Donne al vertice: 3 dati che in Italia dobbiamo migliorare

Nel nostro Paese le lavoratrici che raggiungono posizioni di vertice sono il 22%, a fronte di una media europea del 29%. È solo il primo dei risultati dell'indagine Women at the Top, condotta da Bcg e Valore D, che hanno intervistato oltre 2.500 persone.

Nonostante negli ultimi anni quasi tutte le aziende abbiano intrapreso percorsi di promozione del talento femminile attraverso iniziative di smart working o, meno diffusi, programmi di sviluppo professionale, il soffitto di cristallo non si è dunque ancora infranto.

Nelle multinazionali va meglio
Se guardiamo alle realtà italiane e a multinazionali con sedi in Italia, osserviamo come nelle prime, dal 38% della forza lavoro totale, la presenza femminile scenda al 27% tra i manager e al 19% tra i primi riporti (Ceo-1). Nelle multinazionali, invece, questo fenomeno è più limitato, con il 48% della forza lavoro totale e il 36% a livello più senior.

Un ostacolo soprattutto culturale
Il 48% delle donne identifica la cultura aziendale come il primo ostacolo alla carriera, lamentando ad esempio la mancanza di role model femminili e la limitata flessibilità dei modelli organizzativi. La scarsa chiarezza nei percorsi di carriera è vissuta con difficoltà dal 26% del campione, mentre al terzo posto con il 23% ci sono gli impegni familiari.

Sono questi, dunque, i 3 dati fondamentali da implementare perché il merito e le potenzialità effettive diventino parametro dominante sul genere, a beneficio del business stesso.

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