Diritti d'autore e connessi: l’Associazione music provider (Amp) invita le collecting societies 
a un tavolo congiunto con Agcom. Da Mark Up 311

Secondo quanto comunica Amp-Associazione music provider, all’inizio del 2022 alcune collecting societies (gestori di diritti d'autore e connessi, in campo musicale) hanno inviato ai music provider e ai loro clienti (più di 30.000 esercizi commerciali fra negozi della gdo, retail/centri commerciali e horeca) e a tutti gli utilizzatori di repertori musicali, l’invito a fornire l’elenco dei brani trasmessi per verificare se siano presenti brani dei loro mandanti. Amp fornisce, attraverso i suoi associati, servizi di creazione di palinsesti di radio in-store e musica d’ambiente per creare la colonna sonora di un brand e accompagnare così l’esperienza dei clienti nei locali e nei punti di vendita.

Le Collecting, che avevano dato mandato a Siae e Scf per la propria raccolta, oggi hanno scelto di agire sul mercato autonomamente -commenta Pietro Giola, presidente Amp-. Le collecting societies raccolgono per i propri mandanti i proventi per lo sfruttamento delle opere musicali e delle relative registrazioni fonografiche. Qualora sia presente uno dei loro iscritti (autore, editore, produttore, musicista, interprete o esecutore) l’utilizzatore deve sottoscrivere e pagare licenze aggiuntive per tutti i suoi punti di vendita oltre a quelle Siae ed Scf, con un evidente incremento di costi”.

Secondo Amp, un brano musicale può essere realizzato da molteplici soggetti, rappresentati da diverse collecting e “gli strumenti di verifica dei repertori presentano limiti che impediscono a qualunque player del mercato di operare in modo semplice, certo e sostenibile”. I database delle collecting -aggiunge Amp- non sono infatti né allineati né interconnessi, e obbligano a un controllo opera per opera su tutte le banche dati di tutte le collecting e questo per ogni brano incluso nei palinsesti radio. Ciascuna collecting può inoltre licenziare il proprio repertorio, con criteri tariffari propri, al prezzo di propria scelta, senza alcun limite imposto. “Questo assetto del mercato è certamente legittimo e tipico di un mercato libero -precisa Giola-, ma le scelte fatte dalle collecting stanno avendo come effetto naturale l’aumento complessivo dei costi di licenza per gli utilizzatori. Le diverse tariffe si vanno a sommare, ottenendo un valore totale di molto superiore a quanto pagato nel precedente regime”.

Davide d'Atri

Per completezza informativa, abbiamo raccolto il punto di vista di Davide d’Atri, ceo e fondatore di Soundreef, una delle più celebri Collecting, che gestisce nel mondo le royalty di 43.000 fra autori ed editori 26.000 dei quali italiani. Nel repertorio Soundreef figurano fra gli altri: Enrico Ruggeri, Gigi D’Alessio, J-Ax, Giancarlo Bigazzi, Marco Masini, Ultimo, Laura Pausini.

Le Collecting Society autorizzate ad operare nel mercato del diritto d’autore italiano sono solo Siae e Lea, quest’ultima intermedia i diritti di Soundreef in Italia. I cambiamenti intervenuti nel mercato del diritto d’autore ormai dal 2017 hanno rivoluzionato tutti gli ambiti di utilizzazione della musica: radio, televisione, eventi live e piattaforme web. Tutti gli operatori sono ormai abituati ad acquistare una doppia licenza da Siae e Lea, senza particolari problemi, e in molti casi senza rincari rispetto al passato. Questa liberalizzazione sarà definitiva anche nel settore della grande distribuzione dal 1° luglio 2022 e porterà efficienza e innovazione come accaduto negli altri settori. Il totale delle tariffe combinate di Siae e Lea non è lontano dalle tariffe dell’ex monopolista in quanto, mettendosi in contatto proattivamente con Lea, si usufruisce di importanti riduzioni ed abbattimenti. Per quanto riguarda invece il tema del database non allineato è un ambito che non riguarda il repertorio di Soundreef e Siae, ma è relativo al settore del diritto connesso al diritto d’autore”.

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