Costo di più ma te lo dico solo se chiedi

Consumi in viaggio – Il “prezzo base” viene pubblicizzato con enfasi e non si parla degli extra, che a volte sono tasse obbligate. Dal check-in dei bagagli al wi-fi negli alberghi, ecco dove cercare per sapere che conto si pagherà, alla fine.

Li chiamano costi nascosti. Il che non significa che vengano fuori dal nulla. Se si legge bene il contratto, se si chiede prima di prenotare sono spiegati. E così si scopre che per controllare la posta dall'albergo e inviare un lavoro, o anche per farsi un giretto su Facebook, al momento del conto si troveranno 25 euro di extra per utilizzo del collegamento wi-fi. Oppure, dopo aver colto con entusiasmo l'ultima promozione della compagnia aerea low-cost, pensando di volare fino alla capitale europea per un weekend con le cosiddette due lire, al check-in in aeroporto ci si vede presentare un conto di 30 sterline per caricare una valigia, che vanno a sommarsi alle 10 sterline a testa che avevamo sborsato al momento della prenotazione per pagare con una normale carta di credito (questi i prezzi di Ryanair).

Un modo, è evidente, per compagnie aeree e alberghiere di tamponare gli effetti nefasti della crisi economica, dalla quale sono stati duramente colpiti. Ma ai consumatori tutto questo non piace, e suona tanto come una fregatura.

In rete cresce l'onda del wi-fi libero

Su internet, dai blog a Twitter, da Facebook ai siti di hotellerie, è tutto un fermento. La causa? In sostanza, dicono molti commentatori viaggianti, siamo stufi di pagare per un servizio - il wi-fi - che è considerato ormai primario. L'invito? Boicottare gli alberghi che te lo fanno pagare, e caro.

Ad aumentare l'irritazione c'è un dato importante: gli alberghi di categoria inferiore, se il wi-fi ce l'hanno, ai clienti lo offrono gratis, mentre a far pagare i collegamenti sono proprio gli hotel a 4 e 5 stelle dai quali ci si aspetterebbe la gratuità, visto il prezzo alto del pernottamento.
Stiamo parlando di un servizio che, negli Usa, se nel 2003 era utilizzato dal 12% dei clienti, oggi è richiesto dal 60-70% (fonte Hyatt). Con l'arrivo di smart phones e netbook che si aggiungono ai “vecchi” portatili ormai collegarsi a internet è per molti una necessità quotidiana, come l'uso dell'acqua calda, dell'elettricità o degli asciugamani. Tutte cose che nessun albergo ormai si sogna di non includere nel prezzo della camera.

Un problema reale, anche perché sono sempre meno i dipendenti che possono girare le spese all'azienda, e si allargano le file dei liberi professionisti che devono pagare di tasca propria.

Le tariffe, poi, sono spesso confuse. Tra orarie e giornaliere, ognuno fa la sua. Ma c'è anche chi calcola la mole di dati scaricati e ha prezzi differenti tra wireless e collegamento via cavo. Senza contare che, se il wi-fi non è gratis, bisogna perdere tempo alla reception per firmare scartoffie e ottenere una password che non sempre funzionerà, obbligando un cliente furioso ad andare su e giù dalla camera. Per questo trovare un albergo che dichiari nel suo sito con chiarezza che l'accesso wi-fi è a pagamento, e quanto costa, è difficile, quasi impossibile: sarebbe un modo per farli scappare i clienti, anziché attirarli. Unico dato certo: gli alberghi europei in quanto a tariffe internet sono i più cari del mondo.
Non solo: come i sandwich e il caffè sugli aerei, capita anche di pagare per un prodotto/servizio pessimo, con connessioni che si scollegano o sono esasperatamente lente: il che non fa che aumentare lo scontento quando ci si trova a dover pagare un conto più alto del previsto.

Voli low cost? sì, però…

Allora, per non incappare in extracosti è essenziale avere il bagaglio a mano, ovvero viaggiare leggeri.

E magari anche esserlo, leggeri. Perché Ryanair, la più intransigente delle compagnie in fatto di extra, potrebbe esigere un sovrapprezzo ai suoi clienti taglie forti. In bagno, poi, conviene sempre andare prima di salire sull'aereo perché potreste trovare la serratura a monetina (una sterlina), senza la quale la porticina della toilette non si apre. Questo potrebbe accadere in futuro: una realtà invece sono gli extra da pagare se si vuole scegliere un determinato posto a sedere (una necessità non tanto per i patiti del panorama dal finestrino, quanto per chi è molto alto e nei posti interni con quei sedili ammassati proprio non ci sta). Se poi andate a sciare o volete esibirvi in una strimpellata con gli amici lontani, la solita compagnia vi presenterà il conto per equipaggiamento sportivo o musicale: un salatissimo extra di 60 sterline.

Un'interessata British Airways ha lanciato un value calculator che consente di visualizzare chiaramente il prezzo finale di un biglietto low-cost, tutto compreso, che siano la valigia da caricare in stiva o il panino e la bottiglia d'acqua.

Perché costeranno pure poco i biglietti aerei delle low-cost, ma sempre più del prezzo pubblicizzato da campagne pubblicitarie spesso molto chiassose e roboanti. E il viaggiatore? Brontola e si adombra. Tanto da inserire la maggior parte delle compagnie aeree low-cost agli ultimi posti nelle classifiche di gradimento sul web. Da un lato il consumatore vuole la botte piena e la moglie ubriaca, e non ama l'assenza di servizi che pure è dichiarata fin dagli inizi. Insomma, dopo anni di lamentele per quei tristi pasti a base di curry livido e pollo sbiancato, e torte con una glassa che più rosa non si può, ora che glie li si toglie urla e strepita come un bambino. Certo, quando si viaggia a cavallo del mezzogiorno e si devono sborsare 10 euro per un panino al limite del rancido qualche ragione forse il viaggiatore ce l'ha.

Più volte Ryanair è stata richiamata all'ordine dalle autorità regolatrici per le sue campagne che pubblicizzano tariffe che poi vengono regolarmente pompate con costi inevitabili (come la fee per il pagamento con carta credito o bancomat).

Ma, se la battaglia per la chiarezza è sacrosanta, quella che pensa di eliminare gli extra è donchisciottesca: un recente studio di Collinson Latitude ha rivelato come il 65% delle compagnie aeree (compresi i prestigiosi vettori tradizionali) pensa di aumentare in futuro gli introiti derivanti dagli extra, per i bagagli registrati in primis, almeno del 20%. Sono in palio cifre dell'ordine dei 659 milioni di sterline: tante ne guadagnerà Ryanair nel 2009, solo con gli extra per bagagli e commissioni sui pagamenti, secondo un calcolo del Daily Telegraph. Con buona pace del cliente insoddisfatto.

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