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1. Monitorate oltre
3 milioni di esperienze
di pagamento
2. Rischi e poteri
contrattuali dei
protagonisti del
mercato food &
beverage italiano
Nell’attuale momento di crisi
economica il settore food
(beverage compreso) sta registrando
una tenuta migliore
rispetto ad altri comparti anche
grazie all’export. Per il 2009 l’industria
specifica registrerà un
trend meno negativo rispetto
al valore medio dell’industria
nazionale, pur in presenza di
un ulteriore indebolimento della
domanda interna ed esterna. Le
imprese che hanno difficoltà ad
avere accesso al credito si finanziano
tra loro, prolungando le
scadenze dei pagamenti. Per questo
esse sono costrette a porre
maggiore attenzione alla gestione
dei flussi di cassa in entrata e in
uscita, di conseguenza ai tempi di pagamento: mai come in questo
periodo le luci sono puntate
sul capitale circolante.
Come paga il settore
Questo è il quadro congiunturale
che emerge dall’analisi di Lince,
Gruppo TeamSystem Lince, che
ha raccolto oltre 3 milioni di
esperienze di pagamento dalle imprese del settore alimenti e
bevande. Sono le imprese di produzione
che impongono il loro
potere negoziale concordando
tempi di pagamento sempre più
lunghi (83 giorni nei primi 10
mesi del 2008 contro i 77 del 2007
e i 67 del 2006) e che si svincolano
in media a 100 giorni, guadagnando
ben 16 giorni rispetto
al 2006. Diversa invece la posizione
delle aziende che vendono
all’ingrosso e al dettaglio, che nel
2008 subiscono una riduzione dei
tempi di pagamento concordati e
non riescono a imporre maggiori
dilazioni, mantenendo la media
dei pagamenti effettuati sia puntualmente
sia in ritardo sui 90
giorni nel triennio 2006/2008.
La situazione
macrogeografica
Da un punto di vista macrogeografico,
le aziende produttive
del nord-ovest, del centro e
delle isole riescono a farsi finanziare
maggiormente dai fornitori,
dilazionando sempre di più
i pagamenti effettuati.
Diverso invece il quadro delineato
dal comportamento dell’ingrosso
che nel nord-ovest salda a 78
giorni (risulta essere la macroarea
più virtuosa), con una riduzione
di 11 giorni dei tempi di pagamento
effettivi. Tralasciando il
nord-est che non presenta variazioni
e scendendo lungo la penisola,
si osservano per l’ingrosso
tempi di pagamento concordati
in lieve calo e viavia maggiori
dilazioni e ritardi.
Il dettaglio, invece, sconta termini
di pagamento concordati
in calo in tutte le macroaree
tranne che nel sud, dove anche
i pagamenti effettivi si allungano
di ben 17 giorni a fronte
di tempi di pagamento effettivi
pressoché stazionari del nordest,
del centro e delle isole e di
disimpegni anticipati di 6 giorni
nel nord-ovest.
*responsabile ufficio studi Lince
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