E-mail, una risorsa irrinunciabile

Internet – Gli italiani trascorrono più di mezz’ora al giorno per rispondere alla posta elettronica, il mezzo di comunicazione preferito nei rapporti di lavoro. Per i contatti personali invece si preferiscono sempre più i social network.

La posta elettronica è uno dei servizi che hanno cambiato il modo di lavorare e comunicare. Nonostante l'attività di spamming aumenti notevolmente il costo per la gestione di questo servizio, e schiere di manager sembrano aver sviluppato un pericoloso rapporto, ai limiti del patologico, con la propria posta elettronica attraverso appendici mobili (BlackBerry e affini), resta il fatto che l'e-mail è ormai accettata ovunque.
Considerando gli utenti medi, ammonta a sette giorni lavorativi l'anno il tempo che in media gli italiani dedicano alla posta elettronica. Il che significa più di mezz'ora al giorno, per il 56% dei connazionali intervistati che in media ne ricevono quotidianamente più di 20. È il risultato di una ricerca commissionata da Nokia in sette Paesi (oltre all'Italia, Regno Unito, Spagna, Sudafrica, Singapore, Russia ed Emirati Arabi Uniti), che mostra come la maggioranza delle persone preferisce la posta elettronica per inviare o ricevere informazioni importanti, preferendola a sms o telefonate.

Sono lontani ormai i tempi bui in cui si attendeva con ansia il pony con l'indispensabile faldone, e si incolpavano le poste per ogni ritardo nella consegna di un lavoro (in certi casi un salvagente ahimé non più spendibile): oggi la posta elettronica è la forma di comunicazione dominante, scelta dal 50% dei connazionali intervistati che la preferiscono a un ferrovecchio come il telefono (privilegiato dal 36%) o i messaggi sul telefonino (fermi al 9%).

Un amore senza fine quello per le e-mail? Forse, ma sicuramente la passione è quanto meno selettiva, visto che il 48% ammette di leggere solo le mail di cui conosce il destinatario. E non c'è lavoro che tenga: anche se gli italiani sono i più coscienziosi, con il 61% che dichiara di leggere tutte le e-mail di lavoro, classificate tra i messaggi più importanti (il dato più alto, mentre i più sbrigativi sono i britannici al 30%), non sempre corrono a rispondere: la metà degli intervistati (49%) pensa prima alle mail inviate dal proprio partner rispetto al proprio capo o manager (29%), ai colleghi (23%) e persino ai clienti (31%).

E, visto che, anche in tempi di globalizzazione, paese che vai usanza che trovi, la ricerca evidenzia come in Spagna esiste uno zoccolo duro (oltre metà della nazione, il 51%) che preferisce ricorrere al telefono per rispondere a una e-mail, mentre il 10% dei russi (dato più alto) ricorre agli sms; in Sudafrica trascorrono leggendo e-mail più di un'ora al giorno e due ore a rispondere, velocissimamente nonostante la mole evidentemente gigantesche di posta da evadere: il 24% risponde entro cinque minuti, mentre i britannici se la prendono comoda e l'11% impiega anche un giorno. Veri speedy gonzales sono gli abitanti degli Emirati arabi uniti, per i quali la velocità nel replicare è una priorità assoluta, anche a scapito della rilettura per controllare grammatica e bello stile.

Social network, un mondo a parte

La posta elettronica insomma è diventata un mezzo insostituibile per comunicare con colleghi e amici, e fa ormai parte delle nostre vite come lo spazzolino da denti o il bancomat. Oppure no?
Sul Wall Street Journal il mese scorso Jessica Vascellaro analizzava i cambiamenti nella comunicazione seguiti all'avvento dei social media che hanno sostituito in molti casi l'e-mail, per messaggi meno personali, più veloci e frenetici e che risultano ancor più difficili da inserire nell'ordine dell'utile o del futile, data il flusso continuo di informazioni. Nonostante ciò, l'articolo prospettava la fine dell'era e-mail.
A parziale smentita c'è un'indagine realizzata da Harris Interactive per Pontiflex, società americana che aiuta le aziende a promuoversi sul web, che dimostra come, mentre il consumatore con scioltezza fornisce il proprio indirizzo e-mail per ricevere promozioni o informazioni di prodotto (nel 96% dei casi) è ben più restio a diffondere il proprio user name di social network (lo hanno fatto solo il 12% degli intervistati).

Forse, semplicemente, molti hanno più di un indirizzo mail, e magari uno viene utilizzato solo per fini commerciali. Resta il fatto che la e-mail è ritenuta tuttora il mezzo privilegiato per comunicare per lavoro, mentre Facebook & Co vengono scelti per espletare tutte quelle tipiche attività sociali, come scambirsi foto o video, per le quali fino a pochi, pochissimi anni fa si utilizzava la posta elettronica, a rischio intasamento.

E questo sembra essere la tendenza, più che la morte dell'e-mail la separazione in casa: e-mail per il lavoro, social network per comunicare con amici e parenti.

Banda sempre più larga nella Ue

Europei sempre più connessi, sempre più veloci. Sono il 23,9% ad avere un collegamento internet a banda larga. È uno dei dati contenuti nel documento appena diffuso dalla Commissione Europea-Direzione generale Società dell'informazione e mezzi di comunicazione, che dimostra come il numero di collegamenti è ancora aumentato, anche se con una percentaule di crescita minore, influenzata dalla crisi economica. Sono state comunque quasi 12 milioni le nuove linee fisse attivate nell'ultimo anno (tutti i dati si riferiscono all'1 luglio 2009), con un forte incremento per le connessioni mobili, che hanno raggiunto un tasso di penetrazione a luglio del 4,2% (era il 2,8% a gennaio 2009).

Tra i 27 Pesi Ue, fanalino di coda è la Romania (11%), i più connessi sono gli olandesi (37,9%) e i danesi. L'Italia, al 18,8%, resta sotto la media europea (e anche quella Usa del 25,8%) e si piazza al 17° posto, tra Spagna e Lituania.

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