Diffondere la nostra biodiversità mediante i ristoranti italiani

Gli opinionisti di Mark Up. Lorenzo Zurino founder & ceo The One Company

Da poco, ho avuto l’onore di partecipare ad un simposio presso la New York University, che si intitolava “Food and Restaurant for Tomorrow”. Il focus di questo incontro era, cercare di sviscerare quanto sia possibile che la biodiversità italiana, la prima al mondo, possa essere rappresentata in Usa, attraverso anche la ristorazione italiana di qualità. Inoltre, come fare a farle svolgere il ruolo di ambasciatore di questa infinità di prodotti italiani. Il mio intervento ha riguardato l’importazione e la distribuzione di questi prodotti ed è stato interessante capire, le aspettative di ristoratori, retailers e consumatori finali, rispetto ai prodotti che l’Italia offre normalmente, ma che non è detto arrivino oltreoceano. La ristorazione in Usa, soprattutto per chi propone una cucina italiana, incontra una fortissima competizione: New York ospita 24mila ristoranti, di cui 1.150 sono italiani (610 solo a Manhattan) cui si rivolgono 57 milioni di turisti (2015), ma anche di newyorchesi che hanno una forte attitudine a mangiare fuori: secondo il National Restaurant Association il 47% dei pasti vengono consumati fuori dalle abitazioni e il 44% dichiara di mangiare italiano almeno una volta a settimana.
Il caro amico, Gianfranco Sorrentino, presidente dell’Associazione Gruppo Italiano dei ristoranti italiani di New York, nonchè titolare dello storico Gattopardo di Manhattan, usa dire: “A New York si trova tutto il meglio e tutto il peggio, e tutto ciò che sta tra il meglio e il peggio”. Quindi è difficile importare prodotti che non siano già presenti, atteso che occorre determinare un prezzo giusto che renumeri l’importazione, la distribuzione e la lavorazione al ristorante.

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