.
La causa principale (o uno dei motivi scatenanti) di queste chiusure sono gli affitti: sovente insostenibili per gli esercenti storici, e per certe categorie commerciali come appunto le librerie. E succede un altro fenomeno curioso: anche le insegne moderne, per Millennials delocalizzano i negozi da Buenos Aires ai centri commerciali.
Un altro palazzo, quello del civico 8 di corso Buenos Aires, angolo via Melzo, forse risorgerà a nuova vita commerciale grazie a un megastore H&M che inaugurerà intorno alla metà di ottobre, su 6 livelli. L'edificio di cui parliamo ospitava anche la ferramenta Collini, una delle botteghe storiche milanesi, aperta nel 1883 e trasferitasi nel 2011 in una galleria al civico 42 della medesima via, per fare posto al "nuovo che avanza", che poi nuovo non è (H&M è ormai storia).
Le botteghe storiche a Milano sono 382, la più antica è la farmacia Schiaparelli in via Ponte Seveso, aperta nel 1888. Il comune di Milano ha fatto qualcosa per le botteghe storiche (c’è un’apposita associazione), che sono fiori all’occhiello (spesso si tratta di orchidee o rose, cioè fiori preziosi) appuntati sull’elegante signorile e antica veste urbana della città. Il centro di Milano, e più precisamente la zona 1, ha perso tutti i suoi fiori per sceglierne altri, non meno belli, ma di plastica. L’iniziativa di Regione Lombardia  prima che si insediasse l'attuale Giunta Sala, consisteva nel finanziare con un fondo di 500.000 euro (pochini) progetti in franchising che valorizzassero aree desertificate sul piano commerciale, lodevole iniziativa, ma poco connessa con la politica dei distretti commerciali. Il supporto tecnico è fornito dal Salone del Franchising, Unioncamere Lombardia, Sistema Camerale, e le maggiori associazioni di settore (Assofranchising, Federfranchising, Confimprese).
Non si conosce, al momento, l'idea di Beppe Sala.

 

 

 

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