Dairy Summit, urge sostenibilità al settore e comunicazione più incisiva

Il percorso di sostenibilità è inevitabile. Chi lo paga? Il consumatore, fino a un certo punto. Occorre maggiore efficienza del sistema per assorbire i costi

Si è appena conclusa a Verona la 3° edizione del Dairy Summit, l’appuntamento di riferimento per la filiera del latte e dei prodotti lattiero-caseari che esamina il mercato e i consumi e dà l’opportunità agli operatori della filiera di incontrarsi e fare sistema. Presenti anche i rappresentanti delle istituzioni italiane.

Il settore necessita di sostenibilità e parallelamente occorre una comunicazione più incisiva affinché i consumatori possano conoscere i progressi della filiera. Queste sono le principali tematiche emerse dal dibattito. Il ministro Mipaaf Stefano Patuanelli, intervenuto al summit, ha sottolineato la necessità di bloccare le fake news e di assicurare una maggiore remunerazione agli agricoltori.

Carlo Alberto Buttarelli, direttore Ufficio Studi e Relazioni di Filiera di Federdistribuzione

In chiusura dei lavori Cristina Lazzati, direttrice di Mark Up, ha intervistato Carlo Alberto Buttarelli, direttore Ufficio Studi e Relazioni di Filiera di Federdistribuzione, che si è detto soddisfatto per i buoni risultati del summit, anche grazie alla partecipazione dell’intera filiera. “Il tavolo tecnico -ha sottolineato Buttarelli- servirà per rendere immediatamente attuabili le premesse contenute nel protocollo appena siglato dal ministro Patuanelli. Tra le prime criticità da affrontare, sicuramente i rincari delle materie prime. Le istituzioni propendono per un rientro dei rincari entro il primo quadrimestre del 2022. Noi stiamo cercando di capire quanto di questi aumenti sia strutturale o speculativo per stabilire come orientarci. Negli ultimi anni –ha proseguito Buttarelli- abbiamo registrato l’interesse del consumatore verso il benessere personale ma anche verso un benessere più generale, soprattutto riferito all’ambiente, e siamo impegnati a portare queste istanze anche ai nostri partner. Il percorso di sostenibilità è inevitabile. Il consumatore lo chiede. Chi lo paga? Il consumatore, fino a un certo punto. Dobbiamo impegnarci nell’efficienza del sistema per assorbire i costi, che non gravino tutti sul consumatore. Se le dinamiche di pressione sui prezzi si trasferissero al consumo, potrebbero condizionare l’andamento delle vendite, incidendo negativamente sulla strada della ripresa.”

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