Dal convegno Sinergie-Sima le opportunità del digitale e i nuovi modelli

Secondo Raimondi, direttore commerciale di Vodafone, un manager oggi deve spiccare in capacità di adattamento. Tra dieci anni, il panorama sarà completamente diverso dall'attuale

Il digitale? “Uno strumento in più per le tante aziende italiane, capace di distribuire valore e di risolvere in modo nuove questioni affrontate anche in passato”. Parola di Claudio Raimondi Direttore Commercial Operations di Vodafone Italia, uno degli ospiti ad una delle tavole rotonde del convegno Sinergie-Sima, Società italiana management che si tiene in collaborazione con l’Università di Palermo in virtuale il prossimo 10 e 11 giugno. Tema del convegno è quello delle “intersezioni” in ambito business. Il Cambridge Business English Dictionary afferma che un’intersezione è “un punto dove due elementi si incontrano ed esercitano un effetto l’uno sull’altro”. E Raimondi rappresenta un modello di manager dall’approccio multiprospettico per le diverse mansioni svolte nella sua vita lavorativa.

Dopo un'esperienza internazionale in Inghilterra per conto di Pirelli, dopo il 2005, Raimondi è entrato in Vodafone nel 2011 nel ruolo di head of customer experience analysis e successivamente ha assunto il ruolo di head of online analysis and performance. Quindi lavora per quattro anni in eBay, nella quale ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità fino ad assumere l’incarico di General Manager Italy, ed è rientrato in Vodafone Italia nel 2017 nel ruolo di head of digital, artificial intelligence & robotic process automation. Ha guidato con successo il lancio e lo sviluppo di Tobi (l’assistente digitale della compagnia telefonica) e ha avviato il processo di digitalizzazione e semplificazione delle operations commerciali. Da aprile 2020, in qualità di head of CVM Consumer and Digital Director, ha dato nuovo impulso alla gestione della customer base e alla digitalizzazione di Vodafone. Da luglio 2019, inoltre, Claudio Raimondi è anche membro Consiglio di Amministrazione di Fondazione Vodafone Italia.

Ma quali sono le caratteristiche che si richiedono ad un manager oggi? “Si parte dalla conoscenza delle lingue oltre l’inglese e la propria perché è un mondo che parlerà sempre più cinese e indiano” e poi “la capacità di adattamento: qualsiasi ruolo facciamo adesso fra dieci anni magari non ci sarà più. Se i nostri nonni potevano pensare di fare la stessa vita in azienda, oggi bisogna reinventarsi”. Così come ha dovuto fare lui stesso in Pirelli “dove credo di avere cambiato sette lavori, trovandomi sempre di fronte a sfide diverse. Ho avuto il coraggio di proporre delle idee che sono state sviluppate. Sono partito dal princing, ho fatto logistica, ma anche motorsport, pianificazione strategica. Ho avuto l’opportunità di ricoprire ruoli diversi e questa è una cosa che obbliga a capire cosa sai fare bene e applicarlo in un ruolo nuovo, senza abbandonare la specificità verticale”. Oggi, in particolare, è un periodo di passaggio, “paragonabile a quello in cui si è passato dai cavalli ai motori”, spiega il manager. E nella formazione di un manager per Raimondi non deve mancare lo studio della storia. “Bisogna studiare molto a partire da quello che è il nostro passato: la storia di ripete” e poi leggere “su quello che accade nel presente non solo nella proprio settore ma anche in quello che accade in altri mondi aziendali. Avere le antenne dritte cercando di leggere e di interpretare e andando oltre il semplice mi piace o non mi piace”. Altra caratteristica del manager di oggi, sempre secondo Raimondi, “è mettersi in discussione”. Cosa è oggi il digitale? “Il digitale credo che sia una opportunità, una cosa presente che bisogna cavalcare, che se non cogliamo coglieranno altri. In Italia i consumatori sono più avanti delle aziende e se non ci mettiamo al passo perderemmo clienti. E lo abbiamo scoperto con la pandemia e il lockdown nel settore del grocery. Tutti abbiamo iniziato a fare la spesa on line, mentre le aziende ancora non erano prontissime”.

L’Italia fonda parte dell’economia su un tessuto di piccole e medie che possono sfruttare questa opportunità “che più che consumo di massa apre una coda lunga di infiniti prodotti disponibili”. Tra le nuove tendenze mondiali, in cui l’Italia è ancora in leggero ritardo, c’è il noleggio di strumenti e utensili. “Negli Usa è abbastanza normale che gli attrezzi per l’home garden e la carpenteria si possano noleggiare, sono modelli di business che in Italia ancora non ci sono ma che potrebbero svilupparsi. Ancora una volta la storia ci aiuta: è quello che accedeva o accade nei paesi di provincia dove se non avevi uno strumento lo chiedevi in prestito al vicino. L’applicazione di modelli che esistono da migliaia di anni con strumenti che sono nuovi”. Ancora una volta la storia che accende una luce sul presente.

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