Così il settore alimentare può contribuire ad abbattere le emissioni

Un report di McKinsey approfondisce il ruolo che le aziende di settore possono rivestire nel favorire lo sviluppo sostenibile

Secondo uno studio McKinsey la produzione alimentare può intraprendere un percorso di decarbonizzazione anche cambiando business model

In che modo il settore alimentare può proteggere il pianeta e contribuire a una crescita sostenibile? Si sviluppa intorno a questo quesito Decarbonizing grocery, report appena pubblicato da McKinsey. Lo studio parte dalla considerazione che il cibo è una variabile importante nella corsa alla riduzione di emissioni di CO2, metano e altri gas serra, a partire da cosa si mangia, come lo si coltiva e come lo si porta dai produttori ai consumatori.

Le responsabilità in tema di emissioni

Attualmente, il sistema alimentare è responsabile di oltre il 30% delle emissioni globali di gas serra. Anche se il contributo diretto della distribuzione a queste emissioni è contenuto, il comparto ha l'opportunità unica di diventare la forza trainante della decarbonizzazione dell'intero sistema alimentare, ottenendo anche significativi risparmi sui costi. Come? Ad esempio utilizzando attrezzature più efficienti dal punto di vista energetico e acquisendo valore differenziando la propria offerta.
“Allo stesso tempo assistiamo a un aumento della pressione da parte di diversi stakeholder per una filiera sostenibile: il 37% dei consumatori europei ha a cuore la sostenibilità”, sottolinea lo studio.
In questo contesto, gli operatori della distribuzione alimentare possono adottare una strategia proattiva e “giocare in attacco”. Secondo McKinsey, infatti, molti consumatori stanno già investendo in soluzioni sostenibili, soprattutto per i prodotti che considerano benefici per il pianeta e per sé stessi.

Il ruolo della filiera

“È consigliabile che i produttori di generi alimentari che desiderano raggiungere le zero emissioni inizino a creare trasparenza sulle attuali emissioni di gas serra – in termini di Scope 1 e Scope 2 (cioè la parte dei processi alimentari, ndr) e Scope 3 (produzione e consumo di cibo, ndr) – lungo l'intera catena del valore”, sottolineano gli esperti.
L’invito è a sfruttare la posizione privilegiata lungo la catena del valore per bilanciare gli sforzi di decarbonizzazione lungo l’intero sistema alimentare, dagli agricoltori e fornitori agli intermediari e ai consumatori. “Questo non solo aiuterà i retailer a raggiungere i propri obiettivi di decarbonizzazione in termini di dati scientifici, ma li sosterrà anche nel raggiungere la decarbonizzazione della produzione alimentare e consentirà ai consumatori di orientarsi verso scelte sostenibili”, sottolineano gli analisti.

Un lungo processo

Trasformare il sistema alimentare globale richiede non solo una collaborazione tra le parti interessate, ma anche molti anni. Il percorso verso la decarbonizzazione deve quindi iniziare oggi, e le iniziative da intraprendere – a detta degli analisti - devono riguardare tre ambiti:

Partire dalle basi, aumentando la trasparenza sulle principali metriche di sostenibilità e implementare una strategia di abbattimento delle emissioni;

Migliorare il modello di business attuale, sviluppando una proposta di valore solida in materia di sostenibilità, sfruttare soluzioni innovative, rivedere l’offerta di prodotti di marchio per consentire una scelta sostenibile per tutti i range di prezzi;

Esplorare opportunità di creazione di business rivoluzionari, collaborando con partner innovativi per realizzare progetti pilota nella produzione di cibo all’avanguardia.

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