Edelman Trust Barometer: gli italiani si fidano delle aziende e dei ceo

Il mondo delle imprese, specie se familiari, è il settore che gode di maggior fiducia. Tecnologia e alimentare i comparti produttivi più affidabili

L’andamento del rapporto di fiducia tra i cittadini e governo, business, media e organizzazioni non governative: è questo il tema al centro dell'Edelman Trust Barometer 2023, studio realizzato da Edelman su un campione di oltre 32.000 persone in 28 Paesi.
L'Italia, sebbene l’indice generale di fiducia abbia fatto registrare un leggero calo rispetto allo scorso anno (-3 punti) toccando quota 50, resta tra i Paesi best performer in Europa, preceduta di poco solo da Olanda (54 punti) e Francia (51 punti). E se il mondo delle imprese con 57 punti resta il baluardo della fiducia degli italiani –con le aziende familiari che svettano a quota 64 punti- tra i settori economici brillano quello della tecnologia (72 punti) e quello alimentare (66 punti). Il mondo accademico (74 punti) e 'il proprio datore di lavoro' (72 punti), infine, restano i punti di riferimento tra i nostri concittadini.

Il business si evidenzia come l’istituzione che gode della maggior fiducia da parte dei nostri connazionali, facendo segnare una crescita di ben 12 punti rispetto al 2013. Le Ong raggiungono un indice di 49 (vs. 54), media e governo toccano rispettivamente quota 47 (vs. 50) e 46 (vs. 49), con quest’ultimo che registra la crescita più alta (+25 punti) rispetto al decennio scorso quando il livello di fiducia era solo di 21 punti.
Rispetto al 2021 si rileva una discesa dell’ottimismo per le prospettive economiche da qui a 5 anni: passa infatti dal 27% al 18% la percentuale di chi pensa nel prossimo quinquennio la situazione per sé e per la propria famiglia sarà migliore. Un dato in linea con il trend globale.
E se tra le principali preoccupazioni personali degli italiani troviamo nel 95% dei casi il posto di lavoro seguito dall’inflazione (78%), si rileva anche una forte attenzione per il cambiamento climatico (82%) a cui si aggiungono le paure per la guerra nucleare (79%) e per la carenza di energia (77%).

A giocare un ruolo importante nel creare un clima di fiducia nell’opinione pubblica sono i media che, rispetto alla rilevazione effettuata nel 2013, fanno un salto in avanti di 2 punti (da 45 a 47). In questo ambito cresce rispetto allo scorso anno l’indice dei motori di ricerca che restano la fonte di notizie più credibile per gli italiani con 63 punti (vs. 62 del 2022).

Sebbene quella degli scienziati, con 77 punti, resti la categoria che guida la classifica della fiducia tra i leader, nel nostro Paese si registra una situazione in cui le persone “più vicine” sono anche quelle più fidate: a partire dai colleghi di lavoro (67 punti), i vicini (55 punti), il proprio ceo (55 punti), le persone della propria comunità locale (e i propri connazionali (entrambi a 52 punti).

In un quadro generale in cui le quattro istituzioni –governo, business, media e Ong – non primeggiano per competenza ed etica, si registra però una tendenza importante: il livello di etica delle aziende continua a salire facendo registrare una crescita di ben 19 punti rispetto al 2020. Se a questo dato si aggiunge che gli italiani vedono ancora nel 'proprio datore di lavoro' (72 punti) la figura più affidabile, è chiaro che dal mondo del business e dai ceo ci si aspetta un maggiore impegno soprattutto per quanto riguarda i temi sociali più sentiti come la condizione di lavoro dei dipendenti 91%, gli effetti dei cambiamenti climatici (83%) e la discriminazione (83%).
In generale tre sono le tematiche su cui gli italiani si aspettano che i ceo lavorino per rilanciare l’ottimismo sul mercato: stipendi più equi (77%), investimenti sulla formazione dei dipendenti (73%), garanzia di benessere e sicurezza per la comunità di appartenenza (70%). Per 6 italiani su 10 (61%) inoltre, le aziende –che per aumentare la propria efficacia nel riattivare l’ottimismo dovrebbero collaborare anche con il governo- devono utilizzare il potere iconico dei brand per creare una identità condivisa sottolineando gli aspetti che uniscono e che rinforzino il tessuto sociale.

“Analizzando i dati del Trust Barometer emerge che alle aziende italiane spetta il compito di guidare il cambiamento e fungere da moltiplicatore dell’ottimismo -dichiara Fiorella Passoni, ceo di Edelman Italia-. Per questo il nostro invito è rivolto ai ceo e alle imprese affinché assumano un ruolo sempre più centrale affrontando a viso aperto i temi sociali più sentiti dai cittadini: stipendi sempre più equi e spingendo sul retraining e sulla formazione continua dei dipendenti”.

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