Dal portafoglio ai documenti: il nuovo ruolo dello smartphone

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Il futuro sarà cashless e paperless. Con Identity Credential nel prossimo Android, carta d’identità, patente e passaporto saranno validi per le autorità

L’abitudine ad avere sempre con sé smartphone, tablet e altri dispositivi connessi e in continua consultazione per tenere traccia della vita professionale e privata, ha trasformato i device mobile in qualcosa di molto particolare: un archivio vivo, un registro aggiornato e, in definitiva, uno strumento polifunzionale. Il Professor Maurizio Ferraris, ordinario di filosofia teoretica all’Università di Torino, nel suo libro “Anima e iPad”,  aveva, già qualche anno fa, provocatoriamente definito i device mobile come “la nostra anima di scorta”. Oggi, a questi device, possono essere delegati anche buona parte di attività sensibili come i pagamenti, gestione della casa, ecc. L’esperienza digitale dei Millennials e della Generazione Z, infatti, non fa altro che comprovare tali fatti. Secondo i risultati di un sondaggio online effettuato tra i giovani consumatori di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Giappone e Australia commissionata da LivePerson, azienda attiva nello sviluppo di soluzioni di conversational commerce, emerge un dato piuttosto significativo: i consumatori più giovani a livello globale (61,8% degli intervistati), se obbligata a scegliere, preferisce lasciare il portafoglio a casa rispetto al proprio smartphone.

Più nello specifico, il cellulare è, ormai, una priorità di Millennials e Gen Z rispetto a tutto il resto, perfino al portafoglio in tutti i 6 Paesi, ma vi è una grande diversità da un Paese all’altro, forse legata alle diversità di opzioni di pagamento digitale: in questo scenario, in UK si è più disposti (quasi per il 77%) a uscire di casa con il telefono ma senza portafoglio, mentre in Germania si è più equamente ripartiti (51% per il telefono e 49% per il portafoglio). La tecnologia sembra farsi da garante perché si vada sempre più verso un futuro cashless e paperless, in cambio di un oggetto, lo smartphone, che è diventato talmente poliedrico negli anni da essere l’unica cosa che non dimentichiamo quando usciamo di casa.

In occasione dello Snapdragon Tech Summit, tenuto lo scorso dicembre 2019 ed organizzato dalla telco californiana Qualcomm, si è, infatti, annunciato l’addio definitivo al portafoglio, già spogliato della carta di credito e non solo. Qualcomm in accordo con Google ha, difatti, presentato un nuovo servizio, che sarà disponibile con l’arrivo di Android R (probabilmente chiamato Android 11), il nuovo sistema operativo mobile di “Big G” (nickname per Google). Questa tecnologia offrirà anche la possibilità di utilizzare, in maniera riconosciuta dalle autorità, il proprio telefono come carta d’identità, patente e passaporto e sarà chiamato Identity Credential.  Qualcomm e Google  daranno la possibilità ai singoli produttori di telefoni di fare uso del servizio Identity Credential, con l’idea però che una funzionalità di questo genere rappresenti un enorme vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza. Parrebbe, inoltre, che questa release di Android funzioni anche in assenza di carica sufficiente per accendere il telefono: una sorta di low power mode che permetta comunque di mostrare sullo schermo le proprie credenziali anche quando lo smartphone è scarico, come avviene per le chiamate d’emergenza in assenza di segnale.

Queste novità, legate anche alla diffusione del 5G, aprono però una serie di problematiche di sicurezza non banali. Dal punto di vista tecnologico, si prospetta la possibilità di comprovare la validità e legalità dei documenti grazie ai dati biometrici conservati sul telefono, in modo che i dati sensibili vengano protetti e che, allo stesso tempo, si possa dimostrare l’autenticità dei documenti. Vi sono, a questo proposito, vincoli istituzionali da prendere in considerazione; ed in ultima istanza la decisione sarà in mano ai singoli legislatori. Quello che emerge da questo quadro è che soprattutto i più giovani, Millennials e Gen Z, facciano della richiesta di immediatezza di informazioni e gestione delle situazioni, il loro tratto distintivo di consumatori. In questo senso, il digitale sta diventando sempre più l’unico mezzo per venire incontro a queste richieste. Sempre sulla base dei dati forniti dal sondaggio di LivePerson, una grande maggioranza di giovani a livello globale, il 69,5%, immagina tranquillamente un futuro in cui il 100% degli acquisti sarà effettuato in maniera digitale. Il 20,7% di loro, addirittura, preferisce portare a termine un acquisto esclusivamente digitale senza mai dover parlare con un essere umano.

Lo smartphone non è più un oggetto ma è diventata un’estensione della persona. È diventato oramai parte integrante dello stile di vita delle giovani generazioni e nessuno potrebbe più farne a meno”, ha dichiarato Agostino Bertoldi, VP Southern Europe di LivePerson. “I consumatori più giovani desiderano la comodità digitale in tutti gli aspetti della propria vita. […] Questo dato rientra perfettamente nel quadro della continua crescita dell’e-commerce rispetto al negozio fisico a livello globale. Le risposte però devono necessariamente essere disponibili quando e dove il cliente ne ha bisogno, in tempi molto rapidi. Per acquisti meno costosi, ad esempio con cifre inferiori a 20 euro, il 73,4% dei Millennials dichiara di rinunciare a effettuare un acquisto se non otterrà la risposta che richiede entro 10 minuti”, conclude Bertoldi.

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