Dopo le lezioni del Diversity Brand Summit torniamo a parlare di diversity e inclusione in azienda focalizzandoci sulla tematica femminile con nuovi dati e numeri alla mano. Partiamo da alcuni significativi risultati emersi dell'indagine Gender Balance del Gruppo Sodexo, che confermano come il giusto bilanciamento tra i sessi nelle aziende apporti concreti vantaggi (misurabili):
Per avere prestazioni ottimali, la proporzione perfetta uomini-donne nei team deve aggirarsi tra il 40% e il 60%
- Il tasso di partecipazione dei dipendenti, o employee engagement, ha registrato un +12% nelle società dove c’è gender balance rispetto a quelle dove è assente
- Dove c'è equilibrio di genere la produttività aumenta dell'8%
- Dove c'è equilibrio di genere si registra +8% rispetto alla media del tasso di conservazione dei dipendenti
- Dove c'è equilibrio di genere il tasso di trattenimento dei clienti, altrimenti detto client retention (inteso come l’aver conservato più del 90% dei propri clienti), è maggiore del 9%
- Anche la sicurezza sul posto di lavoro ha ottenuto +12%, ovvero si sono verificati un numero inferiore di incidenti nelle realtà bilanciate
I benefici della leadership femminile
Da un’analisi del Wall Street Journal è emerso che tra i leader delle aziende presenti nel titolo S&P500, rimasti in carica per un anno, gli uomini hanno incassato in media 11,6 milioni di dollari, mentre le Ceo presenti ne hanno guadagnati circa 13,8 milioni.
Non solo: il Telegraph ha pubblicato uno studio realizzato dalla neuroscienziata Mara Mather dell’Università della South California dal quale è emerso che, messi sotto pressione, gli uomini e le donne prendono le proprie decisioni in modi diametralmente opposti: attraverso una simulazione di gioco d’azzardo, i ricercatori hanno scoperto che sotto stress le donne hanno preso le decisioni più intelligenti, abbandonando la partita in una posizione di comando o con puntate di “sicurezza”, mentre gli uomini hanno puntato tutto per una piccola possibilità di vincita.
Risultati ribaditi anche da Ruud van den Bos, scienziato dell’Università di Radboud in Olanda, che ha scoperto come la capacità delle donne di prendere le migliori decisioni emerga proprio con l’avvicinarsi di una deadline o dopo un evento molto stressante.
E non è tutto: come riportato dal Time, le donne Ceo sono molto più abili a motivare i propri collaboratori e quindi gli impiegati diretti da una donna sono coinvolti nel 33% nei processi produttivi, contro il 25% nel caso di un manager. Dallo studio, inoltre, è emerso che le donne manager partecipano con entusiasmo al lavoro nel 41% dei casi, percentuale che scende al 35% tra i boss.
Le donne con cui lavoro mi raccontano della cultura fortemente maschilista con cui si trovano ad avere a che fare e che devono gestire nell’organizzazione – spiega la master coach Marina Osnaghi, che ha affiancato grandi donne Ceo ed imprenditrici nel raggiungimento dei propri obiettivi – Allo stesso tempo mi raccontano dei loro successi e del modo in cui vogliono preservare le loro caratteristiche femminili, pur essendo alla guida di organizzazioni che hanno ancora mentalità fortemente maschili. Quali sono le caratteristiche forti di queste donne? Oltre ad avere competenze tecniche eccezionali; la passione della loro missione e la capacità di non mettersi mai nel ruolo della vittima o del ‘sesso debole’. Una donna al governo di un'azienda porta la bandiera della crescita e dello sviluppo degli esseri umani, caratteristica questa fortemente femminile, essendo più che mai la donna, predisposta a percorsi di potenziamento e crescita.
L'esempio di Mediobanca
A fronte di tutti questi dati, non c'è da stupirsi che sempre più aziende adottino politiche interne a sostegno della diversità di genere in azienda e della leadership femminile. Da ultima Mediobanca, che ha siglato il Manifesto per l’occupazione femminile promosso da Valore D e già sottoscritto da 160 società.
Il Gruppo, che attualmente conta circa 4.600 dipendenti con un’incidenza di professioniste donne che supera il 40%, già dal 2012 supporta le dipendenti nel periodo della maternità anche attraverso l’adesione all’iniziativa Un fiocco in azienda promosso da Manageritalia, implementandone le indicazioni e avvalendosi dei servizi ideati nell’ambito del progetto.