Costa d’Oro accelera il passo nell’extravergine 100% italiano

Costa d'Oro investe
Con 156,8 mln € di fatturato e oltre 40,5 milioni di litri prodotti, tra marchi propri, mdd e sfuso, Costa d’Oro è tra i primi tre player di olio di oliva nella gdo

Costa d’Oro compie un passo importante lungo la strada della valorizzazione del reparto Extravergine d'oliva in grande distribuzione. Lo fa puntando in maniera strutturale sull'olio extravergine d’oliva interamente italiano e sulla tracciabilità dei suoi 100% nazionali, grazie una tecnologia a portata di consumatore che per la prima volta nel panorama industriale arriva a geolocalizzare i frantoi. L’azienda supporta il suo prodotto con una campagna pubblicitaria televisiva e un investimento complessivo di 2,6 mln di euro, il primo in assoluto a sostegno di un prodotto di questo segmento. Va detto che nel comparto il segmento sta crescendo per importanza: vale oggi per il 20% circa a volume negli extravergini, ma incide a valore per un terzo del fatturato: oltre 252 mln € su un totale di 786 mln, con dinamiche di sviluppo opposte (+7% at dicembre 2019 per il 100% italiano contro il -0,7% registrato dall'evo). Di proprietà di Avril –il terzo Gruppo di olio a livello mondiale - Costa d'Oro lavora al potenziamento della filiera da alcuni anni ed è pronta a ulteriori investimenti importanti in ambito agricolo. Del resto la casa madre del gruppo fonda la sua forza proprio sullo stretto rapporto anche societario con il mondo agricolo. Scaturisce così su questi presupposti la conferenza-stampa del 30 gennaio 2020 a Milano per ribadire l’arrivo sul mercato de “L’Italiano”, il primo olio extravergine di oliva 100% made in Italy tracciabile in tutti i suoi parametri: periodo di raccolta delle olive, periodo di molitura, provincia di produzione delle cultivar, frantoi.

Il prodotto si avvale del restyling istituzionale di Costa d'Oro (logo, etichetta, claim) è presente già nei supermercati a un prezzo di 6.99 euro a bottiglia con una forte riduzione della pressione promozionale (45 punti contro una media del 60 per gli evo). Fa della trasparenza e della scrupolosa selezione degli olivicoltori i suoi punti di forza, con oltre 50 frantoi dislocati in 7 regioni del Paese (il 73% in Puglia e il 27% tra Sicilia, Calabria, Basilicata e Umbria) su un totale di circa 4mila ettari coltivati, per una produzione 2019-2020 a 20mila ettolitri (valore ipotizzato 3 milioni di euro), proveniente prevalentemente da cultivar di Coratina, seguite da Ogliarola, Carolea e Leccino. Ai fornitori selezionati attraverso un rigoroso audit annuale dall’azienda spoletina, certificato da DNV, si aggiungeranno tra un mese anche le OP (organizzazioni di produttori) delle principali associazioni di categoria nazionali, Unaprol e Italia Olivicola, mediante contratti di filiera.

Costa d'Oro investeTale valorizzazione verrà reinvestita in ambito produttivo. L’azienda sta valutando in maniera fattiva la possibilità di un’integrazione in filiere già esistenti accanto alla creazione di filiere ad hoc. Sono già in corso trattative in Toscana e in Sud Italia, prevalentemente Basilicata e Puglia, per l’acquisto o l’affitto di terreni in parte già piantati e da piantare per avviare la produzione. “La scelta delle varietà di olive da impiantare – ha detto Mocetti - risponderanno ai requisiti di tipicità dell’olio italiano assieme alle nuove varietà che si prestano ad un modello intensivo (600-800 piante per ettaro) per produrre un’ottima qualità a prezzi competitivi con l’obiettivo di arrivare almeno a 1.000 ettari”.

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