Divella: anticiclicità confermata per l’alimentare

di Massimo Gianvito

L’industria alimentare si conferma uno dei settori che meglio ha retto alla crisi. Fondamentale il ruolo dell’esportazione. Con risultati in ogni caso molto diversi se si analizzano i singoli comparti. Lo ha dimostrato uno studio dell’Università Cattolica e Fiere di Parma presentato in Expo e tuttora in fase di approfondimento. Secondo Francesco Divella, presidente dei giovani imprenditori di Federalimentare la ricerca dimostra una volta di più l’importanza del comparto alimentare, per la dimostrazione di sostanziale anticiclicità rispetto al resto dell’economia italiana. “Interessante il rapporto positivo tra dimensione aziendale e la redditività, sottolineato dallo studio: cosa che conferma che le nostre aziende devono andare verso dimensioni più grandi anche attraverso aggregazioni. Mentre il rapporto crescita e redditività ha mostrato un risultato negativo (con l’eccezione di alcuni settori come i salumi): segno che le aziende hanno investito o comunque hanno fatto ricorso al credito per continuare a crescere”.

  • Nel periodo difficile, l’industria alimentare italiana è cresciuta complessivamente con un tasso medio annuo del 3,87%. Tale andamento positivo è dovuto soprattutto alle esportazioni e agli investimenti in maggiore efficienza e sviluppo di nuovi prodotti.
  • Nel periodo 2007-2013 la crescita delle imprese alimentari italiane è stata trainata soprattutto dai mercati esteri, evidenziando l’importanza dell’internazionalizzazione per la competitività: oltre il 70% delle aziende ha dichiarato che in questo periodo l’export estero è cresciuto.
  • Altri fattori di successo sono stati: investimenti nell’innovazione dei processi produttivi (93% delle aziende) e sviluppo di nuovi prodotti (78% delle aziende).
  • Dal punto di vista della redditività, il rapporto EBITDA/vendite si attesta sull’8,51% medio.

Il confronto tra i singoli comparti e il dato medio di crescita mostra realtà molto differenziate tra loro. I settori Carni, Condimenti, Dairy, Gastronomia, Pasta mostrano i tassi di crescita più elevati. Anche l’andamento dei ricavi nel tempo conferma la diversità della crescita tra i vari settori: accanto a Carni e Dairy che vantano un trend relativamente costante di crescita, ve ne sono altri (ad esempio Acqua e bevande, Snack, Olio) nei quali l’andamento nel tempo è più irregolare.

Anche in questo caso, però, l’andamento per singolo comparto è molto diversificato. Per esempio in settori come le Carni, i Salumi e l’Olio, la maturità del business e/o la forte competizione sul prezzo deprime in modo significativo i margini aziendali. L’andamento nel tempo mostra che, accanto a comparti con una redditività sostanzialmente stabile come Condimenti e Gastronomia (entrambi oscillanti tra 10 e 12%), ve ne sono altri – Dairy e Salumi – nei quali la riduzione dei margini appare strutturale.

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