Delicius presenta Be Blue per la salvaguardia del mare

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Delicius ha promuove la seconda edizione di Be Blue - The Sea Conference, un momento di confronto per sondare soluzioni all'inquinamento degli oceani

Nella splendida cornice della Palazzina Appiani, presso l'Arena Civica del Parco Sempione a Milano, si è tenuta il 5 giugno scorso la seconda edizione di Be Blue - The Sea Conference. Promosso da Delicius, in collaborazione con il Divas (Dipartimento di medicina veterinaria e scienze animali) dell’Università degli Studi di Milano, Be Blue, mira alla salvaguardia dell’ecosistema marino ed è un tavolo di analisi e proposte per parlare delle soluzioni possibili agli squilibri e agli inquinamenti che minacciano gli oceani. A questa edizione della conferenza, dopo l'introduzione di Marco Magnifico, Presidente Fai - Fondo per l'Ambiente Italiano, tanti i relatori.

Rispettare il mare

Alla base di Be Blue - The Sea Conference c'è l'impegno di Delicius a rispettare il mare e la sua biodiversità. A questo scopo, l'azienda ogni anno si impegna a rendere concrete le linee guida Fao in materia di pesca e prelievi, rendicontando a partire dal 2020 le proprie performance di sostenibilità al fine di documentare il proprio percorso orientato agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu. A tal proposito è bene sottolineare che, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, circa 59,5 milioni di persone dipendono dalla pesca e dall’acquacoltura per il proprio sostentamento. I consumi di pesce aumentano, così come la popolazione; in vaste aree del Pianeta la pesca illegale è un pericolo concreto e l’inquinamento da plastica è un’emergenza che fatica a trovare soluzioni. Una serie di problematiche ineludibili che fanno sorgere alcune domande: siamo veramente consapevoli di quanto stia accadendo? Che ruolo hanno le certificazioni? Quanto la ricerca scientifica può divenire osservatorio dello stato di salute del mare? In che misura le scelte del consumatore e ciò che troviamo sugli scaffali dei supermercati possono influenzare la sostenibilità del settore della trasformazione ittica?

“Sede privilegiata di queste e altre valutazioni è Be Blue 2023 The Sea Conference -commenta Irene Rizzoli, amministratrice delegata di Delicius-. Già da diversi anni abbiamo compreso che la salvaguardia del mare, patrimonio di biodiversità, regolatore del clima e grande polmone del Pianeta, è un sistema complesso che necessita del confronto e dell’azione congiunta di imprese, distribuzione e mondo della ricerca, al fine di generare impatti concreti per mantenere vitale e sano il pianeta che abitiamo”.

Delicius con i giovani

Nella medesima direzione di Be Blue - The Sea Conference va un'altra iniziativa di Delicius: “Illustrami il presente, ragioneremo sul futuro”. Un progetto educativo rivolto ai ragazzi della sezione di grafica del Liceo Artistico Toschi di Parma, in collaborazione con Worldrise Onlus, nato con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani ai temi della salvaguardia del mare. Il progetto si è realizzato in tre fasi: un primo incontro a scuola, un progetto grafico e un ultimo incontro sul campo, a Marina di Ravenna. L'obiettivo è stato quello di fornire un’esperienza formativa a 360 gradi, ponendo le questioni di emergenza climatica in modo scientifico e, al tempo stesso, facendo vivere un’esperienza pratica, come la raccolta della plastica sulla spiaggia, per trasmettere l'importanza delle azioni concrete che ognuno di noi può compiere per cambiare le cose.

Ai ragazzi è stato chiesto, quindi, di realizzare un’illustrazione che riprendesse i temi trattati con la prospettiva per il progetto vincitore di diventare la copertina del bilancio di sostenibilità di Delicius. Per dare spazio a questi elaborati, Delicius ha poi scelto di raccoglierli tutti in un libro bianco, perché questo appello potesse diventare un vero manifesto di riflessione di azione reale a tutela del mare. “Lavorare con questi ragazzi -ha concluso Irene Rizzoli- è stata un’esperienza davvero entusiasmante. Faccio parte di quella generazione che con i suoi comportamenti, talvolta superficiali e inconsapevoli come l’abuso di plastiche monouso, lo spreco (dal cibo all’acqua, fino al fast fashion) hanno determinato parte del problema. Oggi conosciamo meglio la fragilità del nostro Pianeta e il nostro percorso non può prescindere dall’educare alla conoscenza le nuove generazioni, perché solo attraverso le nostre scelte, come imprese, cittadini e consumatori, potremo trovare il modo per cambiare davvero le cose”.

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