Deloitte: per gli italiani l’innovazione è sinonimo di benessere

Il 60% si attende soluzioni nuove e più accessibili nei prossimi 10 anni. I risultati della ricerca presentata nel corso dell’Innovation Summit 2016.

L’innovazione, tecnologica in primis, può davvero migliorare la nostra qualità della vita? Qual è la percezione dei cittadini in proposito? Risponde a queste domande l’indagine demoscopica svolta da Deloitte con Euromedia Research in Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Paesi scandinavi, i cui risultati sono stati presentati nel corso dell’Innovation Summit svoltosi ieri a Milano.

Un quadro di luci ed ombre.  L’innovazione da un lato rappresenta un motore di crescita per il sistema economico e sociale, tra start up e nuovi business model, sviluppo esponenziale delle nuove tecnologie e comportamenti di consumo ad esse legate. Dall’altro lato, “se è vero che l’innovazione agisce positivamente su alcuni aspetti della vita di tutti i giorni, continuano a persistere problemi di sostenibilità, sia ambientale che industriale, legati alle iniziative innovative”, sottolinea Andrea Poggi, Partner Deloitte, Responsabile dello Strategy Consulting e Innovation Leader.

  • Innovazione uguale benessere. A livello di percezione, la grande maggioranza degli italiani (87,4%) crede che l’innovazione all’interno della quotidianità sia innanzitutto driver di benessere, mostrandosi ancora più fiduciosa degli europei (79,4%). Le aspettative di miglioramento al riguardo sono favorevoli, con il 60% del nostro Paese che si aspetta soluzioni nuove e più accessibili per i prossimi 10 anni. Parlando di comparti, 1 cittadino europeo su 4 crede che la salute sia l’ambito dove quest’ultima può portare un contributo maggiore:fitness_technology_wearable_sport il 75% conosce i dispositivi wearables e il 90% le App per il monitoraggio dello stile di vita.
  • Più sport e alimentazione sana. Cresce parallelamente la nostra sensibilità per la forma fisica (il 44% pratica sport) e per il benessere (il 93,5% è più attento a questo aspetto), la cui chiave d’accesso primaria è ritenuta all’unanimità l’alimentazione: il 42,1% degli italiani, contro il 14% degli europei, dichiara di seguire regolarmente un regime alimentare.
  • Sfiducia per il futuro, insoddisfazione presente. Oltre a questi elementi di positività, tuttavia, permane un sentiment negativo riguardo al futuro, con 1 cittadino europeo su 4 che prevede un calo della propria qualità di vita a causa di una ridotta disponibilità economica e di peggiori condizioni ambientali. Gli italiani, inoltre, sono quelli attualmente più insoddisfatti: solo il 36% crede che vivere nel nostro Paese sia meglio che vivere altrove (58% media europea) e solo il 10% crede che l’Italia sia più innovativa rispetto agli altri (33% media europea). La causa principale per il 64% è la mancanza di investimenti pubblici in tal senso.

 

 

 

 

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