Così AB Mauri ha dimezzato i consumi di energia elettrica

Attraverso il Blowers Project, l’azienda pavese ha reso più efficiente il processo di fermentazione del lievito, con benefici anche in merito alle emissioni inquinanti

Difendersi dal caro-energia è tra le priorità di tutte le aziende, e in particolare per quelle impegnate nella produzione. A questo proposito va segnalata l’iniziativa di AB Mauri, azienda attiva nella produzione di lieviti e ingredienti per la panificazione, che presso la sua sede di Casteggio (Pavia) ha realizzato il “Blowers Project”. Si tratta di un’iniziativa che ha reso più efficiente il processo principale della catena di produzione – la fermentazione – tagliando di circa il 50% l’utilizzo di energia elettrica e evitando di immettere in atmosfera, ogni anno, fino a 4mila ton di CO2, corrispondenti alla quantità di anidride carbonica assorbita da oltre 530mila alberi.

La portata del progetto

L’intervento ha richiesto una riorganizzazione profonda del processo di distribuzione e impiego dell’aria di fermentazione, passando da un sistema centralizzato, con poche macchine di grande potenza e valvole di laminazione, ad un moderno concetto in cui gruppi di piccole macchine forniscono la quantità d’aria richiesta, con flessibilità e senza dissipazioni. Nella fase di fermentazione, infatti, sono necessari ingenti quantitativi di aria da inviare ai fermentatori per sostenere il ciclo naturale di sviluppo del lievito.

L’aria è spinta da soffianti centrifughe, che prima di questo nuovo sistema - costituito da 19 nuove soffianti, che utilizzano cuscinetti a levitazione magnetica e sono comandate da inverter - impiegavano oltre il 30% dell’energia elettrica utilizzata dall’intero stabilimento.

Piano quinquennale

L’iniziativa, che ha richiesto cinque anni dalla progettazione alla messa a regime, ha richiesto un investimento di circa 10 milioni di euro ed è stato ideato, progettato, sviluppato e realizzato da un team interno all’azienda, in partnership con Kaeser Compressori Italia e a Schneider Electric.

“Nel corso degli anni, abbiamo lavorato con partner di grande esperienza e credibilità su diversi progetti per una progressiva decarbonizzazione dei processi produttivi cercando di salvaguardare le risorse, dall’energia all’acqua, per giungere fino a un sistema compiuto di economia circolare per trasformare gli scarti in materia prima seconda”, spiega Marco Devenuto, managing director Emea dell’azienda.

La realizzazione dell’intervento è stata resa possibile anche grazie al contributo dei certificati bianchi, attraverso l’approvazione di un progetto presentato al Gse con il supporto della multiutility Hera.  “L’efficienza energetica è uno dei pilastri della strategia di sviluppo sostenibile del gruppo Hera – rivendica Cristian Fabbri, direttore centrale mercato del gruppo Hera e amministratore delegato di Hera Comm-. Un valore che estendiamo in ogni ambito: dalle famiglie alla pubblica amministrazione fino alle aziende. In particolare, affianchiamo gli energy manager e le aziende nel loro percorso di miglioramento dell’efficienza energetica, supportando le imprese in maniera affidabile e continuativa, anche con il contributo spesso fondamentale dei certificati bianchi, una forma incentivante flessibile che risulta particolarmente interessante per alcuni settori, come quello alimentare”.

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