Editoriale | Da boss a leader

copertina MarkUp 309 maggio 2022
Evolvere il proprio stile di leadership è un obbligo per le figure apicali per guidare adeguatamente la propria azienda attraverso le turbolenze, atterrando vincenti

ll momento è cruciale non c’è dubbio, venti di guerra e ottimismi da ricostruzione si incrociano sulle scrivanie dei leader della politica così come su quelle dei vertici aziendali e mai come oggi essere una buona guida è essenziale per uscire dalla bufera e soprattutto per navigare in un mare che, ed è l’unica cosa certa, è difficilmente predicibile.

Cambiano anche le qualità richieste a un buon leader o perlomeno si affinano. Le soft skill sono importanti più di quanto siano mai state in passato. Però chi vede nei “capi” un inutile orpello, creato solo per produrre burocrazia, sbaglia. Lo sa molto bene Google che vent’anni fa provò un’organizzazione flat senza capi e fu un disastro; così iniziò a studiare le caratteristiche dei leader che avevano avuto successo e stilò le caratteristiche di un buon capo. Le condivido, consideriamola una check list da spuntare e laddove non si spunta bisogna lavorarci...

Essere un buon coach. Bisogna avere a cuore la squadra e qui non ci sono mezze misure: o ci importa o non ci importa. Il leader è un facilitatore la cui domanda deve essere: “Di cosa hai bisogno per lavorare meglio?”

Delega, delega, delega. La fiducia chiama fiducia, e nemmeno Superman era bravo in tutto. Evitare assolutamente il micro-management, aumenta la burocrazia interna e permette sacche di inefficienza.

Spirito di corpo. La squadra deve sentirsi un unicum, deve lavorare nella stessa direzione: un team vincente è quello che crede nella propria capacità di avere successo. Orientamento ai risultati. Mettere in condizione il team, l’azienda, di essere produttivi, fornendo loro gli strumenti che servono per esserlo.

Ascoltare e condividere informazioni. Questo è chiarissimo per tutti, ma non a tutti viene facile. Avere una strategia che sia chiara per il team e pensata coinvolgendo il team.

Sviluppo di carriera e valutazione. Prospettive e indicazioni sulla performance sono importanti per mantenere la giusta rotta con adeguato entusiasmo.

Avere l’esperienza per consigliare la squadra. Non si può dirigere una squadra senza avere idea di come si svolga il lavoro. Vale anche per chi arriva da altri mondi: un mese di lavoro nel team non fa male a nessuno.

Collaborazione e interdipendenza: questo riguarda tutti, anche il capo.

Prendere decisioni. Il leader indeciso, che non sa prendersi le responsabilità di un sì e un no, che tergiversa, paralizza l’intera organizzazione, creando dubbi, incertezze e anche un po’ di rancore.

Check list fatta? Adesso è tempo di pensare a un manager della felicità.

Editoriale Mark Up n. 309, maggio 2022

 

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