Dall’eco-ansia al carovita: il punto di vista di Millennial e GenZ italiani

Ragazzi e giovani adulti italiani sono più sensibili della media globale al cambiamento climatico. Priorità e preoccupazioni dall'indagine Deloitte

Quando si parla di peculiarità e differenze generazionali un grande classico della distorsione di giudizio ed analisi è fossilizzare determinate caratteristiche del cluster. In realtà, come ovvio, con il variare di fattori personali quali l'età anagrafica e il ruolo familiare/sociale, ma anche con l'influenza di fattori esterni quali una pandemia o una guerra, gli stessi target evolvono e necessitano di essere man mano riletti e compresi.
A fare il punto, in particolare, sui ragazzi della Generazione Z e sui giovani adulti Millennial, è stata un'ampia ricerca di Deloitte, condotta su un campione globale di oltre 23 mila di questi esponenti. Vediamo allora quali sono i principali risultati per quanto riguarda priorità e preoccupazioni degli italiani, con relativo confronto internazionale.

Eco-ansia e situazione economica

I giovani del nostro Paese si confermano particolarmente sensibili al tema del cambiamento climatico: intervistati su quelle che, dal loro punto di vista, sono le cinque grandi sfide del presente, per il 42% della GenZ italiana e il 37% dei Millennial il cambiamento climatico è la sfida numero uno da affrontare. Inoltre, dalla ricerca emerge che l’80% della GenZ e il 76% dei Millennial italiani pensa che siamo vicini al “punto di non ritorno” nella risposta a questa grande problematica. Oltre alla “eco-ansia”, che sembra sempre più diffusa tra i giovani e giovanissimi, il 72% della GenZ e il 77% dei Millennial afferma di aver sperimentato di persona almeno un evento meteorologico grave negli ultimi 12 mesi. Per rispondere alla sfida ambientale, GenZ e Millennial italiani sono disposti a cambiare le proprie abitudini. Mentre a livello globale la percentuale di Millennial e GenZ che cerca di ridurre il proprio impatto ambientale è del 90%, nel caso degli intervistati italiani si arriva a percentuali anche più elevate, con il 95% dei Millennial e al 96% della GenZ che afferma di “fare uno sforzo per proteggere l’ambiente”.
A tenere banco tra le preoccupazioni principali anche inflazione e carovita, quest’ultima indicata come prima preoccupazione dal 29% della GenZ e dal 36% dei Millennial a livello globale. Solo un quarto, circa, della GenZ (25%) e il 21% dei Millennial afferma di poter pagare senza problemi le proprie spese e quasi la metà degli intervistati vive con i soldi contati di mese in mese. Queste dinamiche incidono sulla capacità di risparmio dei giovani che, così, risultano sempre meno ottimisti sulla probabilità di arrivare alla pensione con tranquillità. A livello globale solo il 41% della GenZ e dei Millennial è convinto che riuscirà ad andare in pensione e a essere tranquillo finanziariamente. In Italia i numeri sono anche più critici: solo il 28% della GenZ e il 30% dei Millennial è ottimista sulle proprie prospettive previdenziali.

Lavoro e work-life balance

Dopo due anni di sperimentazione di lavoro da remoto, GenZ e Millennial hanno le idee sempre più chiare su cosa si aspettano dal mondo del lavoro. E se stipendi bassi e poca attenzione alla salute mentale sono i principali motivi che spingono alle “grandi dimissioni” i giovani a livello globale, in Italia contano ancora di più per le due generazioni la work life balance e le opportunità di apprendimento e di crescita. Il primo elemento è importante soprattutto per i Millennial (che non a caso sono quelli alle prese con la vita in famiglia): per il 36% di loro, infatti, trovare un ambiente di lavoro che garantisca un bilanciamento adeguato tra vita lavorativa e tempo libero è il primo fattore di scelta quando si cerca un nuovo impiego. Significativi anche i numeri sul lavoro da remoto: attualmente, quasi la metà della GenZ e dei Millennial italiani lavora quasi sempre in ufficio, ma la maggior parte (67% GenZ e 63% Millennial) preferirebbe un modello di lavoro ibrido, in cui si garantisca una maggiore flessibilità.
Come sottolinea Stefania Papa, people and purpose leader di Deloitte Italia: "I numeri che riguardano l’attenzione alla salute mentale e al work life balance sono particolarmente rilevanti. È importante per le aziende tenere conto di queste esigenze, anche in ottica di attrattività dei talenti. Le aspettativa dei Millennial e GenZ sono molto diverse da quelle i delle generazioni precedenti e le aziende non possono ignorare questo grande cambiamento in corso”.

 

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